L’ultimo grido degli 84 lavoratori cassaintegrati ex GSE

INTERVENTO/ Gli 84 “Lavoratori Cassaintegrati” ex GSE srl intendono lanciare una disperata richiesta d’aiuto alle Istituzioni (Regione Puglia, Comune di Brindisi, Prefettura) invocando la partecipazione e l’attivazione diretta anche degli esponenti politici comunali, regionali e nazionali (eletti per affrontare e risolvere le emergenze occupazionali del territorio brindisino), oltre che delle Organizzazione Sindacali, affinchè venga bloccato lo scempio che DCM srl e DAR srl, entrambe società nel perimetro del Gruppo DEMA spa, stanno attuando in danno di 84 famiglie brindisine attraverso il non rispetto dell’impegno all’assunzione garantito individualmente per iscritto ad ognuno di loro dalla DAR srl, nonché attraverso una simulazione di cessione di un ramo d’azienda inesistente (ma che al contrario nasconde la cessione dell’intero complesso aziendale): tanto al sol fine di consentire all’acquirente DAR di procedere alla riduzione di personale senza il vincolo normativo (L. n. 223/1991 in materia di licenziamento collettivo) del rispetto dei criteri oggettivi del personale da eventualmente licenziare. Deve esser impedito (se necessario anche attraverso l’intervento non solo del Giudice del Lavoro ma anche della Procura della Repubblica al fine di accertare eventuali gravi condotte illecite) che venga consumata una squallida operazione di smembramento della ex GSE Industria Aeronautica srl falcidiando circa la metà della platea storica dei 225 dipendenti. Questi i fatti! Gli attuali 84 c.d. “Cassaintegrati ex GSE” fanno parte (appunto) della platea storica dei dipendenti della ex GSE Industria Aeronautica S.r.l., azienda storica del fiorente comparto aeronautico territoriale e successivamente acquistata nell’ambito della procedura fallimentare presso il Tribunale di Brindisi dalla società DCM S.R.L. – con sede legale presso il medesimo indirizzo in cui è situata quella della DAR srl – che è così divenuta dall’01.02.2018 nuovo datore di lavoro degli odierni deducenti. Nonostante gli avvicendamenti dei datori di lavoro i dipendenti hanno “formalmente” continuato a mantenere i rispettivi rapporti lavorativi dapprima alle dipendenze della GSE srl, dichiarata poi fallita con sentenza del 13.01.2017 e, successivamente, alle dipendenze della DCM s.r.l. in virtù del menzionato acquisto dell’azienda dal fallimento che prevedeva il passaggio dell’intera forza lavoro di 225 unità alle dipendenze di quest’ultima. Con verbale di accordo sindacale del 18.01.2018 n. 113 unità lavorative venivano cedute dalla DCM s.r.l. alla DAR srl con fitto di ramo d’azienda; nel medesimo verbale si prevedeva che le restanti 112 unità sarebbero confluite alle dipendenze della menzionata DAR srl che si obbligava mediante la consegna della lettera di impegno all’assunzione. In virtù di siffatte premesse i dipendenti rimasti “parcheggiati” in DCM proseguivano – e tuttora proseguono formalmente – i propri rapporti lavorativi alle dipendenze della DCM S.r.l. che, tuttavia, già pochi giorni dopo l’acquisto dell’azienda GSE srl incardinava la procedura per la CIGS, condizione nella quale attualmente essi si trovano con la prospettiva di subire una ingiusta perdita occupazionale che, invece, sembrava doversi scongiurare nel percorso di concertazione tra DCM e DAR con le Organizzazioni Sindacali, il cui obiettivo primario (almeno così come prospettato sin dall’origine) doveva e deve esser quello della integrale salvaguardia della stabilità occupazione della platea storica dei lavoratori ex GSE srl. L’azienda GSE, infatti, ha rappresentato sul territorio brindisino per almeno due decenni un punto di riferimento per le aziende del settore aeronautico, adoperando forza lavoro di notevole esperienza e professionalità, accresciute nel corso degli anni. Nell’ambito della procedura fallimentare che ha coinvolto proprio la GSE, quest’ultima veniva aggiudicata con ordinanza del Giudice Fallimentare del 27.12.17 ad un prezzo pari ad € 3.600.000,00 dall’unica società offerente, DCM S.r.l. (costituita solo poco prima, in data 18.12.2017, con capitale sociale di € 10.000,00 di cui venivano versati solo € 2.800,00). Contestualmente nasceva la DAR srl – con sede legale in Napoli alla via Partenope n. 5 (medesimo indirizzo della sede legale di DCM S.r.l., entrambe facenti parte del gruppo guidato da Dema S.p.A., con sede legale in Somma Vesuviana – Na – alla via S. Sossio n. 38) a cui si cedeva il ramo d’azienda produttivo e circa la metà del personale ex GSE, senza l’effettiva osservanza dei criteri normativamente imposti (anzianità di servizio, carichi di famiglia, specializzazione professionale) circa la scelta e selezione delle unità da trasferire. Ai dipendenti non trasferiti rimaneva la magra consolazione dell’impegno all’assunzione, ad oggi tuttavia rimasto lettera morta. Nelle more gli stessi sono stati posti da DCM in cassaintegrazione guadagni straordinaria e ad oggi la loro posizione lavorativa è assolutamente precaria: tanto in considerazione della intervenuta volontà di DCM srl di porsi in liquidazione volontaria (peraltro con iniziativa adottata in periodo pre-pandemico) con scadenza originariamente fissata al 7.2.21 e poi differita ad aprile 2022. I propositi (formali) che hanno condotto all’operazione di acquisizione del complesso aziendale ex GSE miravano alla salvaguardia del patrimonio aziendale, di cui i posti di lavoro costituivano parte integrante e sostanziale ma che, tuttavia a distanza di anni, purtroppo non si riscontra pur dovendo la detta operazione acquisitiva comportare la rinascita di un’attività produttiva a lungo fiorente.  Ed infatti, nel progetto DraGO, in riferimento alla struttura dell’operazione, veniva precisato che la DAR srl avrebbe attuato iniziative di efficientamento e ripristino della redditività delle commesse produttive in portafoglio con i clienti Strata, Leonardo e Boeing (tutti ereditati dalla GSE); avrebbe perseguito obiettivi di accrescimento di capacità e competenze delle risorse attraverso percorsi di formazione continua; si sarebbe impegnata irrevocabilmente a concedere un diritto di preferenza della durata di 24 mesi in favore di personale dipendente DCM, opportunamente riqualificato. Nulla di tutto ciò si è verificato, con grave pregiudizio per i lavoratori ex GSE “parcheggiati” in DCM. Attualmente è in corso la procedura di concertazione tra aziende e sindacati (art. 47 L. n.428/90) preliminare alla cessione del detto compendio aziendale tra DCM e DAR con prossimo tavolo d’incontro fissato, dopo alcuni rinvii richiesti dalle OO.SS. con invito rivolto a DCM e DAR di ritirare la detta procedura, per il giorno 7.4.21 alle ore 11.00. È evidente, quindi, che l’accelerazione improvvisa del detto trasferimento aziendale viola gravemente gli obblighi assunti nel gennaio 2018 con le OO.SS. ed individualmente con i lavoratori della DCM srl rispetto al passaggio in DAR srl dell’intera platea storica degli ex GSE srl, ma pone anche dei forti sospetti sulla legittimità del disegno sottostante all’originaria acquisizione dell’azienda dal Fallimento GSE. Ne consegue che, in assenza di soluzioni idonee a garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali (anche attraverso la fruizione strumenti di sostegno e di ammortizzazione sociale sia ordinari che legati alla recente legislazione d’emergenza), è oggi necessario l’intervento risoluto e risolutivo da un canto delle Istituzioni Locali, Regionali e Nazionali, dall’altro delle Organizzazioni Sindacali e, ove necessario, quello della Magistratura. Per tali ragioni il Comitato dei Cassaintegrati DCM (ex GSE) ha organizzato, nel rispetto delle prescrizioni normative del periodo, una Pubblica Manifestazione per il giorno 6 aprile 2021 nella fascia oraria dalle 7.00 alle 12.00 alla quale è invitato a partecipare ogni Personalità Pubblica che, in ragione del proprio ruolo di rappresentanza e rappresentatività, ha il dovere di affrontare e risolvere le gravi problematiche denunciate.

COMITATO CASSAINTEGRATI DCM (EX GSE)

1 Commento

  1. come da visure catastali, la DCM non è più proprietaria delle strutture_fabbricati e terreni (ora DAR) _che acquistò dalla GSE. per quanto verte i macchinari e centri di lavoro se ne erano certamente già disfatti, tra pseudovendite e pseudorottamazioni per presunte non funzionalià.

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