BRINDISI- A Brindisi Non Una Di Meno promuove per l’8 marzo un sit-in CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE, PER LA PACE, I DIRITTI, LA LIBERTÀ. L’invito alle scuole è di partecipare attivamente con materiale, idee, pensieri su uno dei temi proposti, per costruire in piazza un puzzle che definiamo di lotta. Desideriamo riempire la piazza di tessere che rappresentino la realtà esistente e il bisogno di cambiamento. Aderiscono Associazione Io Donna Centro antiviolenza, ANPI sezione di Brindisi Vincenzo Gigante, Coordinamento Donne Spi Cgil, Flc Cgil, Auser Brindisi, Arci Brindisi, Collettiva transfemminista Queer Brindisi, Associazione Fr/Azione di Tuturano, WG Academy, Cobas, Centro Crisalide Coop Solerin, Commissione per le Pari opportunità del Comune di Brindisi.
SCENDIAMO IN PIAZZA PER LA PACE
perché le donne, le bambine e i bambini sono le prime vittime delle guerre, della violenza, delle distruzioni, delle catastrofi umanitarie, come accade nella guerra nella striscia di Gaza: più di 30mila morti, circa 70mila feriti tra donne, bambini, giornalisti, medici, personale dell’ONU. Una reazione sproporzionata e non giustificata dal pur condannato attacco di Hamas nei confronti dei civili israeliani del 7 ottobre 2023. Una reazione criminale condotta dal governo di estrema destra, razzista e colonialista di Netanyahu, denunciata anche da tanti democratici e persino conservatori israeliani. E questo accade mentre la NATO foraggia gli affari delle industrie della guerra investendo altri 50 miliardi di dollari in armi da inviare all’Ucraina, allontanando una mediazione internazionale per la pace. Le donne sono da sempre per la Pace. Lo erano le partigiane, combattenti e non, nella Resistenza italiana al fascismo: la loro coraggiosa lotta aveva come obiettivo la fine della ferocia fascista e nazista e la pace. Lo sono le donne di oggi di tutto il mondo, prime martiri della tirannia della guerra. SCENDIAMO IN PIAZZA PER I DIRITTI
Il diritto al lavoro è negato, privo di tutele e sempre più precario, in nero, con paghe orarie di pochi euro, con oltre 1000 infortuni mortali all’anno (coinvolti anche lavoratrici e studenti), ricatti e molestie sessuali. Il basso tasso di occupazione femminile e l’abolizione del reddito di cittadinanza hanno aggravato la condizione di vita materiale delle donne, soprattutto delle capofamiglia con figli/e a carico. Il reddito di inclusione, come il reddito di libertà per le donne vittime di violenza sono misure che non garantiscono l’autonomia economica delle donne, in aggiunta, il lavoro riproduttivo (domestico e di cura, ecc.), non retribuito, è scaricato sulle spalle delle donne. Il diritto di scelta in relazione al corpo rimane sotto attacco; la contraccezione non è distribuita gratuitamente nei consultori alle giovani donne, l’aborto è una corsa agli ostacoli a causa dell’obiezione di coscienza del personale sanitario e di ostacoli burocratici, non sono rispettate le linee guida per l’aborto farmacologico (RU486). I partiti di destra tentano, intanto, di far approvare leggi volte ad eliminare la scelta della donna.
SCENDIAMO IN PIAZZA PER LA LIBERTÀ
La Libertà di autodeterminazione della donna è limitata dal persistere di stereotipi femminili e maschili che occorre scardinare perché costituiscono le gabbie dei modelli simbolici patriarcali e delle loro logiche di sopraffazione e dominio. La libertà di decidere del proprio corpo. L’uso dei contraccettivi e la legalizzazione dell’aborto hanno separato la sessualità dalla procreazione, ma c’è un vuoto da colmare: l’introduzione di una nuova educazione che, con nuovi pensieri e nuova etica, sappia affrontare le sfide delle relazioni tra i generi nel mondo reale e nello spazio virtuale. Intanto, in Parlamento, non si prevede la discussione di proposte di legge per l’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nel sistema scolastico, nonostante le giovani generazioni lo richiedano da anni, ritenendo che la sua introduzione obbligatoria possa costituire una leva efficace anche nella prevenzione della violenza sulle donne e di genere. La libertà di amare è una cultura da affermare in antitesi alla dipendenza affettiva, che può provocare intensa sofferenza emotiva ed interferire con la capacità di vivere relazioni sane e bilanciate. Pertanto, l’amore va valorizzato come sentimento che implica il supporto reciproco, l’indipendenza emotiva e il rispetto per i confini personali.
Vi aspettiamo in piazza. Contro la violenza patriarcale, per la pace, i diritti, la libertà
Non Una Di Meno, Associazione Io Donna Centro antiviolenza, ANPI sezione di Brindisi Vincenzo Gigante, Coordinamento Donne Spi Cgil, Flc Cgil, Auser Brindisi, Arci Brindisi, Collettiva transfemminista Queer Brindisi, Associazione Fr/Azione di Tuturano, WG Academy, Cobas, Centro Crisalide Coop Solerin, Commissione per le Pari opportunità del Comune di Brindisi.
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