BRINDISI- Giro di vite contro il fenomeno del caporalato, la guardia di finanza di Brindisi scopre 28 lavoratori italiani in nero impiegati nelle campagne della provincia, maxi multa . Denunciata anche un’imprenditrice di Francavilla Fontana per resistenza a pubblico ufficiale.
Sin dalle prime luce dell’alba i militari della fiamme gialle sono stati impegnati nell’identificare e verificare sia la posizione dei lavoratori che viaggiavano con i pulmini, sia l’effettivo ruolo dei conducenti dei mezzi diretti nei campi. Non solo sono stati controllati anche gli accessi sui fondi agricoli coltivati a vigneti ed ortaggi, al fine di meglio approfondire le modalità di reclutamento della forza-lavoro ed il rispetto degli obblighi fiscali e contributivi.
All’esito dei controlli è stata accertata complessivamente la presenza di 28 lavoratori “in nero” (tutti italiani), risultati sprovvisti sia del contratto d’assunzione che della comunicazione preventiva agli enti preposti d’instaurazione di rapporto di lavoro.
Sono in corso approfondimenti sulla “regolarità” di ulteriori 218 braccianti agricoli.
Inoltre, durante uno dei controlli, è stato denunciato all’autorità giudiziaria la rappresentante legale di una società agricola per oltraggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, in quanto all’atto dell’ispezione si è adoperata per contrastare con ogni mezzo l’ispezione dei finanzieri favorendo, nel contempo, il dileguarsi di diversi braccianti agricoli intenti a lavorare nei terreni attigui all’azienda in questione.
Per le situazioni di lavoro “in nero” rilevate sono state avviate le procedure per l’irrogazione della “maxisanzione”, che va da un minimo di 1.950 euro ad un massimo di 15.600 euro per ogni posizione irregolare.
Nelle prossime ore saranno approfondite le posizioni previdenziali dei braccianti “in nero”, al fine di accertare l’eventuale indebita percezione di indennità di disoccupazione o di altri sussidi a carico del bilancio pubblico.
BrindisiOggi
ma è vietato pubblicare i nomi? perchè non pubblicate mai i nomi? questa gente, come minimo, per cominciare, merita una gogna mediatica, perchè chiunque abbia a che fare con loro, possa sapere che razza di m..de sono. forse non si vergognerebbero comunque, ma chi non vuol avere a che fare con loro, deve poter avere il diritto di saperlo.
Spero gli diano il massimo della multa e che prendano anche gli altriimprenditori schiavisti
Mi auguro che non sia soltanto un fatto episodico.