BRINDISI- Ida, Tania e Giorgia avevano 25 anni quando si sono ammalate. La prima di leucemia e le altre due di linfoma di Hodgkin. Ida purtroppo non ce l’ha fatta, le altre due ragazze oggi invece lottano insieme ad altri cittadini per rivendicare il diritto alla salute. Sono sei, ai quali si aggiungerà presto un’altra famiglia. Abitano tutti a ridosso della zona industriale tra i quartieri Perrino, San Pietro, San Paolo e Bozzano. Tutti con questa maledetta malattia all’apparato linfoematopoietico. Nel 2013 sostenuti dall’avvocato Giovanni Brigante, anche lui colpito dalla stessa patologia, e con l’apporto tecnico e sanitario del medico Maurizioi Portaluri, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica affinchè si indagasse su una probabile correlazione tra questi tumori dell’apparato linfoematopoietico e l’esposizione industriale, in particolar modo agli inquinamenti depositati da anni nella discarica ex Petrolchimico, conosciuta come Micorosa. A questo si aggiungono i gas fuoriusciti per anni dai camini di Versalis e Basell che per un periodo di tempo furono anche posti sotto sequestro dalla Procura, poi i sigilli furono tolti grazie ad una oblazione.
L’esposto fu presentato da Giorgia Masiello 28 anni, Annunziata Medico 31 anni, Giovanni Brigante 44 anni, Patrizia De Leonardis moglie di Antonio Morleo (deceduto nel 2010), Vincenzo Gaudino padre di Ida (deceduta nel 2011), e Francesco Caiulo padre di Antonio. A questi a breve si aggiungerà la famiglia Cinà. Pino Cinà è morto a 75 anni per linfoma Hodgkin, era residente alla zona industriale.
Oggi però qualcosa è cambiato. C’è un fatto nuovo: ci sono i dati dello studio epidemiologico di coorte redatto dal professore Foresterie presentato dall’Asl e dall’Ares. Lo studio evidenza un nesso e una correlazione tra i inquinanti e determinate patologie in particolar modo nelle aree vicino alla zona industriale con forte esposizione di Pm10 e SO2 proveniente dalle centrali termoelettriche e COV dal Petrolchimico. Un incremento della emissione nel 1997.
Il legale questa mattina ha presentato in Procura un’integrazione a quell’esposto con il nuovo studio.
“I tumori del sistema emolinfopoietico- spiega Portaluri- sono quelli che non risentono affatto delle abitudini di vita individuali. Ma che sono correlati a sostanze inquinanti che si trovano nell’aria, nei terreni e nella falda di Brindisi come benzene, diossina, Ipa, Arsenico, rame, mercurio, cadmio, vanadio, zinco, nichel”.
Nella lunga e dettagliata denuncia si fa riferimento anche al servizio d’inchiesta realizzato da BrindisiOggi dove sono stati pubblicati dei documenti, delle comunicazioni tra i dirigenti dell’allora Montecatini dove si dice esplicitamente dell’interramento dei rifiuti ai piedi dello stabilimento e dello stoccaggi dei fusti contaminati sull’area di Micorosa.
Tra le integrazioni anche le due sentenze di condanna per gli ex amministratori e vertici della Montedison di Bussi sul Tirino per avvelenamento di acque e disastro ambientale doloso e la condanna a Mantova dei dirigenti Montedison per omicidio colposo plurimo in relazione alla morte di 11 ex operai.
Arrivati a questo punto i firmatari chiedono alla procura una consulenza tecnica che accerti: “se nella comunità scientifica, secondo la migliore scienza ed esperienza del momento storico, sia radicata una legge scientifica di copertura che consenta di ricollegare eziologicamente l’esposizione alle sostanze benzene, benzene, Idrocarburi Policiclici Aromatici ed Idrocarburi leggeri e pesanti e patologie tumorali a carico dell’apparato linfoematopoietico, mettendo, altresì, a confronto, nella coorte così come sopra delimitata, i soggetti che presentano una patologia del sistema linfoematopoietico e un gruppo di soggetti che non ne sono affetti, al fine di verificare se l’insorgenza di tali patologie possa ritenersi correlata all’esposizione cronica alle sostanze benzene, benzene, Idrocarburi Policiclici Aromatici ed Idrocarburi leggeri e pesanti. Sei i casi segnalati nell’esposto e gli altri dello stesso tipo nosologico riportati nello studio citato, siano tra i pù esposti agli inquinanti cancerogeni efficienti sul sistema eolinfopoietico emessi dal Petrolchimico di Brindisi; e se l’esposizione sofferte dagli esponenti rientri nel range di esposizioni ritenute potenzialmente lesive”.
Per ora l’inchiesta avviata dalla procura brindisina è ancora a carico di ignoti. La bonifica di Micorosa non è ancora partita.
A questo punto il medico radiologo Portaluri chiede anche che sia rivista la questione dei lavoratori ex Petrolchimico, inchiesta che fu archiviata.
Tania e Giorgia malate di tumore insieme ad altri cittadini avevano presentato un esposto alla Procura. Loro abitano a ridosso della zona industriale. Oggi consegnano un'integrazione a quell'esposto alla luce dello studio epidemiologico di coorte presentato qualche giorno fa dalla Asl
Posted by Brindisi Oggi on martes, 25 de julio de 2017
Lu.Po.
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