Lo sfogo dei titolari di bus per turismo: “Fermi da marzo e senza un euro, forse aiuteremo per il trasporto degli studenti”

BRINDISI – (da il7 Magazine) Proprio quando avrebbe dovuto iniziare a lavorare tutto si è fermato. I suoi pullman sono parcheggiati in garage da marzo scorso. È passato quasi un anno da quando ha fatto l’ultimo viaggio. Da allora i suoi mezzi non hanno percorso più neanche un metro. Luigi Montinaro, brindisino di 52 anni, con suo figlio Antonio, ha una ditta di noleggio autobus per turismo. Si occupa di noleggio con conducente, è specializzato in vacanze, gite, e servizi scolastici. Il suo è uno dei settori economici più colpiti dalla pandemia. In tutta la Puglia ci sono oltre 400 aziende che si trovano nella sua stessa situazione, e nella provincia di Brindisi ce ne sono almeno150. Sono tutte ferme e non guadagnano un euro da 9 mesi. Neanche in estate c’è stata una timida ripresa, la gente aveva paura a viaggiare in pullman.

“Abbiamo ricevuto solo 600 euro destinate alle partite iva nella primavera scorsa, e ci sono stati dati una sola volta, poi non abbiamo avuto niente altro, nessun ristoro”, dice Luigi Montinaro.

La sua è una ditta familiare, con lui lavora suo figlio Antonio e un altro dipendente che ora è in cassa integrazione. Luigi ha fatto per una vita il conducente di pullman poi nel 2009, 11 anni fa,  ha deciso di compiere il grande passo e di acquistare due mezzi propri. È diventato un imprenditore in questo settore: ha due autobus per vacanza da 50 posti. Ha investito il suo denaro e il suo futuro per comprare questi due pullman, e per dare un’opportunità a suo figlio che ora ha 25 anni, ed anche lui è senza stipendio.

Sino allo scorso anno aveva lavorato tanto tra gite scolastiche, gite religiose, ma anche con i passeggeri  delle navi crociere arrivate a Brindisi. Si era creato un bel giro con i gruppi di turisti provenienti dalla Francia che sempre più spesso sceglievano la provincia di Brindisi e la Puglia come  meta per le vacanze. Ma già da febbraio scorso l’attività si è fermata. Normalmente la stagione per lui iniziava a marzo con le prime belle giornate, ed invece proprio l’inizio di quel mese  ha sancito il blocco totale dell’attività. Ad un certo punto quando si è reso conto che la situazione diventava grave ha bloccato le polizze assicurative dei mezzi, per risparmiare almeno in questo. Ma ci sono comunque altre spese.

 “In questi mesi stiamo vivendo con lo stipendio di mia moglie che lavora in ospedale – dice l’uomo – rispetto a tante altre persone mi ritengo fortunato. Ma ormai abbiamo finito i nostri fondi. E con lo stipendio di mia moglie stiamo pagando anche le spese per tenere in piedi la ditta. Ogni mese infatti bisogna pagare l’affitto del garage e dell’ufficio, e poi abbiamo pagato i contributi perché nulla è stato sospeso per noi. Le tasse ci sono state richieste lo stesso, anche se rinviate per qualche mese queste vanno comunque pagate. E senza alcuna prospettiva futura conviene pagare subito. Purtroppo non sappiamo quando finirà e quando potremo ripartire. Siamo quattro in famiglia”. Ad un certo punto Luigi ha pensato anche di vendere uno dei suoi autobus comprati con tanto sacrificio e con tanta vita trascorsa sulla strada. “In questo momento però ne approfittano gli avvoltoi – aggiunge – ho provato a vendere uno dei pullman che avevo pagato 70mila euro, l’acquirente approfittando della situazione di difficoltà mi ha proposto 9mila euro. Purtroppo accade anche questo. Ho desistito non potevo vendere per così poco. C’erano i sacrifici di una vita in quell’autobus. Non avremmo mai immaginato di dover affrontare una crisi simile”.

Con i suoi colleghi di tutta Italia, Luigi e suo figlio Antonio sono andati a manifestare a Roma sotto Montecitorio. Una manifestazione pacifica in cambio hanno portato a casa la promessa di un ristoro, ma molti di loro non hanno ancora percepito nulla.

 “La nostra ultima chance è ora riposta – spiega Montinaro – nella riapertura delle scuole. Siamo stati contattati per fare da supporto alle società pubbliche di trasporto urbano ed ex extraurbano per garantire maggiori tratte agli studenti ed evitare gli assembramenti sui mezzi. Sin da subito abbiamo adottato tutte le misure anti Covid con disinfettante a bordo e plexiglass che divide l’autista dai passeggeri. Inoltre dei 50 posti se ne potranno utilizzare 25. Ad oggi però, quando manca poco alla riapertura degli istituti scolastici,  non abbiamo avuto ancora conferme. Speriamo che queste arrivino al più presto, così da poter svolgere almeno questo servizio e coprire le spese”.  Si tratta di un’attività tampone per portare un po’ di ossigeno a questa azienda. Nella città di Brindisi ci sono in tutto tre realtà imprenditoriali di questo tipo che attendono qualche risposta.

Ma la speranza più grande per questa famiglia è riposta nel vaccino. “Se il vaccino dovesse avere l’effetto sperato – conclude Luigi Montinaro – in primavera potremmo forse ripartire con i primi viaggi. Il vaccino potrebbe riportare il turismo in Italia e all’estero, e la gente sarebbe più serena a salire su un autobus per godersi il viaggio o anche solo per fare una gita. Questa è la nostra unica speranza, perché al momento promesse e certezze non ce ne sono”.

Lucia Portolano

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