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INTERVENTO/ Da qualche settimana i cancelli della Centrale Federico II sono presidiati da alcune ditte appaltatrici che con blocchi e proteste impediscono a noi dipendenti Enel l’ingresso in Azienda.
Ciò non è di buon auspicio per nessuno.
Noi siamo, senza dubbio, dalla parte di chi si trova in una condizione di estrema difficoltà e di paura: la perdita del posto di lavoro è qualcosa che dovrebbe far rabbrividire chiunque al solo pensarci… La loro lotta non solo è legittima e condivisibile, ma è anche espressione di un diritto inviolabile sancito dalla Costituzione.
Tuttavia, neppure quello che succede all’interno della centrale Enel, a fari spenti, è da sottovalutare. I piani alti della nostra direzione e i lavoratori non sono stati mai così distanti come adesso. Il non poter accedere liberamente al proprio posto di lavoro è un problema che meriterebbe di essere affrontato con serietà, competenza e con volontà risolutive. Al contrario è stato fino ad oggi gestito “alla carlona” e il sindacato, collante tra le due compagini, ossia tra i lavoratori, bisognosi di tutela, e la direzione dell’azienda, sfugge al proprio dovere o al massimo fa timide comparse.
Lamentiamo anche una certa latitanza degli organi istituzionali preposti a garantire i posti di lavoro dei dipendenti delle ditte appaltatrici ma anche a creare le condizioni affinchè i dipendenti Enel possano svolgere serenamente il proprio lavoro.
Auspichiamo che la situazione si chiarisca prontamente e in ogni suo aspetto, che siano definite le competenze di ciascuno all’interno dell’azienda e che si giunga ad una risoluzione globale quanto più possibile soddisfacente per tutti.
Comitato Difesa Lavoratori Centrali Enel
Il Presidente
Leonardo Lomartire
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