Nessuno questa volta dia colpa agli elettori, quelli veri, i cittadini. Nessuno questa volta si permetta di pronunciare quella famosa frase, usata come “teoria dimostrata”, che le donne non votano le donne. Questa volta la politica, o una parte di questa, prendesse atto, che le candidate nelle elezioni vere servono solo come velo di una sbandierata democrazia e uguaglianza di genere, ancora non compiuta.
Basta vedere le liste e i risultati di queste elezioni provinciali, dove i candidati venivano decisi dai partiti, così come gli eletti. D’altronde si votavano tra loro. Su 31 candidati, quattro sono donne, due sono entrate in consiglio provinciale. La lezione questa volta l’ha data Forza Italia, proprio così, quel partito che di certo non ha mai primeggiato per parità di genere. Due donne ha candidato, e due donne ha eletto. Perché sia chiaro, a votare erano i consiglieri e i sindaci dei Comuni. Insomma uno scambio di voti.
In consiglio entrano le azzurre Graziella Neglia consigliera comunale di Fasano con 18 voti e Sara Sardelli consigliera comunale di Torchiarolo con 10 voti.
Brutta figura del Partito democratico, su dodici candidati due sono donne. Nessuna eletta. Luana Amati ha ottenuto 9 preferenze e Rita Bianco non ha votato neanche se stessa. Insomma zero voti per lei. Eppure gli eletti erano il risultato di accordi e strategie interne. Ma questa volta al Pd non gli andava di mostrare il suo rispetto per l’uguaglianza di genere.
Ncd il problema non se l’è posto proprio. Non ha candidato nessuna donna. D’altronde ha solo una consigliera comunale. Da queste parti ha ancora tanta strada da fare prima di poter essere rappresentativo della società.
Le battaglie all’interno dei partiti per ottenere un posto in consiglio provinciale sono state accese, nonostante non ci fosse gettone di presenze e quant’altro.
Cari partiti avete perso una buona occasione per dimostrare che quando parlate di parità di genere ci credete realmente, e non è solo uno slogan da campagna elettorale. Quelle vere, quelle dove bisogna convincere i cittadini.
Lucia Portolano
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