INTERVENTO/ Guidare una grande impresa non è più complicato che amministrare una piccola città di provincia, vediamo perché.
Per conquistare e difendere la sua posizione di leadership nel mercato, una grande impresa deve confrontarsi con numerosi competitori, rinnovare continuamente i propri prodotti e servizi, creare e mantenere la fiducia dei clienti, ripagare gli azionisti, eccetera, eccetera. L’imprenditore (o amministratore delegato) deve essere capace di elaborare una strategia vincente, formare un valido gruppo dirigente, con cui programmare e organizzare le attività, elaborare norme e procedure efficaci di gestione e controllo, selezionare, premiare o sanzionare il personale a tutti i livelli.
Amministrare una media città nel sud Italia, come Brindisi, non è più semplice. I problemi da affrontare sono numerosi e complessi: lavoro, salute, sicurezza sociale, scuola, ambiente, trasporti, eccetera, eccetera. Ma al contrario del capo di una media impresa, il sindaco scelto con il voto dai cittadini non possiede sempre tutte le competenze necessarie, inoltre: non può scegliere liberamente i suoi diretti collaboratori, incontra enormi difficoltà per modificare norme e procedure amministrative, è costretto a mediare anche quando sarebbe più utile decidere e procedere rapidamente. Per questo è più difficile che abbia successo, soprattutto se gli tocca subentrare ad amministratori che prima di lui hanno mal governato e clamorosamente fallito. E’ “difficile” non “impossibile” .
Il rischio maggiore , già scontato in passato , è che chi ha competenze, onestà, visione, sia anche più consapevole delle difficoltà da affrontare e preferisca utilizzare le sue capacità, esperienze ed energie nella propria professione, per la propria famiglia. Semmai egli non valutasse pienamente a priori la complessità del ruolo che dovrà assumere e gli innumerevoli vincoli /conflitti che dovrà affrontare, dopo avere inutilmente tentato di cambiare le cose, alle prime, feroci, forse strumentali critiche, rinuncerà.
Se invece si candiderà e sarà eletto sindaco una persona con più modeste competenze, elevata spregiudicatezza, buona resistenza allo stress, durerà più a lungo , galleggerà tra mille intemperie e aggiungerà inevitabilmente altri guai a quelli che la città ha già accumulato ( poiché ha molto più da perdere rinunciando alla poltrona per tornare al suo vecchio, oscuro “mestiere).
Per realizzare un radicale processo di “cambiamento” e “rinnovamento” nello stile e nelle pratiche di governo della nostra città sarà pertanto necessario puntare su un sindaco visionario, competente, onesto, coraggioso, resistente allo stress. Potrà essere un uomo o una donna, in ogni caso dovrà:
- possedere una chiara visione strategica;
- indicare immediatamente le priorità, i valori guida e approdi realistici del cambiamento desiderato;
- scegliere liberamente il gruppo dirigente che dovrà affiancarlo (formato esclusivamente da persone nuove, oneste, competenti, affiatate);
- metter mano alle strutture tecniche ed amministrative , rimuovendo senza indugi barriere, resistenze al cambiamento, sprechi e inefficienze;
- mostrare coraggio, non mollare la presa di fronte alle prime, inevitabili difficoltà .
Bob Briner, un uomo di affari statunitense, ha scritto un bel libro , che in passato regalavo ai miei più diretti collaboratori “ Gesù come manager”. L’autore ha tentato di rileggere la vita di Gesù di Nazareth oltre ogni contesto mistico e spirituale, alla luce dei moderni criteri di efficace leadership e management. Egli ha in particolare sottolineato come Gesù impiegò diversi anni ad elaborare il suo progetto prima di annunciarlo , fissò chiaramente le priorità, scelse con cura i diretti collaboratori, li mise alla prova sul campo, fu tradito, rifiutò gli adulatori, non indorò la pillola, predicò pace, solidarietà e perdono ma cacciò con la frusta i mercanti dal tempio, corse molti rischi ma mantenne la calma nella tempesta. E’ un modello suggestivo, difficile da replicare .. Basterà però forse meno per trasformare e rinnovare questa nostra città .
Gli esponenti della “vecchia politica”, coloro che hanno governato per decenni e clamorosamente fallito indubbiamente resisteranno. Si camufferanno, indosseranno nuove divise, convocheranno vecchie clientele. Spetterà però solo agli elettori a valutare e decidere. Se ancora una volta sbaglieranno, si asterranno, non saranno capaci di scegliere le persone giuste, non potranno attribuire altri le responsabilità di un ennesimo fallimento. Bisognerà invece dare più “spazio alle donne”, perché elevato è il loro senso del dovere e la capacità di servizio. Soprattutto i giovani dovranno essere “protagonisti del cambiamento” , perché primario è il loro interesse a battersi per un futuro migliore, quello di una città più giusta, più sicura, più solidale, dove essi possano poter continuare a vivere e realizzarsi, amare ed essere amati.
Giuseppe Antonelli
Altro che nuovo sindaco, Secondo me il commissario dovtebbe rimanere a brindisi x qualche anno in modo che resetti completamente tutti i settori del comune.
Lasciamo stare i paragoni di cattivo gusto con nostro Signore Gesù Cristo, che di questi tempi ha problemi ben più seri da risolvere.
A mio parere, sono indispensabili due presupposti essenziali per rimettere in carreggiata una città disastrata dalla mala gestio di una classe politica di raro squallore umano e culturale:
a) l’immediata rottamazione dei soliti noti. Vecchia classe dirigente che con clientele e parentele disgustose, inquina la nostra città da decenni;
b) la gestione del bene comune da parte di persone oneste che si occupino, per l’appunto, del bene di tutti e non degli interessi propri o di pochi.
A questi due presupposti – oserei definirli quasi tautologici – si aggiunga che oggi più che mai, ritengo sia assolutamente necessario individuare figure forti che possano opporsi al Baricentrismo e al nuovo Impero di Emiliano.
Al di là del discorso TAP, andate a dare una scorsa al numero di ospedali che chiuderanno, e a quale provincia subirà le chiusure maggiori.
Il gioco si conduce in contrapposizione a chi ci considera da sempre carne da macello. Figli pugliesi di un Dio minore, che non hanno voce in capitolo nei consessi che contano.
Pertanto, attenzione ai nuovi sedicenti candidati sindaci che già si stanno proponendo alla ribalta mediatica. Non vorrei che, come successo al piddino Consales, un giorno, Emiliano, dopo averli sostenuti per amor di partito, non sia costretto a prenderne le distanze alla bisogna.
Perché questo è il PD in Puglia signori. Diffidate dalle imitazioni.
qualunque sindaco, l’importante è che sia una persona che veramente s’impegni, soprattutto per risolvere alcune problematiche come -ad esempio- quelle ambientali e occupazionali. Non abbiamo quasi mai avuto delle amministrazioni in grado di governare questa città, ma, certo, l’amministrazione Consales, come dice Emiliano, è un brutto ricordo da dimenticare! speriamo bene nel prossimo sindaco e nella sua amministrazione
Dietro un sindaco serve l’uomo con la sua coscienza sociale a seguito che perpetui il bene comune ma poi non si sa perche nel mulino tutti si infarinano. E’ quasi utopico amministrare la cosa pubblica, le cronache narrano piu’ dei bestseller. Il privato e’ piu’ selettivo.
Per trovare il Sindaco con le caratteristiche che vengono descritte forse dovremo cercare su Marte. Naturalmente condivido il contenuto dell’intervento e apprezzo soprattutto la mancanza di appartenenza di schieramento ideologico che il futuro Sindaco deve avere, visto che da troppo tempo a Brindisi destra, sinistra-centro si confondono, a scapito dei cittadini ma a difesa dei poteri consolidati. Modestamente aggiungo che il nuovo Sindaco deve partire dalle cose semplici, amministrare con onestà quello che i cittadini si aspettano da lui, cioè i rifiuti la manutenzione delle strade e tutte quelle cose che spettano al Sindaco, sarebbe già una rivoluzione. I candidati Sindaco che promettono posti di lavoro o progetti faraonici non fanno gli interessi dei cittadini ma usano i bisogni primari della gente per propri interessi. Il lavoro di un Sindaco è descritto correttamente dall’articolo ma quello rappresenta l’eccellenza, mi accontenterei di una normale e corretta gestione della cosa pubblica
Concordo con te, caro Antonelli. E proprio perché la vecchia feccia della politica brindisina tenterà di camuffarsi e riciclarsi, sapendo di non avere di fronte una nuova classe di persone scafate, scaltre e in malafede come loro, allora vi è bisogno di disinfettare questa piaga purulenta e sanguinante che è la nostra città. Ribadisco: 5 anni di commissariamento con cambio commissario ogni 6 mesi e poteri più ampi di quelli attuali.Passati i 5 anni credo che la piaga si sia risanata e rimarginata e tutti i loschi figuri (definizione leggera) della attuale politica si spera siano spariti dalla scena ( per non dire un’altra cosa che mi censurerebbero). Allora, si, forse, si potrebbe pensare di tornare alle urne con un poco più di serenità e speranza per l’avvenire.
Qualche giorno addietro ho sentito Augias, famoso giornalista, che diceva di essere ” innamorato di Gesù ” pur essendo lui un fervente ateo. Il libro che cita il dott. Antonelli, Gesù come manager, all’epoca lo lessi con qualche perplessità. Ora Io penso che Brindisi non abbia bisogno di un nuovo Messia ma di uomini coraggiosi, sulle orme di Gesù, che possano traghettare questa città fuori dalle secche dell’illegalità. Paolo
PS. Rileggerò quel libro.