INTERVENTO/Dobbiamo intenderci se considerare il diritto al lavoro un optional oppure una esigenza per migliorare la qualità della vita dei cittadini, sia dal punto di vista della salute che della sicurezza. La difesa e la tutela dell’ambiente sono presupposti fondamentali per raggiungere questi obiettivi.
Come UIL li consideriamo bisogni primari, elementi indispensabili della società attuale di cui il cittadino e la collettività non possono farne a mano. Per questo da anni conduciamo, insieme a CGIL e CISL, una battaglia senza risparmio di energie alla ricerca di “alleati”, pochi per la verità, per condividere e realizzare obiettivi concreti per cambiare in meglio la situazione.
Ritroviamo, invece, saltuariamente qualche attenzione su questi argomenti, ad esempio quando capitano episodi come le “sfiammate” delle candele all’interno del petrolchimico. Sottolineiamo che qualche mese addietro, insieme ai colleghi Confederali fu presentata, tramite il Sindaco Consales, una richiesta di incontro con ENI che non ha avuto riscontro fino ad oggi.
Inoltre il documento unitario, consegnato a Sua Eccellenza il Prefetto dottor Prete qualche settimana addietro e, successivamente, fatto pervenire a tutti i rappresentanti politici locali e nazionali, contiene una analisi d’insieme del contesto industriale brindisino. Non solo richieste o rivendicazioni, ma proposte costruttive per migliorarne lo status. Alcune considerazioni riguardano anche le società storiche del territorio che ormai da anni hanno diminuito la loro attenzione verso il nostro polo industriale. Per questo abbiamo la necessità, prima di assumere iniziative eclatanti, di discutere insieme le vere intenzioni che ci hanno riservato per il prossimo futuro. Tutti conoscono ormai i contenuti, ancora pochi per la verità ci hanno risposto, a parte le dichiarazioni del Sindaco della scorsa settimana.
L’ENI, ad esempio, più di tutte continua a disinteressarsi delle priorità complessive delle sue società, un pericoloso calo di attenzione che non sappiamo dove potrà condurre. Per questo soffre anche il costante monitoraggio di cui hanno bisogno gli impianti per prevenire e controllare eventuali disservizi nel ciclo produttivo. Con il solito blocco del compressore si possono giustificare tutte le accidentali inefficienze? Ci sembra alquanto ridicolo.
Né tantomeno sono sufficienti tre assunzioni nel settore dei servizi per lavarsi la coscienza, dimenticandosi dei dipendenti ex EVC e DOW da anni in attesa di essere ricollocati. Non siamo preoccupati solo della “sfiammata” che naturalmente è situazione di potenziale pericolo, ma anche di quanto sta avvenendo: la sua latitanza, ormai acclarata, delle attenzioni e degli urgenti investimenti da fare.
Siamo convinti che è indispensabile una diffusa politica di informazione nei confronti della collettività. Attendiamo con grande preoccupazione l’incontro richiesto, auspicando che si svolga i primi giorni di settembre. Ci attendiamo risposte chiare e precise sulle politiche industriali e sugli investimenti e, sopratutto, quelle riguardanti gli indispensabili adeguamenti impiantistici necesssari anche per la sicurezza e la salute dei cittadini.
Antonio Licchello, segretario provinciale UIL
“Sua Eccellenza il Prefetto”.
Nel terzo millennio ancora usiamo quel termine che già Toto ridicolizzò con un film negli anni ’50!
Il termine fu cancellato da un D.l. del ’45. Ribadito da una circolare ministeriale del ’50 e come se non bastasse, anche l’attuale presidente della Repubblica nel ’96 lo risparmiò a giudici e prefetti. Soprattutto per non accomunarli ai capi dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sovrano Militare Ordine di Malta, che se ne possono fregiare. Beati loro!