Left: “Rossi e Bianco non dicono tutta la verità sul bilancio dell’Asi, la faziosità non serve”

INTERVENTO/ Lo abbiamo chiarito più volte: non godiamo delle eventuali difficoltà gestionali e finanziarie del Consorzio ASI. E abbiamo espresso in più occasioni le nostre preoccupazioni per lo stato attuale e per il futuro dell’ASI ed il suo ruolo per il rilancio dello sviluppo della zona industriale di Brindisi, oggi tormentata da una desertificazione imprenditoriale ma ricca al tempo stesso di aziende multinazionali. Per questo abbiamo voluto aprire una riflessione anche alla luce della proposta regionale che non tiene in considerazione le peculiarità e la funzione di ogni zona industriale, compresa quella di Brindisi. Quindi nulla di personale da parte nostra nei confronti dei soci e degli amministratori ma solo un richiamo alle responsabilità.

Ma abbiamo il dovere di evidenziare la subalternità e la manchevolezza dei soci ad andare oltre l’apparenza; evidenziare cosa è stato approvato con il bilancio ASI perché chi vota ha il dovere di capire cosa vota.

Il consorzio ASI, si sa, è partecipato per il 66% dal Comune di Brindisi e dall’ente Provincia di Brindisi.

Per entrambi il rappresentante è Riccardo Rossi.

Ed ancora una volta assistiamo ad un gioco di prestigio come quando è stato invocato l’intervento dell’arbitro, il Commissario ad Acta, per valutare il bilancio previsionale del Comune per poi essere smentito su tutta la linea dallo stesso arbitro che, quindi, riabilitava in un colpo solo Dirigente ed Assessore al Bilancio.

Anche questa volta sul bilancio ASI si è assistito ad una difesa ad oltranza di ciò che è indifendibile.

Un bilancio che era stato impostato su basi che venivano smentite con un parere negativo del Collegio Sindacale è stato smentito anche questa volta da un arbitro; questa volta non da un commissario ad acta ma dalla Deloitte, una multinazionale della consulenza aziendale, non poco autorevole.

Dando ragione quindi al Collegio Sindacale ed a chi, come il consigliere regionale Amati, aveva valutato il bilancio ASI e vi aveva intravisto delle incongruenze tali da rendere lo stesso non veritiero.

E quindi poco è servito insinuare la incompatibilità del Presidente dell’Organo Collegiale di Revisione, peraltro evidentemente inesistente, per inficiare e delegittimare il giudizio collegiale dell’organo di controllo.

In soldoni, il presidente dimissionario ed il sindaco non ci dicono tutta la verità; perché dire dell’ASI e del suo bilancio che va tutto bene è una dissimulazione bell’ e buona.

E bene avrebbe fatto il consigliere regionale, Maurizio Bruno, a studiare la documentazione relativa al bilancio 2019 prima di ergersi a difensore civico del suo compaesano.

Soprattutto se l’utile di € 960.000 è frutto, non della capacità del consorzio di produrre reddito per i servizi resi, ma di un meccanismo contabile che obbliga a registrare sopravvenienze eccezionali, non ripetitive e  non ripetibili negli anni avvenire, tra i ricavi.

E se si considera che tra i ricavi vengono contabilizzati € 290.000 di contributi degli enti soci, si badi bene non ricavi da servizi, allora l’utile vero, quello prodotto in sintonia con l’oggetto sociale, ossia la gestione delle aree industriali di Brindisi, Fasano, Francavilla Fontana ed Ostuni non è di € 960.000, ma scende di parecchio; a circa € 168.000.

Ma l’utile non è l’unico parametro cui guardare per valutare lo stato di salute dell’ente, e questo lo sa bene chi ha un po’ di rudimenti di analisi di bilancio.

Occorrerebbe verificare anche altri indicatori tra cui quello di tesoreria che misura la capacità dell’ente a “soddisfare” i debiti a breve e medio termine mediante la liquidità disponibile (cassa e banche) o con i crediti a breve e medio termine e che nel caso specifico dell’ASI è negativo, evidenziando non proprio uno stato di salute da manuale; anzi!

Bisognerebbe avere l’onestà di riconoscere i propri errori chiedendo scusa per le valutazione ed i giudizi partigiani espressi sulla base di esili competenze e diventare paladino della verità e della trasparenza.

Quella trasparenza che, andando oltre gli schemi formali di un bilancio, può fare chiarezza su assunzioni del personale, su incarichi professionali, su consulenze e donazioni; criticità più volte sottolineate e mai risolte; anzi scientemente eluse da chi ha responsabilità di governo in quell’ente, evitando di fornire spiegazioni.

Ora dopo l’approvazione di un bilancio non allineato alle impostazioni del presidente dimissionario e del sindaco tutti gli enti soci, compreso il Comune di Brindisi, dovranno tornare in aula consiliare per approvare il bilancio consolidato perché quello che hanno approvato era basato su un bilancio “fasullo”, non veritiero.

Bisognerà vedere cosa accadrà nel Consiglio di Brindisi e come il sindaco Rossi spiegherà questa ennesima ed  ostinata cantonata dopo quella presa con il bilancio di previsione che ha costretto il Prefetto ad intervenire.

Amministrare la cosa pubblica, i soldi pubblici, è una cosa seria, non per tutti; richiede lealtà, onestà intellettuale e competenza verso i portatori di interesse, e mai faziosità; mai!!

Coordinamento di Left Brindisi (Carmine Dipietrangelo, Alessandra Amoruso, Rosanna Cavallo, Paolo Perrino, Cristiano D’errico, Vincenzo Albano, Nunzio Farina, Francesca Donnicola, Damiano Sciarra, Teodoro Iaia, Giovanni Caforio, Ferruccio Leoci, Giuseppe Ferraro, Annalisa Presta)

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