Le ultime parole dell’impreditore ammazzato: “Hanno sbagliato”, giovedì l’autopsia

BRINDISI – Era su una barella dell’ospedale ‘Antonio Perrino’ di Brindisi e continuava a ripetere: “Hanno sbagliato, hanno sbagliato”. Sarebbero state queste le ultime parole pronunciate prima di morire dall’imprenditore tuturanese Gerardo Vero,  73 anni, ammazzato a colpi d’arma da fuoco la vigilia dell’Immacolata mentre si trovava nella villetta di famiglia insieme al figlio Giuseppe. L’ex costruttore è morto lunedì mattina, stando ai referti medici, per uno choc emorragico dopo circa nove ore dall’agguato consumatosi in via delle Pesche a Tuturano. Il pm Luca Buccheri ha conferito l’incarico dell’autopsia, che sarà eseguita giovedì pomeriggio prossimo, al medico legale Antonio Carusi. Non è chiaro cosa Vero volesse dire con quella frase: “hanno sbagliato”. Molto probabilmente si riferiva ai suoi aggressori.

agguato gerardo vero
Il letto dove si trovava Vero

Cinque colpi sulla gamba destra, quattro su quella sinistra e uno al braccio. Dovrebbero essere questi nove, stando a una prima ricostruzione effettuata dagli agenti della Squadra mobile, i colpi sparati contro l’imprenditore Gerardo Vero domenica sera poco dopo le 20.30 nel villino alla periferia di Tuturano. L’uomo si trovava nella camera da letto, disteso su due cuscini quando è stato crivellato di colpi. Uno dietro l’altro che in un battibaleno gli hanno riempito le gambe di ‘buchi’ mentre un altro proiettile avrebbe colpito il braccio, lo stesso che avrebbe poi sfiorato il torace provocandogli una profonda escoriazione. Infatti, i poliziotti hanno rinvenuto diversi bossoli sul pavimento della stessa stanza, ma non quanti i fori, appunto, che l’uomo aveva addosso. Ancora in dubbio, infatti, se a sparare siano state due armi: una pistola 7.65 e un revolver, che non lascia i bossoli dopo lo sparo.

Infatti, quando Vero è giunto al Pronto soccorso del nosocomio brindisino e sottoposto ai primi esami, i medici, si sono immediatamente accorti che nel corpo del 73enne c’erano dei frammenti metallici riconducibili molto probabilmente ai proiettili. L’imprenditore, però, non è stato operato subito, i medici infatti avrebbero deciso di intervenire chirurgicamente la mattina successiva. Dopo il ricovero la sera del 7 dicembre nel reparto di Ortopedia, Gerardo Vero, è morto la mattina successiva. A nulla è valso il trasferimento in Rianimazione. Stando al referto medico, il 73enne, è deceduto a causa di uno choc emorragico.

Gli agenti della Squadra mobile, alla guida del vice questore Alberto Somma, continuano ad indagare a trecentosessanta gradi. Ieri, a 24 ore dall’agguato, infatti, gli investigatori sono ritornati sulla scena del delitto per rilevare altri elementi utili all’indagine. Al momento, però, l’unica versione accreditata sarebbe quella fornita dal figlio dell’imprenditore, Giuseppe di 35anni, che si trovava in casa con lui. E’ stato proprio quest’ultimo domenica sera a chiamare al 113 e segnalare la tragedia.

GERARDO vero
La vittima, Gerardo Vero

Secondo la ricostruzione degli investigatori, a sparare sarebbero state più persone, pare due, che sono riusciti a fare irruzione nella villa della famiglia Vero, molto probabilmente, scavalcando il muro di cinta. E poi cosa sarebbe successo? Secondo i poliziotti, i killer, sarebbero entrati dalla porta d’ingresso principale dell’abitazione e si sarebbero diretti nella camera da letto e poi avrebbero aperto il fuoco. Il figlio, che si trovava in un’altra stanza a guardare la tivù, avrebbe dichiarato alla polizia di aver udito prima gli spari e poi le urla del padre, ma quando è uscito da casa non ha visto nessuno. E poi si sarebbe preoccupato del padre che era nel letto in un lago di sangue.

Gli affari della famiglia Vero, attualmente, non erano più quelli di un tempo. Le aziende di famiglia tiravano avanti facendo i conti con la crisi economica. Le rose rosse intorno alle società Vero sono sbocciate negli anni Novanta con gli appalti. Proprio la concessione di una costruzione di palazzine in via Rossini a Tuturano dopo pochi anni portò l’imprenditore Gerardo Vero a finire nell’inchiesta della Tangentopoli brindisina, dove furono arrestati l’ex sindaco e diversi imprenditori locali per un grosso giro di mazzette.

Tuturano, il piccolo centro a sud di Brindisi ancora una volta al centro di un fatto di cronaca. La frazione in passato ha vissuto anni caldi, quando erano vivi gli affari della sacra corona unita.

Il movente del delitto consumatosi la sera della vigilia dell’Immacolato quindi resta, ancora, sconosciuto. Gli investigatori, però, in queste ore stanno inoltre scavando nella vita privata di Vero senior e junior. Spetterà a loro e agli inquirenti far luce su una vicenda che finora resta circoscritta da molti lati oscuri, a partire dalla dinamica dell’accaduto stesso.

Maristella De Michele

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