BRINDISI- Preoccupazione tra i lavoratori di Edipower, non solo tra quelli dell’indotto, si teme anche per quelli diretti. All’orizzonte la cassa integrazione con il continuo fermo dello stabilimento così come ha dichiarato Edipower.
Ieri pomeriggio un incontro con i vertici Edipower in Confindustria alla presenza delle organizzazioni sindacali. “L’azienda ha ribadito l’impegno assunto nei precedenti incontri presso il Comune con tutte le parti sociali e quello in Confindustria con le organizzazioni sindacali- scrivono in una nota le Rsu della centrale– a presentare una lettera d’intenti da condividere sul territorio con tutti i soggetti interessati”. Davanti a questo scenario le rappresentanza sindacali unitarie dichiarano l’indisponibilità ad aprire qualsiasi procedura per il ricorso agli ammortizzatori sociali in assenza di uno scenario certo sul futuro dei progetti presentati e delle risorse necessarie per gli investimenti. In poche parole non si aprono le procedure di cassa integrazione se prima sul tavolo non si scrive nero su bianco la ricollocazione dei dipendenti.
“Come Rsu della centrale Edipower di Brindisi ci aspettiamo- aggiungono i sindacati interni- da parte di tutti i soggetti interessati, a partire dalle istituzioni (Regione Puglia, Prefettura, Provincia e Comune di Brindisi) un chiaro impegno a discutere e a ricercare soluzioni esaustive sulla problematica, già nei prossimi incontri previsti nel territorio. Inoltre evidenziamo, che già da ora si stanno manifestando, nell’ambito dell’indotto, una serie di riflessi sui lavoratori coinvolti”.
Intanto il sindaco Consales punta il dito contro Edipower e A2A denunciando di non aver visto nel piano industriale il progetto di riconversione per Brindisi. Secondo il primo cittadino la società starebbe solo prendendo tempo.
Lu.Po.
Sara forse pure vero che A2A sta prendendo tempo, ma c è di vero che a Brindisi l’ industria sta morendo anche perchè comune, provincia, regione non sanno ancora cosa fare da grandi, non sanno ancora che direzione prendere. Troppe chiacchiere e pochi fatti, e quel che è più grave non ci sono alternative. Qui ci sono progetti che aspettano solo di essere autorizzati, aziende che vorrebbero investire e si trovano invece a dover aspettare chissà quanto tempo per le comodità dei nostri enti, vedi il settore Ecologia della Provincia che fa di tutto per mandare a casa gli investitori che vogliono portare soldi e lavoro, prendendosi tutto il tempo possibile e immaginabile per rilasciare uno straccio di autorizzazione, come sta succedendo per Termomeccanica. E intanto centinaia di lavoratori sono a un passo dal baratro, e i nostri amministratori dormono..