Da Latiano a Santiago de Compostela: il cammino di Daniele, il fotografo-ciclista

LATIANO – «La vita è come la bicicletta, bisogna muoversi per restare in equilibrio. Mi chiamo Daniele Errico e a luglio percorrerò 3400 chilometri in bicicletta». Comincia così, con un post su Facebook, l’avventura di Daniele, il fotografo freelance bolognese ma latianese d’adozione che ha da poco inaugurato il suo nuovo e, forse, più ambizioso progetto: “Scattiadueruote”, ovvero percorrere il cammino di Santiago in biciletta partendo da Latiano, per un totale di 3400 chilometri. Per chi non lo sapesse, il Cammino di Santiago è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, dove ci sarebbe la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore.

daniele errico compostela4C’è una ricca letteratura riguardante il Cammino: libri, film, documentari, testimonianze di chi l’ha affrontato o di chi ci ha solo provato. A piedi o in bicicletta, per un’esperienza interiore aderente allo spirito dei pellegrini, o comodamente motorizzati, più vicini all’approccio del turista. Tanti sono i motivi che spingono gli aspiranti viandanti a intraprendere un viaggio così lungo e faticoso: voglia di avventura e sentimento religioso sono in cima alla lista degli stimoli ma, in realtà, esiste una buona ragione per ogni pellegrino che si mette in cammino. Tralasciando per un attimo la questione  pellegrinaggio, la cosa, raccontata nuda e cruda, fa già impressione: 3400 chilometri, suddivisi in tappe giornaliere che vanno dai 90 ai 60 chilometri, non sono una sciocchezza, non una gita fuori porta né una passeggiata di salute.

daniele errico compostela2Il cammino di Daniele, infatti, parte dal suo paese di residenza, incastonato nel tacco d’Italia. «Percorrerò la via Francigena fino a Roma, Castel Gandolfo, per l’esattezza, e da lì andrò su, fino in Val di Susa. Entrerò in Francia per raggiungere Saint-Jean-Pied-de-Port». Da lì, in pochi giorni, il suo programma lo porterà a Compostela e, oltre, fino all’Atlantico, a Finisterre. «Non sono mai stato un tipo “statico” – si racconta Errico – La mia esperienza di vita parla per me: mi sono diplomato perito agrario per andare in Africa a costruire condutture d’acqua in un villaggio per conto di una missione. Ho vissuto circa 3 anni fra Kenya, Tanzania e Sudafrica. Poi son tornato in Italia e, sfruttando una passione nata nel continente nero, ha cominciato a scattare. Ho scritto alcuni libri e mi butto in ogni cosa che penso possa essere stimolante».

daniele errico compostela1Daniele è il titolare, insieme al fratello Simone, di un’agenzia grafica e di comunicazione, il “40esimo parallelo”, ma, evidentemente, stare dietro la scrivania proprio non gli garba. «La crisi c’è e si sente. Se rimani fermo, muori. Allora bisogna reinventarsi e trovare le giuste motivazioni per andare avanti, ripensarsi sotto tutti i punti di vista: professionale, personale e umano». Il pallino del cammino di Santiago, Daniele ce l’ha da anni ma solo ora una serie di circostanze hanno reso possibile la pianificazione dell’impresa. «Mio padre lo ha già fatto, qualche anno fa: lo doveva fare con mia madre ma non hanno avuto tempo a sufficienza per affrontarlo insieme. Io sono partito, inizialmente, per un viaggio in solitario poi ho pensato, invece, che avrei potuto coinvolgere mio figlio Riccardo che ha 18 anni: se si allena duramente e capisce che in bici, sui monti, non si scherza affronteremo questo viaggio iniziatico insieme».

Ma come si affrontano 3400 chilometri in bici? «Con tanta gamba e tanto fiato! Scherzi a parte: in questi ultimi mesi sono state tante le avventure, i sogni, i progetti che sono stati finanziati col crowdfunding. Ho pensato: perché no? Propongo ai miei finanziatori dei pacchetti che vanno dal dvd con gli scatti, all’ebook, fino al libro stampato, a seconda di quanto vogliano investire su di me». Il progetto di Errico è finanziabile, da qualche giorno, sul sito indiegogo ma questo non è il solo canale che il fotografo sta percorrendo. «Ho contattato qualche azienda che poteva essere interessata a fornirmi equipaggiamento e attrezzature e qualcuna ha risposto alla mia chiamata».

La partenza è prevista da piazza capitano D’Ippolito, a Latiano, il primo luglio prossimo. Uno dei “fiancheggiatori” di Errico, il Freelife cafè, insieme allo Studio Eden e alla Cerias Ristrutturazioni, organizzerà una piccola festa in suo onore. Il suo viaggio sarà documentato sui social network attraverso un diario quotidiano: da lì si potrà vivere, quasi per osmosi, soddisfazioni, difficoltà, incontri, pericoli di un viaggio che non sarà propriamente una sgambata. Ma, come dice il fotografo-pedalatore: «La vita è una bicicletta, per restare in piedi bisogna muoversi». E, allora, muoviti, Daniele: l’ahi voluta la bicicletta? E ora, pedala!

Maurizio Distante

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