L’Arma celebra la Virgo Fidelis, “La nostra una missione: eroi non si nasce, si diventa”

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BRINDISI – L’Arma dei Carabinieri, in una Santa Messa, ha voluto festeggiare anche quest’anno la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma. Una giornata che si è svolta nella Cattedrale brindisina alla presenza delle autorità civili, istituzionali e militari. Alla santa messa, presenti anche gli studenti degli istituti scolastici “Morvillo-Falcone”, “Enrico Fermi-Monticelli”, “Sandro Pertini” e della “Scuola Europea”.

Il Colonnello Nicola Conforti, Comandante provinciale dei Carabinieri di Brindisi, ha tenuto un lungo discorso dopo l’omelia dell’arcivescovo Caliandro.

Dopo un pensiero a tutti i militari, alle vedove e ai figli dei militari scomparsi ma sempre presenti nel loro percorso, il Colonnello Conforti ha voluto riprendere l’ultima frase della preghiera del Carabiniere, “Suscita in ognuno di noi l’entusiasmo  di testimoniare con la fedeltà sino alla morte l’amore a Dio e ai fratelli italiani”, sottolineandone l’attualità.

“Oggi come ieri, forse oggi più che mai, c’è bisogno di tanto entusiasmo. E mi rivolgo a tutti i Carabinieri presenti, rinnovando i suggerimenti che quotidianamente faccio nel mio girovagare tra i comuni della Provincia. Mi rivolgo – sottolinea Conforti – ai giovani con cui cerco di condividere momenti del mio tempo, confrontandoci in maniera aperta e sincera fra i banchi di scuola. A voi che non siete un futuro incerto, bensì un presente solido, l’invito sincero a impegnarvi sempre con grande entusiasmo nelle sfide della vita”.

L’Arma si ritrova a celebrare la sua patrona, la Virgo Fidelis, il 21 novembre, giorno della conclusione della battaglia di Culqualber,combattuta in Africa Orientale dal 1° Battaglione Carabinieri mobilitato, schierato a presidio del caposaldo posto a sbarramento dell’avanzata britannica verso Gondar. La Virgo Fidelis ha ispirato il motto dei Carabinieri, quel “Nei secoli fedeli” che contraddistingue l’Arma da tutte le altre Forza Armate.

“Con questa celebrazione vogliamo rinnovare la fedeltà a Dio e al giuramento prestato, sapendo che portare l’uniforme significa assolvere ad una missione, nel solco della nostra storia ormai bicentenaria e delle nostre fulgide tradizioni – ha dichiarato Conforti – Maria ci mette davanti agli occhi il grande valore della fedeltà. E in questi giorni difficili, dove il male più bieco ed assassino sta seminando il terrore nel cuore d’Europa, dobbiamo ancor più ricorrere allo sguardo confortatrice della Nostra Patrona e prendere a modello proprio i martiri di Culqualber i quali ci testimoniano concretamente quanto sia grande il patrimonio di efficienza e abnegazione tramandato da tutti i Carabinieri caduti, che, in pace e in guerra, in Italia e all’estero, hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio”.

“Eroi si diventa, non si nasce. Nessuno si alza la mattina con il desiderio di ingaggiare un conflitto a fuoco e sacrificare la vita per poter essere ricordato ed onorato come eroe. Nessuno. Ma essere un fedele servitore in armi della Patria presuppone l’impegno, la coerenza e l’entusiasmo di fare fino in fondo il proprio dovere e, qualora la situazione lo richieda, a mettere anche a repentaglio la propria vita. Ma i Carabinieri che oggi gremiscono questa splendida Cattedrale non sono assolutamente eroi. Vogliamo essere fedeli servitori dello Stato capaci di assolvere il proprio dovere in maniera silenziosa ma operosa”.

In giorni in cui i fatti di Parigi, Beirut e Bamako riempiono le pagine dei giornali e gli occhi di ognuno, l’Italia e l’Europa hanno bisogno di normalità. E l’Arma cerca di dare tranquillità alla gente con i propri controlli e, in particolare, cerca di dare normalità alla vita degli orfani, figli di militari dell’Arma, sostenendoli negli studi sino al conseguimento del Diploma di Laurea.

A.P.

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