CAROVIGNO – Un’altra soluzione sarebbe possibile per lo scarico del depuratore di Carovigno. Attualmente i liquami trattati vanno a finire nel canale Reale che, a sua volta, sfocia nell’area marina di Torre Guaceto, cosa che ha fatto gridare allo scandalo ambientalisti e una larga fetta di popolazione brindisina e non solo. Nella riunione di oggi in Regione, però, si sono affrontati i temi che dovrebbero riuscire a superare la crisi, implementando misure e soluzioni che evitino lo scarico del depuratore nel canale fino alla costruzione della arcinota conduttura sottomarina che metterebbe più o meno tutti d’accordo. Nicola Costantino, amministratore unico dell’Aqp, si è detto soddisfatto di come stiano andando le cose poiché, secondo i dati in suo possesso, l’impianto è entrato a regime molto prima dei 60 giorni previsti e, in soli 20 giorni, i livelli di inquinanti immessi nella riserva sarebbero rientrati nei limiti previsti dalla legge. Questo, però, non ha fermato i lavori per modificare l’inerzia della situazione.
Dalla riunione di stamattina sarebbe emersa la possibilità di definire un recapito alternativo a quello del canale Reale. L’intervento, utile a tempo secco, prevede la realizzazione di trincee drenanti disperdenti nel suolo e negli strati superficiali del sottosuolo, ove conferire i liquami depurati a una velocità di 50 litri al secondo. Ha relazionato sul progetto l’ingegner Baldini di Aqp nel seguito dell’incontro svolto presso la Presidenza della Regione, il 7 ottobre scorso. L’impegno assunto allora era stato quello di verificare ogni possibile soluzione dopo le conclusioni delle indagini sulle aree adiacenti l’impianto di depurazione consortile di Carovigno e sull’avvio del funzionamento dello stesso. Le decisioni prese nella riunione possono essere sintetizzate in 4 punti: Aqp predisporrà il progetto delle trincee drenanti disperdenti che sarà presentato al servizio risorse idriche e alle altre amministrazioni competenti, entro 20 giorni da oggi; la Regione, acquisito il progetto, provvederà a convocare gli enti competenti per il rilascio delle autorizzazioni necessarie; Aqp provvederà alla realizzazione dell’intervento entro i 3 mesi successivi alla data del rilascio delle autorizzazioni, con oneri a proprio carico nel rispetto della normativa vigente e con procedure di massima urgenza; parallelamente, Aqp proseguirà, così come stabilito nella precedente riunione del 7 ottobre, alla realizzazione della condotta sottomarina concordata con il Consorzio di gestione di Torre Guaceto, impegnandosi nella contrazione dei relativi tempi di realizzazione. Positivo il parere espresso dal Consorzio di gestione di Torre Guaceto tanto sulla soluzione alternativa individuata che sugli impegni assunti da Regione Puglia e Aqp. Gli assessori Giannini e Barbanente, presenti anche all’incontro di oggi, hanno considerato positivamente lo spirito collaborativo che ha caratterizzato l’incontro, così come anche l’amministrazione comunale di Brindisi saluta con favore le decisioni prese questa mattina a Bari.
Non dello stesso avviso, però, sono gli attivisti che si sono costituiti nel forum dei comitati civici. «La vicenda che riguarda lo scarico di liquami a Torre Guaceto ha vissuto oggi una altra giornata nera – afferma Roberto Aprile – La soluzione per Torre Guaceto trovata nella odierna riunione dal Comitato tecnico promosso dalla Regione Puglia prevede versamenti di liquami nel mare di Torre Guaceto ancora per anni, avendo la faccia tosta di chiedere tempi certi per la realizzazione della condotta sottomarina che doveva già essere stata costruita da anni». Aprile punta il dito sulla quarantennale storia del depuratore di Carovigno, nato sotto la cattiva stella degli sprechi e della pessima gestione della cosa pubblica. «Torre Guaceto continuerà a ricevere solo gli scarichi da San Vito e San Michele perché qualche strapagato tecnico ha sbagliato la pendenza di scarico per la città di Carovigno, che chissà per quanti altri anni continuerà a versare in falda. Una politica maledetta ha fatto lievitare i costi del depuratore non costruendo alcuna soluzione.
Noi non crediamo nel carcere come scuola di rieducazione ma qualcuno dovrebbe pagare per la storia di un depuratore iniziata più di 40 anni fa e che è stato fatto versare in falda per tutti questi anni». Il Forum dei Comitati Civici, organismo che raccoglie tutti i comitati sorti sull’argomento e cittadini semplici, si riunirà mercoledì 29 ottobre alle 19 presso la sede di Brindisi Bene Comune per decidere quali concrete iniziative prendere su una sola parola d’ordine: fermare immediatamente lo scarico. Per chiudere il cerchio della situazione occorre dire che, anche se dovesse essere realizzata in tempi brevi e certi, la conduttura sottomarina non risolverebbe comunque il problema del canale Reale, nel quale confluiscono i liquami degli altri depuratori disseminati lungo il suo corso che, infine, sfociano comunque all’interno dell’area protetta di Torre Guaceto. La storia, insomma, sembra destinata a ripetersi all’infinito e ogni tipo di azione o possibile idea di soluzione sembra, arrivati a questo punto, un palliativo più che una cura.
BrindisiOggi
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