BRINDISI- La stagione dei saldi è nera, i consumatori spendono meno ed anche davanti all’occasione di fare l’affare preferiscono risparmiare. Brindisi come il resto del paese a dieci giorni dall’inizio della stagione dei saldi registra un trend decisamente negativo. È quanto emerso dalla verifica dell’indagine previsionale sulle vendite di fine stagione che Confesercenti ha condotto su campioni rappresentativi delle imprese e dei consumatori (chiusa la sera di giovedì 29 giugno) e dall’analisi dei dati delle vendite registrati nei primi 10 giorni di promozioni, i Saldi estivi 2017 sono partiti a rilento e nel segno dell’incertezza. Un italiano su tre era indeciso, soprattutto per ragioni economiche, se partecipare o meno alle vendite di fine stagione estive che, ricordiamo, sono partite il 1° luglio. Unica certezza? il budget medio di circa 220 euro a famiglia, in linea con le rilevazioni dello scorso anno. Tra chi è indeciso se partecipare o ha già scelto di non farlo, uno su quattro lo fa perché ritiene di non avere risorse economiche sufficienti, mentre il 37% preferisce risparmiare qualcosa per il futuro. Il restante 38%, invece, indica la mancata necessità di vestiti o accessori come ragione principale. Ma anche tra chi ha già pianificato acquisti cresce la prudenza: il 47% cercherà soprattutto la convenienza, mentre solo uno su quattro (il 27%) approfitterà degli sconti per portare a casa a prezzo ridotto uno o più capi di qualità. Pure i commercianti si mostrano fiduciosi ma non troppo: per il 66% i saldi estivi andranno come lo scorso anno, senza crescere né diminuire. Aumentano, invece, gli sconti: un negozio su quattro è partito dal 50%. Dall’analisi dei dati delle vendite registrate nei primi 10 giorni di promozioni, lo svolgimento è alquanto negativo rispetto alle aspettative, anche se manca ancora tanto alla fine. “Quest’anno i saldi saranno più convenienti che mai”, spiega Roberto Manzoni, Presidente Fismo Confesercenti. “Le vendite quest’anno sono state lente, ed i clienti troveranno un assortimento record con sconti davvero interessanti, messi in campo dai negozianti per contrastare l’incertezza delle famiglie”. Il settore comunque continua a pagare un prezzo troppo alto, tanto che sono in pochissimi disposti a rilevare o intraprendere una attività in questo settore. Ciò aggrava la situazione occupazionale. La distribuzione moda, soprattutto quella tradizionale, non è infatti ancora pienamente uscita dalla crisi. Nel 2016 le vendite hanno segnato nuovamente un calo (-0,2 per l’abbigliamento, -0,4% per calzature e accessori) e sono scomparsi altri 2mila negozi, per un totale di 7mila attività sparite negli ultimi tre anni. I rimedi da mettere immediatamente in campo? Secondo Michele Piccirillo, Responsabile della Federazione Italiana Moda, “Con immediatezza lo spostamento dell’inizio di almeno 3 settimane rispetto alla data attualmente in vigore, tanto per i saldi estivi, quanto per quelli invernali; inoltre, bisogna incrementare i controlli, attualmente inesistenti, sulla effettiva durata dei saldi”
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