INTERVENTO/ In un clima positivo, di voglia di riscatto e di rinascita, l’altra sera Liberi e Uguali, Brindisi Bene Comune, Partito Democratico hanno presentato, in piazza, il proprio candidato sindaco, Riccardo Rossi. Un buon inizio. Una risposta di unità e di certezza attorno ad una candidato sindaco che c’è.
La piazza, le piazze, le strade dei quartieri, i luoghi di lavoro, mi auguro, diventino sedi della campagna elettorale di Rossi e dei suoi sostenitori, luoghi della partecipazione civica.
La città deve ritrovarsi anche per ripensarsi e per tornare ad essere comunità, potendosi guardare negli occhi, per confrontarsi, per riconquistare fiducia in se stessa e contare.
Autonomia e rottura con il passato sono le precondizioni perché Brindisi recuperi autorevolezza, progettualità per valorizzarsi e per far valere le sue tante potenzialità.
È un impegno che Rossi ha preso ed ha esposto nel suo intervento e che caratterizzerà il patto che la coalizione intende fare con la città.
Una coalizione, aperta ai cittadini, ai giovani, a movimenti, associazioni, personalità, competenze che si riconoscono in valori comuni della sinistra e del centrosinistra e che vogliono diventare protagonisti di un cambiamento profondo. Nessuna preclusione ad eventuali altri contributi e ad altre liste. Anzi andrebbero sollecitati quanti intendono mettere a disposizione la propria volontà a dare una mano alla città.
Brindisi, per i danni politici e amministrativi subiti in questi anni, ha bisogno di chiarezza, coerenza, certezza ma anche di coraggio. L’alleanza formatasi attorno a Rossi da’ una risposta a questo e garantisce una unità di intenti su una idea di città che vuole e deve rinascere facendo affidamento innanzitutto sui brindisini.
La sinistra e il centrosinistra hanno sentito forte questo dovere anche come impegno per affrontare i problemi di una città in grande sofferenza sociale e in profonda crisi di fiducia.
La instabilità di cui la città subisce da tempo sono anche le conseguenze di individualismi esasperati e di miseri e micro interessi diventati determinanti anche a causa del proliferare di liste civiche che sono solo contenitori di indistinti e che con il civismo non hanno niente a che fare. Noi abbiamo fatto e faremo la nostra parte con l’impegno per alleanze chiare e autorevoli. Chi ha ancora un minimo di responsabilità, anche chi a noi avverso, faccia altrettanto. Si dia da ogni parte un contributo alla chiarezza e alla coerenza. Si liberi la città del suo peggiore passato.
I portatori di voto che si annidano nelle liste civiche sono, per loro natura, ricattatori, subalterni ed ascari. Hanno bisogno di protettori a cui vendere i propri voti. È quello che succede da tempo a Brindisi.
Le esperienze passate e il diffondersi di crisi che hanno privato la comunità brindisina di una amministrazione stabile, duratura, tranquilla, dovrebbero imporre riflessioni e comportamenti conseguenti, sia per il tipo di alleanze che si vanno a definire, sia nella composizione stessa delle liste. Non mi hanno mai convinto le liste fai da te, proposte all’ultimo momento come contenitori di indistinti di destra e di sinistra(modello Emiliano e, nel passato brindisino, modello Antonino).
Continuo a credere nella politica e nella funzione dei partiti che oltre a ridiventare luoghi di confronto, di proposte, di idee, dovrebbero ritornare a selezionare i propri rappresentanti e, per quelle che sono le loro responsabilità, rispondere al popolo e agli elettori.
Penso che è stata fatta con Rossi la scelta unitaria migliore per dare alla città una certezza e un punto di partenza chiaro. È la nostra risposta alla giostra elettorale che stancamente e ritualmente, ancora una volta, si sta consumando con il protagonismo dei soliti noti. Si è scelto un candidato sindaco di sinistra, autorevole, competente, espressione di un movimento che in questi anni si è affermato ed è cresciuto per andare oltre la mera testimonianza e la contrapposizione a prescindere.
Con responsabilità ci siamo uniti per aiutare la città a ritrovarsi e a reagire alle disastrose esperienze passate e ai danni subiti. Anche questo ha pesato sul voto del 4 marzo.
Impegnare forze e movimenti che, pur richiamandosi a valori e sensibilità comuni della sinistra, del cambiamento, della solidarietà, nelle elezioni amministrative si sono presentate sempre divise, è un atto di responsabilità, di unità, di amore e di generosità verso la città. Aver unito queste forze oltreché essere un atto di chiarezza e di coerenza, è anche un modo per ridare quella certezza a Brindisi di cui ha tanto bisogno per rompere con il passato e per rientrare in una sana normalità.
Le dinamiche e le liturgie della formazione di liste civiche e la ricerca di contenitori dove far transitare di tutto e soprattutto la trasmigrazione trasformista dei soliti noti e che in ogni competizione elettorale si presentano per imporre se stessi, i loro voti, le loro presunte e presuntuose virtù, hanno già dato il peggio e hanno contribuito solo a rendere ingovernabile la città.
Occorre dare un colpo a questo andazzo anche per ridare credibilità alla politica di una sinistra(tutta) che si è persa e che non può continuare a dividersi.
Aver unito la sinistra per costruire un nuovo centro sinistra può aiutare il cambiamento di un sistema politico amministrativo sclerotizzato, da anni instabile e inconcludente e come tale pervasivo, condizionabile e ricattabile.
Concludendo un intervento qualche mese fa a sostegno di questa alleanza formatasi attorno a Rossi affermavo che:”…. il 5 marzo, comunque vada, anche per una legge elettorale infida e disastrosa per il centrosinistra sarà un altro mondo politico”. Così è stato. Spero tanto che Brindisi anticipi il futuro di una nuova sinistra e che facendo tesoro delle sconfitte subite, degli errori compiuti, rialzi la testa e con umiltà e con rigore si metta a disposizione di quella parte della città che vuole cambiare veramente e…finalmente. È, poi, l’unico modo per dare una risposta all’appello “Ora tocca a noi” che più di 350 giovani che amano la loro città, qualche giorno fa, hanno voluto lanciare. Spetta a loro. La mia generazione (quella dei sessantenni/settantenni) deve dare solo una mano, perché tocca a loro.
Carmine Dipietrangelo
Coordinamento Liberi e Uguali
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