Latiano l’unico Comune della provincia con la seconda rata dell’Imu

LATIANO – I cittadini latianesi pagheranno l’aumento della seconda rata dell’Imu stabilito nel bilancio del Comune approvato l’anno scorso dal consiglio comunale. O forse no. Al momento pare di sì ma, probabilmente, no. Non si sa. A dirimere la spinosa questione sarà, con ogni probabilità, il governo di Roma che sta cercando un’intesa per evitare ai cittadini questo ulteriore esborso. E i latianesi, unici, per ora, nella provincia di Brindisi a trovarsi in questa brutta situazione, sperano che il premier Enrico Letta e i suoi ministri ce la facciano e trovino le risorse per coprire la quota spettante ai cittadini.

In soldoni: il governo, allo stato attuale, ha garantito la copertura della tassa per le casse comunali fino a un’aliquota pari al 4 per mille. Per i Comuni che hanno fissato un’aliquota maggiore, la legge stabilisce che il 60% di tale extragettito sia coperto dal governo centrale e che il restante 40% gravi sulle tasche dei cittadini, per un totale su scala nazionale che oscilla tra i 200 e i 400 milioni di euro. Latiano si trova nella scomoda situazione di essere uno di quei Comuni che ha applicato un’aliquota maggiore del 4 per mille, pari al 4,5 per mille, e che quindi, stando così le cose, metterà le mani nelle tasche dei propri cittadini. Se la situazione rimarrà questa. A Roma, infatti, pare farsi rapidamente strada l’ipotesi di una correzione della legge di stabilità, con un emendamento ad hoc al testo, che riesca ad assorbire la cifra sufficiente a coprire l’intero extragettito previsto dalla maggiorazione dell’aliquota. Se non si riuscisse a fare questa operazione con un emendamento, l’altra strada possibile è rappresentata da un rimborso le cui modalità verranno studiate in un secondo momento.

Tornando a Latiano, insomma, la situazione rimane quanto mai liquida. Si riuniranno domani i capigruppo, convocati dal presidente del consiglio comunale, Salvatore De Punzio, i quali cominceranno a discutere della faccenda. Le possibili soluzioni sono molto diverse tra loro: i consiglieri latianesi potrebbero decidere di annullare lo sforamento del 4 per mille dell’aliquota, rinunciando all’extragettito derivante dallo 0,5 per mille in più imposto nel bilancio e scongiurando in maniera definitiva un aumento delle imposte comunali per i cittadini. In questo caso, però, un somma pari a quella già prevista nel bilancio per l’aumento della seconda rata dell’Imu dovrebbe essere reperita altrove, sottraendo risorse a qualcos’altro. L’altra via, quella al momento più probabile, starebbe nel mantenere lo 0,5 per mille in più in attesa che il governo trovi le risorse necessarie a coprire tutto il surplus di aliquota, rischiando però, almeno in un primo momento, di dover far pagare il 40% dell’aumento, in attesa dell’eventuale rimborso di Roma.

La questione rimane, quindi, delicatissima: la scelta di una o dell’altra possibilità comporta delle ripercussioni sociali e politiche non di poco conto: rinunciare all’extragettito rappresenterebbe un danno per le asfittiche casse comunali ma non inciderebbe sulle imposte; confermare l’aumento dello 0,5 per mille si potrebbe tradurre in un costo per i cittadini che dovrebbero sperare nel rimborso governativo nel caso in cui a Roma non riuscissero a trovare le risorse necessarie a coprire l’intera somma necessaria. Una lama a doppio taglio con cui è molto facile farsi male.

Maurizio Distante

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