INTERVENTO- Anche il Propeller Club di Brindisi, nel corso della assemblea dei soci, svoltasi lo scorso venerdì 21, nel rinnovare il proprio direttivo per il biennio 2014-16, ha deciso di intervenire nel dibattito in corso sulle vicende portuali, rendendo pubblico un proprio comunicato che riafferma l’idea di porto del Propeller , un’idea di porto coerente con la sua storia e con la consapevolezza delle potenzialità, purtroppo oggi sacrificate : Porta d’Oriente dell’Impero Romano, e delle “Crociate” nel medioevo, Hub Interportuale del Salento oggi, così come riconosciuto nella programmazione nazionale ed in Legge Obiettivo.
Tale idea ben precisa di porto e delle sue potenzialità porta a resistere alle “schizofrenie” delle programmazioni “sotto traccia” dell’Autorità Portuale dell’era Giurgola-Haralambides e della sospetta continuità nel metodo di aggiramento della legge e delle norme delle due gestioni, ormai sotto la lente della procura per i singoli “casi”, ma che forse val la pena di inquadrare nella cornice programmatica di affossamento delle reali e specifiche potenzialità dello scalo brindisino.
Ricollegandoci all’idea di fondo della Variante al Piano Regolatore Portuale di Brindisi su cui ci fu una vera condivisione ed una governance istituzionale e territoriale ( tale variante al PRP, previa l’Intesa Autorità Portuale-Comune sancita da delibera di C.C., fu adottata in Comitato Portuale nel giugno 2002, ed approvata dalla Regione Puglia il 4-8-2006) ricordiamo che, nel definire le varie destinazioni d’uso del porto, si proponeva di avvicinare alla città il traffico passeggeri (accosti di S. Apollinare), lasciando al traffico crocieristico (per le cui navi esistenti era sufficiente il canale Pigonati) ed alla città il porto interno, allocandovi tutte le nuove funzioni di rango urbano. Contemporaneamente, era programmato lo spostamento nel porto esterno del traffico energetico (carbone nel molo Enel e gas GPL nel molo gas, liberando Costa Morena), esaltando la separazione delle funzioni e la polifunzionalità dei tre porti (interno, medio ed esterno) di cui si compone il porto di Brindisi, e destinando al solo traffico commerciale la piastra logistica di Costa Morena, nel porto medio come terminale marittimo intermodale dell’Hub Interportuale brindisino previsto dalla “Legge Obiettivo” cui l’ASI sta finalmente dando seguito dopo il “black-out” del periodo Giurgola in Autorità Portuale.
Effettivamente si sperava che il presidente Haralambides, operasse in discontinuità con la disastrosa gestione Giurgola e lo stesso Propeller, ricevuto nell’agosto 2011 dal neo presidente greco, ebbe occasione di proporre l’opportunità dell’allargamento del canale Pigonati…. necessaria per le accresciute dimensioni delle moderne navi da crociera, ma forse la struttura non lo ha aiutato in questo….. continuando, di fatto, a perseguire ” sotto traccia” le linee di azione volute dal precedente presidente, cioè evitando di discutere e condividere apertamente le strategie dell’ente con la città, e con lo stesso comitato portuale.
Fosse rimasto l’ammiraglio Lolli alla guida dell’ente, oggi, probabilmente avremmo il canale Pigonati già allargato e la banchina Montecatini gia’ dragata così come previsto dall’appalto in corso, con la possibilità di accogliere le grandi navi da crociera davanti al capannone Montecatini.
Invece, oltre a non aver mosso una “carta” per l’allargamento del canale Pigonati, sembrerebbe che l’Autorità Portuale abbia anche chiesto alla Fincosit, che sta terminando l’allargamento della banchina Montecatini, di non effettuare il previsto dragaggio!!
Forse così si ha la sicurezza che non ci potranno attraccare le grandi navi da Crociera… con grave danno materiale ed erariale, da un lato e con l’unica possibilità perseguita “sotto traccia” di costringere eventuali navi da crociera ad attraccare a Costa Morena, tra la cenere ed il carbone così come da progetto giurgoliano….
Anche le rassicurazioni tecniche che sarebbero state fornite in modo irrituale nell’ultima seduta del Comitato Portuale dal Capo dei Piloti del Porto di Brindisi, chiamato dal Presidente a sostegno della tesi del “no” all’allargamento, appaiono sospette e confutabili in tutta tranquillità da parte di altri tecnici, in quanto il bacino di evoluzione che si andrebbe a realizzare con l’allargamento consentirebbe in tutta sicurezza la manovra delle navi da 310 metri e oltre, e quindi il loro ormeggio nel porto interno.
Questi temi saranno affrontati nel prossimo, rinnovato consiglio direttivo del Propeller che organizzerà a breve sull’argomento un convegno di approfondimento con i massimi esperti nazionali, invitando tutte le istituzioni e la cittadinanza.
Nicola Zizzi, presidente Propeller Brindisi
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