La proposta: “35 euro per ogni cane, così combattiamo il randagismo”

INTERVENTO – Sono passati ben 4 anni quando il sottoscritto, accompagnato da altri volontari, incominciò la dura battaglia sulle sterilizzazioni dei cani randagi e la loro reintegrazione sul territorio.

Questo impegno andava, e va tutt’oggi, in direzione dell’istituzione del “cane collettivo”, realtà che in tantissimi comuni viene attuata da molti anni con risultati soddisfacenti.

randagismo caniNel mio proporre questo progetto alle varie amministrazioni comunali, prima nell’era di Mennitti ed adesso con la giunta Consales, alcuni amministratori hanno mostrato un leggero interesse su questo progetto, chiedendomi attivamente di rendere possibile, a me semplice cittadino, di creare un terreno fertile affinché l’istituzione del cane collettivo potesse prendere vita.

L’applicazione di questa idea prevede necessariamente la stipula di un contratto assicurativo per ogni cane censito, che permetta di coprire economicamente ogni potenziale danno causato dai cani randagi, che dia la possibilità di sterilizzare, microchippare e vaccinare l’animale abbandonato e senza alcun padrone.

In questo modo avremmo su Brindisi una drastica diminuzione del randagismo, una maggiore sicurezza per pedoni, autisti e ciclisti, oltre che ad un minor numero di vittime tra i cani.

randagismo cani 3Trovata questa assicurazione, che richiede un costo irrisorio di 35 euro all’anno per ogni cane assicurato, chiariti tutti gli elementi di criticità, purtroppo questa iniziativa a tutela delle persone e dei nostri amici animali si è arenata.

Lo stupore di questo arresto viene però superato di gran lunga dalla triste conta di morti quotidiane di cagnolini: abbandonati, investiti e purtroppo, a volte anche torturati.

Una politica orientata al controllo delle nascite, all’apprezzamento dell’aiuto di tanti volontari che quotidianamente battono angoli di città e di campagne per sfamare cani malati e denutriti, non merita forse un minimo di attenzione?

Il destino di un cucciolo abbandonato vicino ai bidoni dell’immondizia, di una cagna gravida abbandonata per strada, è già segnato, sia che rimanga in libertà, sia che finisca nel canile di cui abbiamo tanto sentito parlare in questi mesi per vicende indegne.

Perché, allora, ignorare l’iniziativa di tanti volontari che hanno speso amore, passione e fatica per trovare una soluzione che risolva la situazione in maniera definitiva?

Davanti a costi irrisori (con soli 3500 euro si potrebbero sterilizzare e curare ben 100 cani randagi) con vantaggi così elevati che vedrebbero anche una netta diminuzione delle spese di bilancio dedicate ai canili, perché non fare questo passo decisivo verso una civilizzazione del nostro territorio?

Purtroppo la natura e la crudeltà di alcuni uomini non aspetta valutazioni politiche o ragionamenti che esulano dal valore della vita e chiunque apprezzi il valore di un’esistenza, fa fatica ad accettare che l’indifferenza dei potenti provochi la morte di tanti innocenti.

Andrea Silvestri

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