BRINDISI- Mesi di polemiche, critiche, attacchi, anche qualche insulto. Oggi il silenzio. Nessuno parla, o meglio, nessuno lo fa ufficialmente. Perché in città, tra politici, addetti ai lavori, amministratori e istituzioni non si commenta altro. Questo assurdo gesto dell’imprenditore Lino Giurgola, che una mattina si sveglia, va all’Autorità portuale con due pistole e minaccia chi si trova davanti, e poi si barrica con i massimi rappresentanti degli enti in una stanza, sino a finire in un letto di ospedale piantonato perché in stato di arresto. Oggi nessuno dice niente. Eppure di parole nell’ultimo anno ne sono state spese tante. Decine e decine di comunicati stampa, di botta e risposta tra istituzioni. Sindaco contro presidente della Autorità portuale, e presidente contro sindaco. A cui si aggiungevano consiglieri regionali, partiti politici. Scontri istituzionali che rappresentavano diversi interessi, dietro un unico concetto: lo sviluppo del porto. Che poi, questo sviluppo, non solo i cittadini non lo hanno mai capito, ma neanche mai visto. E si vedevano imprenditori portuali a braccetto con politici. E politici che litigavano con altri politici e componenti del Comitato portuale. Oggi il culmine di una situazione esasperata, e lasciate passare il termine: fomentata. Dove un imprenditore preso dalla rabbia, forse della disperazione, punta la pistola contro una dipendente e alla tempia del presidente dell’Autorità portuale. E nessuno dice niente. Nessuna istituzione parla, normalmente inondano le poste delle redazioni di comunicati stampa per cose molto più frivole. Nessuno si indigna davanti alla violenza. Quasi che tutto può essere giustificato. Come che Haralambides se la fosse cercata. A parlare oggi sono solo i colleghi di Lino Giurgola, gli altri imprenditori portuali, che lamentano la mancanza di dialogo con questo presidente. Un confronto che non c’è mai stato. E questo lo sa bene anche la stampa, con Haralambides è sempre stato difficile fare qualche intervista.
Dall’altra parte però ci sono le parole dei dipendenti dell’Autorità portuale, gli unici ad aver mandato un comunicato per esprimere solidarietà ai colleghi, al presidente e al segretario generale. “Quanto accaduto- scrivono- amareggia e sconcerta tutti coloro i quali profondono quotidianamente abnegazione ed impegno per garantire la funzionalità del porto e ai sempre corretti rapporti con l’utenza portuale. Chiunque ricorra alla violenza, compie atti assolutamente ingiustificati ed ingiustificabili che dovrebbero trovare pubblico ripudio da parte di tutta la società civile. Il silenzio rimane, in ogni caso, connivente.”
Proprio così, questo silenzio, fa un po’ paura.
Lucia Portolano
Non si esporranno mai. Antica scuola del popolo romano…
Il comportamento dell’imprenditore Lino Giurgola non può essere giustificato ad alcun titolo. Detto questo, sarebbe opportuno sapere, attraverso gli organi di stampa, l’autorità portuale, gli amministratori comunali, le associazioni di categoria, quali possono essere state le motivazioni che hanno spinto un imprenditore esperto, senza precedenti penali, a compiere un gesto così irrazionale e autolesionistico .
Non entro nel merito dell’accaduto in quanto non conosco le situazioni e gli attori, ma dai vari articoli risulta evidente che ancora una volta la politica, con tutti i suoi equivoci e sinistri protagonisti, deborda schiumante piena di tanfo e lerciume.Ma quando lo vorrà capire questo popolino da quattro soldi , che tanto si indigna ( o fa finta di indignarsi) quando legge queste cose,che bisogna colpire i politici e le loro scelleratezze? Colpirli non materialmente (..chissà quanti di noi vorrebbero farlo…)ma con un arma ancora più potente: NON VOTARE, disertare le urne TUTTI e stroncarli in quello che hanno di più caro, la loro linfa vitale: il CONSENSO.
I giornali hanno il dovere di dare notizie di informare!!!! Comunque detto ciò il gesto “di ordinaria follia” di quest uomo che non condividoa che per me equivale ad esasperazione è difficile da comprendere…per quanto riguarda i politi per l ennesima volta si dimostrano per quello che sono…semplicemente nulli!
Silenzio è anche non pubblicare o rendere pubblico condiviso in qualsivoglia modo,i programmi, gli obiettivi ed i risultati raggiunti da un organismo che dovrebbe essere al servizio della collettività.
Troppo facile, dall’alto di una torre d’avorio, criticare il comportamento altrui,seppure ingiustificabile, senza dimostrare tale abnegazione profusa quotidianamente. …
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