La malattia lo costringe all’amputazione delle gambe e  Pasquale perde il lavoro

BRINDISI- (Da Il7Magazine) La malattia lo costringe all’amputazione delle gambe e  Pasquale perde il lavoro. Dopo 33 anni alla guida degli autobus, 13 dei quali al servizio della Società dei Trasporti Pubblici di Brindisi, Pasquale Magrì resta a casa senza stipendio. “Non ho mai fatto una assenza a lavoro, neppure per semplice malattia- racconta l’uomo, 55 anni di Brindisi- almeno sino a quando il diabete non mi ha colpito e mi ha portato via l’uso delle gambe. Ora dopo tre anni di peripezie tra ospedali e sofferenza, torno a camminare grazie alle protesi ma l’azienda dice che per me non c’è più posto”. La storia di Pasquale comincia nel 2020 con la prima amputazione alla gamba sinistra. “Il diabete è una malattia che ti spezza e ti sconvolge la vita- racconta con voce tremante- è partito tutto dalla gamba sinistra. All’inizio mi hanno amputato solo del dita del piede ma nonostante l’intervento fosse andato bene la ferita non guariva e piano piano la cancrena saliva. Così i medici sono stati costretti a tagliare un pò più su e la ferita si è chiusa”. Il pericolo sembrava scampato ed invece il peggio doveva ancora arrivare. “Dopo tre mesi in ospedale ero pronto alle dimissioni ma qui i medici si sono accorti che avevo contratto il Covid. Stando in reparto la ferita si è riaperta e questa volta -dice- l’amputazione è stata drastica , all’altezza del ginocchio”. La destino si accanisce contro Pasquale perché nel frattempo, durante la sua convalescenza il cuore fa bizze ed i chirurghi sono costretti ad impiantargli sei bypass. “E’ stata colpa del diabete- racconta l’uomo- il cuore ne ha risentito. Ed è stata sempre a causa del diabete se un giorno mi sono ustionato alla gamba destra. Questa malattia ti toglie la sensibilità ed a volte non ti accorgi dei pericoli”. L’ustione compromette la gamba destra e ben presto la ferita va in cancrena. Questa volta i medici non ci pensano proprio ed amputano la gamba direttamente ad altezza ginocchio, proprio come quella sinistra. “Ho combattuto con la morte , con il sangue agli occhi- dice fiero- non mi sono arreso. Ed oggi ho deciso di mettere le protesi e camminare. Ho fatto tanti sacrifici per rimettermi in piedi non rinuncio a vivere e neppure a lavorare”. Pasquale è un uomo forte e tenace, corretto e stimato da tutti sul luogo di lavoro e quando è riuscito a mettersi in piedi il suo primo pensiero è stato quello di fare richiesta di reintegro a lavoro. “Non ho esitato a fare richiesta perché sono convinto di poter dare ancora tanto- dice- ma l’azienda mi ha risposto che non ci sono postazioni per me e che sarebbe meglio andassi in pensione. Ma io ho ancora 55 anni e due figli da crescere”. Per Pasquale l’idea della pensione è come fare dieci passi indietro. Ha due figli ,uno dei quali minore, e lui rappresenta l’unico sostentamento della sua famiglia. “Abbiamo il mutuo da pagare, le bollette, dobbiamo pur mangiare- dice- tra l’altro al momento non percepisco nulla. E poi ci sono i ragazzi. Ma l’azienda sembra non darmi alcuna scelta”. Ed allora Pasquale si è rivolto al presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli che lo ha subito incontrato e gli ha offerto la sua massima disponibilità. “Pasquale Magrì è sempre stato un lavoratore modello. Lo è stato fino a quando gli inarrestabili effetti di una patologia cronica non gli hanno procurato l’amputazione delle gambe impedendogli di continuare a svolgere la mansione di autista di autobus, come ha fatto per 33 anni, 13 dei quali al servizio di STP- dice Matarrelli- Per lui il periodo di erogazione dell’indennità per malattia si è concluso a gennaio scorso, a fine mese scadrà il termine dell’aspettativa non retribuita. Oggi l’ipotesi da scongiurare è il licenziamento. Pasquale non vuole la pensione perché vuole sentirsi ancora utile. È quello che mi ha spiegato in occasione della sua visita di ieri, quando ha chiesto di incontrarmi in veste di presidente della provincia di Brindisi, e dunque di rappresentante dell’Ente che è socio di maggioranza della società di trasporti, per raccontarmi la sua storia”. La situazione di Pasquale per certi versi è anomala, oggi le aziende sono in grado di offrire tranquillamente lavoro e postazioni adeguate anche alle persone diversamente abili per questo lui non si fa ragione della risposta avuta dalla Stp. “Contatterò il presidente e i componenti del Consiglio di Amministrazione di STP per chiedere che per lui si verifichi la possibilità di attribuzione di un altro incarico, consono alle sue condizioni di salute, come il cinquantacinquenne chiede- assicura il presidente Matarrelli- Conoscendo la sensibilità delle persone in questione, sono certo che su questa vicenda non si lascerà nulla di intentato. E che si offrirà a Pasquale l’opportunità di continuare a guadagnarsi da vivere con la stessa dignità con cui lo ha sempre fatto”. Del caso di Pasquale è stata interessata anche Confintesa Brindisi: “Pasquale, autista della STP di Brindisi, lavoratore modello, esempio di professionalità, dedizione e presentismo. Mai un richiamo, amato e ben voluto da tutti, un lavoratore modello da sempre e per sempre- dice Ercole Saponaro- La vita tre anni fa mette Pasquale dinanzi alla dura realtà della malattia dura e aggressiva che ha portato alla perdita con conseguente amputazione delle gambe. La malattia, l’assenza da  lavoro, sino alle desiderate Protesi per renderlo ancora vivo e autonomo, la richiesta di poter rientrare a lavoro, con una posizione lavorativa adatta alla sua invalidità, al suo handicap, la voglia di sentirsi vivo, operativo. Stp risponde no, non ritiene di avere posizioni per ricollocare il lavoratore, Stp ritiene di aver fatto il suo dovere non licenziando Pasquale per il lungo periodo di malattia, basta questo sono sereni con la loro coscienza e ritengono, dimostrano come Pasquale sia solo un numero di matricola, una matricola che fin quando è servita andava bene oggi diviene spazzatura”. Confintesa entra a gamba tesa su questa vicenda: “ Stp,  società partecipata di proprietà di provincia di Brindisi e comune di Brindisi, gestita di chi per ruolo di responsabilità si sente ormai padrone assoluto con la capacità di determinare e incidere sul futuro dei propri dipendenti, burocrati ben retribuiti che divengono deboli con i forti e forti con i deboli- sottolinea Saponaro- Confintesa non abbandonerà Pasquale Magrì nonostante il silenzio e la poca solidarietà dei colleghi non capendo che oggi a Pasquale domani a qualcun’altro per Stp sono numeri di matricola, semplici numeri di matricola.”

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

 

 

 

 

 

 

3 Commenti

  1. Pasquale Magri è un bravissimo ragazzo
    Lo conosco da quando era un ragazzino
    Aiutiamolo .Merita tutto
    Non aggiungo altro

  2. La politica- sindacato sono svaniti con l’indifferenza…… da GENITORE mi dispiace sentire ciò …… VERGOGNA

  3. Certo che chi ha negato la possibilità a PASQUALE DI ESSERE INTEGRATO A LAVORO, non merita certo di dirigere un’azienda
    del genere, e mi fermò qui.

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