INTERVENTO / Questo nostro scritto non vuol essere un comunicato, che per quanto appassionato non avrà mai l’afflato emozionale della lettera che oggi nasce spontanea dal nostro cuore, dopo che noi, lavoratori della Santa Teresa S.p.A , società in house della Provincia di Brindisi, abbiamo subito l’ennesimo sopruso di una lunga storia di offese alla dignità personale e lavorativa.
Una lettera dunque da indirizzare a quanti hanno contribuito, a ben sperare senza la piena coscienza, alla distruzione morale e materiale di parte dei lavoratori di una società rimasta in attivo malgrado la sfavorevole situazione politica ed economica, e che, con le opportune modifiche ed implementazioni potrebbe divenire un fiore all’occhiello per l’intera comunità provinciale brindisina.
Alla vigilia del Santo Natale, mentre sulla stampa e nei social si inneggia al salvataggio ed al mantenimento dei posti di lavoro per il ritiro della procedura di licenziamento, con complimenti e congratulazioni rivolti al presidente della Provincia Riccardo Rossi per l’impegno profuso nella vertenza Santa Teresa, si ignora che, accogliendo favorevolmente il piano industriale redatto dall’Amministratore unico Giuseppe Marchionna, ventuno lavoratori vengono posti in esubero e pertanto passibili di licenziamento, mentre per altri ……………lavoratori, sempre secondo quanto previsto dal piano, si aprirebbero delle possibilità di inserimento in altri settori della società, ma previa una selezione attenta e severa da parte di fantomatiche personalità accademiche
(commissione composta da docenti universitari) che dovrebbero valutarne le competenze.
Occorre precisare che fra i lavoratori della società definiti in maniera approssimativa amministrativi esistono competenze e professionalità di rilievo anche acquisite da alcuni dopo circa un ventennio di attività lavorativa svolta prima come dipendenti provinciali dell’ente provincia e poi come dipendenti della Santa Teresa a causa della mancata volontà di procedere alla loro stabilizzazione.
Pertanto questo trattamento è oltremodo offensivo, ancor più a causa delle disparità subite per i privilegi attribuiti in questi due lunghi anni di cassa integrazione, a pochi eletti, un gruppo di lavoratori che ha continuato a lavorare full time, a pieno regime e con i relativi guadagni per le ore di straordinario, malgrado la crisi aziendale e l’assenza di attività e servizi in affidamento. Caro Presidente Rossi, questo è un sopruso che abbiamo subito, se sulle nostre tavole natalizie compare per alcuni un possibile licenziamento per esubero di personale e per altri un eventuale ricollocamento previa selezione senza calendarizzare o descrivere gli ambiti di inserimento, sulle tavole dei colleghi privilegiati fan bella mostra di sé la tredicesima mensilità, gli oneri per gli straordinari o altro di cui non ci è dato sapere.
Tutto ciò grazie all’uso di fondi pubblici e malgrado i lunghi periodi di inattività della società.
Presidente, vorremmo incontrarla, conoscerla, non ci è stata offerta l’opportunità di farle gli auguri per il suo mandato. Inoltre saremmo lieti di dare un volto ed una voce a quei numeri con cui ha dovuto in questo periodo operare pensando alla salvezza della società, dietro quei numeri ci siamo noi, le nostre vite, le storie personali e familiari. Tutti noi abbiamo ancora sogni da realizzare, capacità e competenze da esprimere in sinergia con i suoi intenti ed i progetti che ha in cantiere per la nostra provincia.
Restiamo in attesa di un incontro per uno scambio augurale in vista di un nuovo anno che porti lavoro per tutti, senza i privilegi dei pochi o pregiudizi eventuali nei nostri confronti. Caro Amministratore Marchionna, per questo Santo Natale a lei vorremmo chiedere di operare con l’intento del buon padre di famiglia, lavorando per la revisione del piano industriale unitamente ai presidenti Rossi e della task force regionale Leo Caroli, con la viva presenza delle organizzazioni sindacali. Le chiediamo la piena tutela del nostro diritto ad un’attività lavorativa che dia dignità come previsto dalla nostra costituzione.
La Costituzione ha stabilito l’intrinseca unione fra dignità e lavoro: non può esistere lavoro senza dignità, ma neanche dignità senza lavoro. Alle Organizzazioni sindacali (CGIL, CISL. UIL)
Noi, tesserati e non, vi chiediamo una presenza scevra da ambiguità e viva, con una spinta anche emozionale che possa sostenerci nei momenti di difficoltà. E’ purtroppo accaduto che tutti voi abbiate tutelato gli interessi solo di una parte di lavoratori, contravvenendo al mandato che vi era stato affidato. Noi auspichiamo la massima trasparenza nelle vostre intenzioni e nelle azioni, la nostra vertenza è in un momento molto delicato, opponetevi con forza verso atti che mettano in serio pericolo la nostra posizione lavorativa, noi oggi possiamo voltare pagina su un passato che purtroppo vi ha visti attori di comportamenti a volte scorretti. Intendiamo recuperare la fiducia piena in voi, con la certezza della vostra guida attenta e pronta ad affrontare e superare ogni difficoltà.
Un gruppo di lavoratori Santa Teresa
altro che disobbedire al decreto sui porti chiusi! queste son cose serie. o no?