BRINDISI – “La Legge Delrio è costituzionale”, preoccupazione della Cgil per cultura e servizi sociali
Cresce la preoccupazione della Cgil in merito alla bocciatura della Corte Costituzionale del ricorso avanzato da diverse regioni, tra cui la Puglia, contro la legge Delrio, che prevede la gestione di alcune funzioni, sino ad oggi in capo alla Provincia, trasferite alle regioni o ai comuni.
“Ci preoccupano le modalità con cui si sta mettendo in atto la riforma e, soprattutto, la superficialità con cui, nel riordino, si fa discrimine tra funzioni fondamentali e non.” Queste le parole della Cgil in un documento firmato a sei mani dal suo segretario provinciale Michela Almiento, dal responsabile della Cgil Funzione Pubblica Antonio Macchia e dalla collega della Federazione Lavoratori della Conoscenza, Rosa Savoia.
“Troppa incertezza e confusione su come si procederà nella gestione del riordino, se consideriamo che, tuttora, solo la Toscana ha legiferato sulla materia. Consapevoli della responsabilità del Governo che, con i tagli delle risorse economiche, sta impedendo la reale attuazione della riforma Delrio persino per i settori delle funzioni fondamentali, come CGIL denunciamo come inaccettabile l’idea che tutto ciò che attiene ai settori Cultura, Servizi Sociali, Agricoltura, Politiche Comunitarie, Turismo, sia considerato funzione residuale. – dichiarano Almiento, Macchia e Savoia – I diversi livelli istituzionali interessati devono tener conto di quanto possa essere scellerata una scelta che fa arretrare l’intero paese sul piano civile, sociale e culturale.” I dipendenti della Provincia che operano oggi in questi settori non sanno ancora quale futuro aspetta loro, mentre nell’Ente resteranno i dipendenti facenti capo ai settori Ambiente, Edilizia scolastica e Sicurezza.
La Cgil fa un diretto riferimento alla Biblioteca provinciale. “È caso di evidenziare quale patrimonio rischiamo di distruggere: la nostra Biblioteca è stato il primo polo pugliese del Servizio Bibliotecario Nazionale ed è, a tutt’oggi, una delle più produttive per immissione dati nel circuito nazionale. A quanti hanno persino dichiarato che “tanto oggi i libri non li legge più nessuno” diciamo che sicuramente ignorano che parliamo di un patrimonio storico/culturale di circa 102.000 volumi e di una rete digitale all’insegna dell’innovazione tecnologica e multimediale. E che fine farà il museo archeologico “F.Ribezzo”? La cultura ha bisogno dei suo luoghi per alimentare la crescita degli individui.”
Ancor più grave si prospetta il futuro dei servizi sociali. “E riguardo ai servizi sociali a chi compete gestire i servizi di trasporto e di integrazione dei disabili? A tutti gli alunni audiolesi e videolesi e alle loro famiglie qualcuno ha spiegato che ancora non si sa “chi deve fare che cosa” per continuare a garantire l’integrazione scolastica?”
“Questa riforma poco ha a che vedere con la razionalizzazione e l’efficientamento del sistema della Pubblica Amministrazione: di fatto ci sono migliaia di lavoratori, sia diretti sia nella partecipate, che vivono da mesi nella totale incertezza per il loro futuro e con l’incubo del licenziamento. E in un silenzio assordante, si rischia la cancellazione di servizi essenziali per l’intera cittadinanza, con un vulnus irreparabile su cosa intendere per sviluppo sociale e culturale.”
La Cgil lancia un appello a tutti i cittadini perché si mobilitino contro l’imbarbarimento di questo territorio: sabato mattina, dalle 10 alle 12 un sit in di protesta avrà luogo davanti al Palazzo della Provincia.
Agnese Poci
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