BRINDISI – La controreplica dei tre consiglieri comunali 5Stelle all’assessore all’Urbanistica del Comune di Brindisi Dino Borri.
“La risposta piccata del Prof. Dino Borri dimostra che il M5S di Brindisi ha toccato un nervo scoperto. Nell’intervento dell’assessore all’urbanistica si continuano a rivendicare scelte procedurali discutibili”. Così Gianluca Serra, Tiziana Motolese e Paolo Antonio Le Grazie, consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Brindisi. I quali aggiungono: “ci corre l’obbligo di ribadire che: l’atto di indirizzo di Giunta doveva essere precedente a qualsivoglia attività, compresa quella parziale di consultazione della cittadinanza (L.R. 20/2001, Documento Regionale di Assetto Generale). Non ci risulta che, contestualmente all’avvio del percorso di pianificazione, sia stata avviata né contestualmente comunicata la procedura di VAS (la comunicazione è stata eseguita con la recentissima missiva di apertura della procedura di copianificazione). Il DPP può essere presentato ad un organo consiliare come la Commissione Urbanistica solo dopo che il suo iter sia stato concluso (il primo tavolo tecnico di copianificazione si terrà il 6 maggio) e vi sia un atto di Giunta che lo presenti al Consiglio Comunale (art. 11 c. 1 L.R. 20/2001).
Queste sono anche le ragioni per le quali il M5S non partecipa alla commissione urbanistica e non si presta a discussioni inutili su di un documento incompleto e privo del definitivo atto di assunzione di paternità politica della Giunta e della maggioranza.
Per evitare di perseverare – sottolineano i consiglieri – nel reato di lesa maestà non entriamo nel merito della confusione che leggiamo nella risposta del professore, ma non possiamo esimerci dal prendere atto che il suo intervento costituisce una ‘sgrammaticatura istituzionale’ che lo smaschera definitivamente: chi si presentava come un tecnico è in realtà un politico. Alla luce di questo, riteniamo inaccettabili i vergognosi attacchi personali da parte di tale politico, che scadono nell’aggressione verbale piuttosto che rimanere nel solco della normale dialettica politica. È evidente che non prendere le distanze da tali metodi vuol dire condividerli”.
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