La Caritas inaugura una Casa di accoglienza per famiglie richiedenti asilo politico

BRINDISI- Nasce una casa di accoglienza per famiglie che chiedono asilo politico. Domani, mercoledì 30 dicembre alle ore 18.00 sarà inaugurata dall’arcivescovo di Brindisi mons. Domenico Caliandro la Casa di Accoglienza “Angelo Narracci” presso la sede di  Caritas Diocesana in via Conserva.

La Casa è pensata per l’accoglienza di famiglie di richiedenti asilo, ponendosi come alternativa alle strutture di prima accoglienza per soli uomini presenti sul territorio. “Conosciamo, seppur sommariamente, le condizioni disumane con cui vengono affrontati i “viaggi della speranza- scrive Don Piero Demita, responsabile Caritas- la Casa rappresenterebbe un primo luogo di fraternità dopo giorni di dolore.

Potranno essere ospitate quindici persone avendo risistemato il piano secondo della sede diocesana, in passato convento per le suore Francescane presenti fino al 1999. Negli stessi ambienti in passato sono stati accolti i  parenti dei detenuti presso il carcere giudiziario o di degenti presso l’Ospedale “A. Perrino”. E’ stata realizzata anche l’accoglienza per delle donne vittime di tratta.

La ristrutturazione è potuta avvenire grazie ai fondi Cei dell’otto per mille e ad una donazione privata.

“La Casa desidera essere  un’opera- aggiunge Don Piero – segno nello stile proprio Caritas: animare le comunità parrocchiali nella testimonianza della Carità, sostenere la promozione di ogni uomo perché possa vivere una esistenza dignitosa. E’ il primo segno realizzato dalla Diocesi di Brindisi – Ostuni in quest’Anno Giubilare , durante il quale papa Francesco ci esorta a dare concretezza anche attraverso le opere di misericordia corporale alla vita cristiana. Le traversate del mare che ancora continuano silenziosamente a mietere vittime, il cammino attraverso i deserti geografici e morali, la fuga dalla propria terra e dai propri affetti per cercare possibilità di vita altrove interpellano ancora oggi ogni uomo e ciascuna donna, indipendentemente dal proprio credo religioso.

Don Piero fa riferimento alle parole di papa Francesco prima a Lampedusa (Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini?) poi all’Angelus del 6 settembre scorso (“esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi”) e ultimamente a Firenze (“Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza”)  che hanno catalizzato la realizzazione di questa opera.

BrindisiOggi

 

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