La Cannabis per curarsi, Lucia malata di sclerosi che con la sua associazione aiuta gli altri

BRINDISI- (Da IL7 Magazine) “I principi attivi contenuti nella Cannabis potrebbero tranquillamente sostituire molti farmaci oggi prescrivibili e questo i medici e le casa farmaceutiche lo sanno, per ciò il suo uso a scopo terapeutico è poco diffuso” a dirlo è William un giovane salentino che con la moglie Lucia, affetta da sclerosi multipla, ha fondato l’associazione no profit “LapianTiamo” che aiuta tutti coloro che a scopo terapeutico utilizzano la Cannabis.

“Il prossimo 29 gennaio saranno quattro anni dalla nascita di LapianTiamo- racconta William- la nostra associazione ha lo scopo di aiutare le persone affette da gravi patologie ad utilizzare la Cannabis a scopo terapeutico, diamo supporto, informazioni e idee per affrontare il percorso della malattia. Oggi i medici che prescrivono la Cannabis sono davvero pochi se a questo ci aggiungi il problema anche dell’approvvigionamento, curarsi diventa un’impresa. Eppure i benefici sono sotto gli occhi di tutti”.

William e Lucia vivono a Racale, in provincia di Lecce, ma si confrontano con tante altre realtà, sono in contatto con le Asl di Brindisi e Taranto, con persone che combattono terribili patologie ma che hanno deciso di non arrendersi e migliorare la qualità della loro vita traendo benefici dall’uso di THC e CBD, due cannabinoidi,  principi attivi che si ottengono dalle inflorescenze della Cannabis sativa.

“Qui a Lecce ci sono due medici che prescrivono i cannabinoidi e uno solo a Taranto- prosegue- a Brindisi, sino a un po’ di tempo fa c’era un neurologo che prescriveva, ora non più. Scegliere di prescrivere questa tipologia di farmaci per molti versi non è semplice perché ogni terapia è personalizzata, i dosaggi cambiano da persona a persona. Le cose poi si complicano se si ha a che fare con i bambini o con chi è affetto da Parkinson. L’uso della Cannabis nelle terapie è vincolato ai medici specialisti preparatori e alle farmacie ospedaliere. Preparare una miscela a chi non l’ha mai assunta non è semplice, per molti versi in questo tipo di terapia si diventa cavie. Immaginate che debba prenderla un bambino che, ovviamente, non ha mai usato Cannabis, devi innanzitutto trovare un medico che si assuma la responsabilità di prescriverla e un altro altrettanto bravo che la prepari, questo a prescindere dalla grave patologia di cui può essere affetto il piccolo paziente ”.

Nonostante la Puglia sia stata una tra le prime regioni in Italia a legiferare in materia di uso terapeutico della Cannabis, manca una rete che metta insieme farmacie ospedaliere, medici prescrittori, anestesisti, neurologi ma anche pazienti e associazioni in modo da dare omogeneità alle prescrizioni in tutti i territori. Il lavoro sinergico tra questi attori sarebbe invece l’ideale per diffondere l’uso consapevole e responsabile della Cannabis nella cura delle gravi patologie. Lo scorso 10 gennaio proprio l’associazione LapianTiamo ha chiesto e ottenuto un incontro con la Asl al quale hanno preso parte anche alcuni pazienti.

“La disponibilità ad intraprendere questo tipo di cammino, da parte della Asl, non è mancata- ha detto William- ma quando poi si parla di richieste e disponibilità il discorso cambia. Noi ci sentiamo forti dei nostri problemi, delle nostre patologie che non si possono negare, ma poi la Regione non vuole vedere le soluzioni anche quando uno le propone. A volte penso che ci sia una lobby farmaceutica che non è ancora riuscita a mettere le mani in pasta nella produzione e nella vendita della Cannabis e per questo tutto va a rilento”.

E’ arrabbiato William quando parla, è arrabbiato perché Lucia, sua moglie, 35 anni affetta da sclerosi multipla da quando ne aveva 20, sta esaurendo le scorte di Cannabis e disponibilità qui in Puglia non ce ne è.

“Mia moglie da sei anni usa la Cannabis con grande giovamento- dice William- ci hanno proposto farmaci di tutti i tipi, anche gli oppiacei, ma lei ha trovato il suo equilibrio con la Cannabis”. Attualmente l’associazione raccoglie oltre 250 iscritti, persone affette da gravi patologie per le quali l’uso della Cannabis costituisce una parte importante della loro terapia. Vengono da gran parte del sud Italia, persone che nella loro città o nel loro distretto sanitario non trovano medici o farmacie ospedaliere disposte a trattare questo tipo di farmaci. Tra questi 250 iscritti vi sono almeno una ventina di persone che si rivolgono a LapianTiamo che arrivano da Brindisi e provincia. Un po’ come Anna, la giovane 25enne brindisina affetta da atassia di Friedreich, che inibisce le funzioni del cervelletto. Grazie all’uso dei cannabinoidi Anna, destinata allo stato vegetativo,  può camminare e parlare. Il problema principale, anche per lei come altre centinaia di persone, è il reperimento delle dosi.

“L’Italia sino ad oggi ha acquistato la Cannabis dall’Olanda- racconta William- ma anche qui sei soggetto alla disponibilità. Così qualche anno fa il nostro paese ha deciso di investire un milione e ottocento mila euro nella produzione di Cannabis all’interno dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. In un anno avrebbe dovuto produrre circa cento chili, nella realtà ne ha prodotto appena otto. Così lo scorso hanno ha pubblicato un bando per l’acquisto di Cannabis da produttori non italiani, un bando da 575mila euro per 100 kg. Alla richiesta dell’Italia ha risposto solo una società farmaceutica spagnola”.

La produzione di marjiuana all’interno del nostro paese abbatte di gran lunga i costi di importazione e permette ai pazienti di accedere al farmaco a costi decisamente inferiori rispetto a quelli  attualemente previsti, per non parlare delle scorte. Oggi il fabbisogno in Italia di Cannabis a scopo terapeutico è aumentato rispetto agli anni precedenti, attualmente c’è una richiesta di 300 kg annui.

In attesa che qualcosa cambi, c’è però chi, come William con l’aiuto dei soci sostenitori dell’associazione LapianTiamo, ha deciso di far da se e acquistare  un terreno di 6mila mq per piantare la marijuana allestendo un capannone con tutta l’attrezzatura necessaria. Piantare marijuana è illegale e questo si sa, ma la battaglia di William e dell’associazione è quella di avere medici, ricercatori, biologi autorizzati che possano occuparsi della produzione. Le autorizzazioni però non arrivano, le scorte diminuiscono e l’accesso ai farmaci è sempre più complicato.

“Curarsi è un diritto, l’uso della Cannabis in queste situazioni è consentito e regolamentato- dice William- a questo punto faremo disobbedienza civile, la coltiveremo ugualmente. Noi siamo forti delle nostre patologie e dei nostri problemi, non si può far finta di nulla”.

La strada per facilitare l’uso della Cannabis a scopo terapeutico è ancora lunga, questo William, Lucia, Anna e tutti i coloro che fanno parte di questa associazione lo sanno e per questo sono disposti a metterci la faccia, ma la chiave per vincere una battaglia è quella della perseveranza. Oggi queste persone sono impegnate a nome tutti coloro che soffrono e vogliono migliorare la qualità della loro vita in questo difficile percorso.

Lucia Pezzuto per IL7 Magazine

 

 

 

1 Commento

  1. Leggi chiare e applicazioni delle stess subito!!! Classe medica moralista, bigotta e nazi-cattolica insieme alla classe politica che parla di moralità in parlamento e che poi si pippa tonnellate di cocaina nei bagni. Ipocriti!!!!

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