BRINDISI – La testimonianza di Patrizia Giorgino, brindisina che vive in Emilia e vuol ringraziare i medici e tutti gli operatori sanitari dell’ospedale Perrino di Brindisi, in particolar modo del reparto di Nefrologia per aver salvato suo padre.
” La buona sanità c’è anche al Sud. Il mio papà, malato oncologico, è arrivato in pronto soccorso martedì 30 marzo, di sera, praticamente in fin di vita. Io me le ricordo quelle parole del medico di turno, sussurrate con una delicatezza mai conosciuta prima: “Signora suo padre è devastato” se può parta”, non gli ho creduto, non poteva essere.. ed ho fatto un biglietto del treno per il giorno dopo, ma poi la chiamata peggiore della mia vita, papà ci stava lasciando. Ho interrotto bruscamente la DAD dei miei due bambini, chiamato mio marito, e tutti insieme abbiamo percorso 985 infiniti chilometri, non era il solito viaggio al mare…mille pensieri, mille domande, ma soprattutto una mi martellava nel cervello: saranno in grado di curarlo?Io che oramai da vent’anni ero abituata all’eccellenza della sanità Emiliana. Oggi posso dire che si, lo sono stati.. papà è stato ricoverato in Nefrologia per un blocco renale con conseguente edema polmonare.. rischiava di morire soffocato, ed invece no. Ed è per questo che oggi voglio ringraziare pubblicamente la dottoressa Schiavone per aver attaccato al mio papà la macchina che gli avrebbe fatto la sua prima dialisi,..ci dicevano, è solo palliativa, non sarà risolutiva, ed invece lo è stata. Voglio ringraziare la Dottoressa De Renzi, per aver risposto ad ogni mia telefonata, mai una parola scortese o scocciata; voglio ringraziare la capo sala che nel suo primo giorno di incarico ha saputo consolare due figlie a cui era stato appena detto da una Dottoressa Oncologa che ci dovevamo aspettare il decesso. Voglio ringraziare una ad una tutte le infermiere per ogni videochiamata fatta con papà accanto.. perché oltre a tutta la sofferenza di avere inchiodato ad un letto chi ti ha dato la vita, c’era anche il covid, beffardo più che mai per aver fatto diventare la mia migliore amica una panchina che era sempre li,a pochi passi da quella stanza tanto vicina eppure tanto lontana. Ma più di di tutti voglio ringraziare due straordinarie figure del reparto: l ‘OSS di nome Angelo per aver accudito il mio Papà come se fosse il suo e forse anche di più.. la figura dell’Oss non è marginale, ma è fondamentale.. ed il Vice Primario Dott. Flores,per non essersi arreso, per avermi ridato il mio papà e persino per tutti i suoi combattuti “no” alla mia richiesta di poter entrare, ora lo so.. proteggeva solo i suoi pazienti. Eppure un appello lo voglio fare a chi ci governa: aprite gli ospedali nel rispetto delle regole..mio padre non è stato mai lasciato solo in questo eccellente reparto..ma in altri, da Nord a Sud, oltre di Covid si muore anche di isolamento.
Siamo abituati a denigrare, ma secondo la mia esperienza abbiamo ottimi medici e ottimo personale sanitario, naturalmente ci sono le eccezioni, ma credo ci siano anche altrove