La battaglia delle donne: “Dal diritto di votare al diritto di essere votate” – Video

BRINDISI – Mentre era riunito il Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno l’introduzione della doppia preferenza nella legge elettorale per il rinnovo del consiglio regionale in Puglia, le donne di Brindisi manifestavano con un sit in in piazza. Mostravano le loro tessere elettorale come segno di protesta contro chi  in Puglia anche questa volta si è tirato indietro nonostante le protesta e i falsi proclami.

L’associazione Io donna e la Commissione Pari opportunità del Comune hanno organizzato un flashmob  in piazza a Brindisi contro il consiglio regionale che ha deciso di non introdurre la doppia preferenza in Puglia, unica regione d’Italia che non ha approvato questo provvedimento, facendo mancare il numero legale durante l’ultima seduta di questa legislatura Emiliano. Le donne contestano tale decisione, puntano il dito sia contro la maggioranza che in cinque anni non ha fatto nulla per introdurre la doppia preferenza, e contro l’opposizione che presentando oltre 1900 emendamenti ha creato ostruzionismo al passaggio del disegno di legge. Alla fine ci ha pensato il governo che ieri ha approvato il decreto con il quale si sostituisce al consiglio regionale ed introduce la doppia preferenza, per vigilare sull’attuazione di questo ha nominato commissaria la prefetta di Bari Antonella Bellomo.

Una battaglia quella delle donne che andrà avanti per conquista una parità concreta e non di facciata in tutti i campi.

Il consiglio regionale non vota per la doppia preferenza, sit in delle donne in piazza a Brindisi

Δημοσιεύτηκε από Brindisi Oggi στις Παρασκευή, 31 Ιουλίου 2020

2 Commenti

  1. credo che gli “uomini” abbiano un po paura delle donne in politica. mi dispiace non essermi fermato alla manifestazione, comunque son d’accordo sulla doppia preferenza. purtroppo c’è voluto l’intervento governativo per perdonare la vergogna pugliese.

  2. Il diritto di essere votate c’è già. La questione è che non ci sono tante donne che scelgono la politica, per questo sono poche. E inserirle obbligatoriariamente in lista non migliora certo quantità e qualità del genere femminile.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*