Iva al 22 percento retroattiva per le autoscuole, a rischio chiusura le attività, D’Attis: “Proposta una soluzione”

BRINDISI – “Migliaia di autoscuole italiane rischiano di chiudere i battenti per un’assurda decisione dell’Agenzia delle Entrate: applicare l’aliquota del 22% sulle patenti in modo addirittura retroattivo di cinque anni. Il che significa che migliaia di esercenti, per far fronte all’imposizione fiscale anche per gli anni precedenti, sarebbero costretti a chiudere le attività”. Mauro D’Attis deputato di Forza Italia lancia l’allarme e fa sapere di aver sottoscrivere assieme al primo firmatario, il collega Martino, al collega Novelli ed altri, “una risoluzione che sarà esaminata dalla Commissione Finanze della Camera per impedire una simile operazione “ghigliottina” delle scuole ma anche per le nostre famiglie, su cui graverebbe l’odiosa imposta in futuro”. “L’Agenzia delle Entrate –aggiunge- ha recepito i principi di una sentenza della Corte di Giustizia Europea, per la quale l’insegnamento della guida automobilistica non rientrerebbe nella nozione di insegnamento e, quindi, sarebbe soggetta ad Iva al 22%. Il che è in netto contrasto con l’impostazione del nostro Paese, che ha sempre definito l’attività in questione come didattico-formativa. Ergo, in esenzione Iva. Allora, se proprio deve introdursi questo nuovo meccanismo, lo si faccia nel modo più indolore possibile: ovvero, applicando un’aliquota agevolata (e non certo del 22%) ed eliminando il principio di retroattività, che risulterebbe a dir poco vessatorio per gli esercenti. Peraltro, in futuro, saranno i cittadini a subire il carico dell’aumento fiscale quando si troveranno a dover pagare la patente. Sarà allora che riceveranno l’amara sorpresa. Sono queste le richieste che abbiamo messo nero su bianco nella risoluzione –conclude D’Attis- e ci auguriamo davvero che sia condivisa da tutti nell’interesse dei cittadini italiani: lo Stato non può essere una matrigna, che decreta a botte di tasse e imposte persino la chiusura di migliaia di attività. Non ci stiamo”.

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