BRINDISI – Scendono nuovamente in piazza gli studenti della provincia di Brindisi. L’Unione degli Studenti di Brindisi aderirà e promuoverà le due giornate di mobilitazione: il 12 e 13 maggio, la prima legata alla contestazione al sistema del numero chiuso e la seconda al sistema di valutazione invalsi.
Le due tematiche sono infatti strettamente correlate. Secondo gli studenti questi argomenti denotano una seria e netta volontà politica di sterilizzare l’istruzione e la formazione degli studenti di questo paese, riducendo la didattica alla insignificante trasmissione di nozioni che dovranno in seguito essere testate (teaching to test).
“Il 12 invaderemo le piazze di tutta Italia per dire basta all’attuale sistema di numero chiuso nell’università pubblica italiana. – si legge nel comunicato dei ragazzi – In quella giornata infatti, per la sola facoltà di medicina circa 50mila studenti vedranno negato il diritto di scegliere liberamente del proprio futuro. Il 12 Maggio rivendicheremo una totale ristrutturazione del sistema del numero chiuso nelle facoltà di medicina, odontoiatria, architettura e veterinaria, l’eliminazione del test ad aprile e ci batteremo per fare in modo che non venga esteso a tutte le facoltà.”
A Brindisi gli studenti si incontreranno in piazza Vittoria dalle ore 9 con un flash-mob seguito da un sit-in a difendere una formazione universitaria realmente pubblica, accessibile, aperta e libera. Il 13 maggio, invece, tutti gli studenti di secondo anno frequentanti un istituto superiore di secondo grado verranno sottoposti al test ‘invalsi’.
“Una parte di questi studenti contesterà – continuano dal movimento studentesco – duramente il modello di valutazione che le prove invalsi impongono, rigettando il test e rifiutandosi di sottoporsi alla prova. Le prove invalsi sono infatti: dannose per la didattica, costose ed escludenti dal momento che si fondano su un concetto di meritocrazia inesistente, non considerando le differenze socio-economiche presenti nelle scuole del nostro paese. Il 12 e il 13 maggio difenderemo un modello di scuola diverso da quello che sentiamo esserci imposto, in cui gli studenti non siano ridotti a numeri e codici, in cui la didattica e la valutazione siano processi ampi e condivisi dalle componenti che la scuola la vivono ogni giorno e che tengano conto delle peculiarità e differenze di ognuno.”
BrindisiOggi
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