BRINDISI – Continua il processo regionale che porterà all’internalizzazione dei lavoratori delle società in house. La Regione Puglia, infatti, intenderebbe proporre un progetto di legge per la stabilizzazione del personale precario, anche dei dipendenti di questo tipo di società. La Cgil funzione pubblica di Brindisi, alla luce degli imminenti sviluppi della situazione e viste alcune battute d’arresto subite dal processo in provincia, tiene la guardia alta per scongiurare la possibilità che il cammino verso la stabilizzazione non si concluda in un vicolo cieco per i lavoratori brindisini.
«Tale processo – spiega Antonio Macchia, segretario provinciale della Cgil Fp – impone la soluzione di criticità estremamente complesse, in quanto comporta, insieme alla riorganizzazione dei servizi, anche il problema dell’utilizzazione del personale impiegato per tanti anni che si è formato all’interno dell’azienda e che ha raggiunto livelli di professionalità cui sarebbe estremamente negativo rinunciare». Il sindacalista si riferisce ad alcune battute d’arresto registrate in provincia di Brindisi a differenza di altre realtà territoriali pugliesi che, invece, starebbero procedendo spedite verso la meta.
«Non è accettabile, infatti, che, per “strane situazioni” e solo a Brindisi, non si stabilizzi il personale precario esistente all’interno delle società in house, quali i lavoratori del data entry e dello screening, oppure che non si comprenda nel processo di internalizzazione del servizio Cup una parte del personale che ha l’unica colpa di essere stata tenuta in una situazione di precarietà lavorativa assoluta». Per tenere alta l’attenzione sulla vicenda, la Cgil ha indetto due incontri pubblici nei prossimi giorni: lunedì 28 luglio, i 19 lavoratori precari del Cup si sono dati appuntamento per un’assemblea sotto gli uffici Asl di via Dalmazia; giovedì 31, invece, si terrà, presso la sede della dirigenza Asl di via Napoli, la manifestazione di protesta dei lavoratori.
«L’incontro – prosegue Macchia – avrà il seguente obiettivo: definire al più presto il processo di internalizzazione dei servizi sanitari e la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali. Stante questi presupposti – conclude il segretario – l’unica decisione possibile, vantaggiosa per l’azienda e momento di giustizia per i lavoratori, non può che essere quella di stabilizzare tutto il personale già internalizzato e da internalizzare attraverso il sistema già sperimentato in un recente passato dalla regione Puglia e che ora potrebbe essere replicato».
BrindisiOggi
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