BRINDISI- Svolgono i servizi di integrazione scolastica per conto del Comune di Brindisi, ma durante le festività di Natale e di Pasqua non vengono retribuiti, il loro contratto si stoppa. Accade ai lavoratori delle cooperative “San Bernardo” e “Lavoro e Progresso 93”, affidatarie per conto del Comune di Brindisi del servizio di Integrazione Scolastica. Per quei giorni non percepiscono lo stipendio. Un paradosso. In loro difesa scende in campo prima il sindacato Cisl, e poi Brindisi Bene Comune attraverso il consigliere comunale Riccardo Rossi che già in passato anche parlato della questione in commissione Politiche sociali invitando l’assessore al ramo Marika Rollo ad intervenire nei confronti delle cooperative richiamandole all’applicazione dei contratti. “Apprendiamo dalle organizzazioni sindacali- afferma Rossi- che viene imposta ai lavoratori una sospensione del contratto di lavoro dal 22 dicembre al 6 gennaio in corrispondenza del periodo di chiusura delle scuole. Riteniamo indifferibile un intervento dell’assessore Rollo per chiedere il rispetto delle normative contrattuali e se tale situazione dovesse essere effettivamente posta in essere da parte delle due cooperative che gestiscono il servizio chiediamo che l’assessore revochi alle stesse l’appalto”.
Rossi evidenzia che queste situazioni di peggioramento delle condizioni di inquadramento e di retribuzione dei lavoratori si sono ripetute anche nei passaggi tra altre le aziende che hanno vinto appalti per i servizi comunali. Anche nel caso dal passaggio Gema – Abaco, per il servizio tributi, in cui alcuni contratti sono stati trasformati da tempo pieno a tempo parziale e di inquadramento con profili inferiori. “Ricordiamo- continua il consigliere di Brindisi Bene Comune- che nella commissione Bilancio all’unanimità si era inteso convocare una conferenza dei capigruppo per discutere delle clausole sociali e di salvaguardia dei diritti dei lavoratori da inserire e far rispettare nei contratti. Siamo in attesa di tale convocazione. In una situazione di crisi non si può assolutamente pensare di realizzare risparmi scaricando la riduzione di costi sulle spalle dei lavoratori”.
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