“Inquinamento industriale e malattie il nesso c’è ma oggi i dati non sono allarmanti”

BRINDISI-  Un nesso di causalità tra inquinamento industriale e malattie c’è, e c’è stato un momento in cui si moriva di più. Lo dicono i dati dello studio epidemiologico di coorte presentato qualche giorno fa dalla Asl  e oggi illustrato ai sindaci della provincia di Brindisi. Ma qualcosa nel tempo è cambiato. Mentre in passato ci sono stati dei picchi di eccessi di mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie, la situazione presente al momento non riporta dati allarmanti. Bisogna però monitorare.  È questo il messaggio che è stato lanciato questa mattina durante la conferenza dei sindaci organizzata dalla Asl per illustrare i risultati dello studio epidemiologico curato dal Dipartimento di Epidemiologia, Servizio Sanitario Regionale del Lazio, ASL Roma 1, Roma 2 ARPA Puglia 3, ASL Brindisi 4 AReS Puglia, Bari. Erano presenti i sette sindaci dei comuni coinvolti nella ricerca-studio, oltre al commissario prefettizio del Comune di Brindisi Santi Giuffrè.

Lucia Bisceglia, Ares Puglia su studio epidemiologico Brindisi #inquinamento #malattie

Nai-post ni Brindisi Oggi noong Miyerkules, Hulyo 19, 2017

È stato più volte sottolineato dai relatori come la situazione rispetto al passato sia migliorata, in coincidenza del fermo della centrale Edipower, quindi dal 2012 ad oggi. Nello studio si legge che “Il quadro emissivo dagli impianti si è modificato profondamente nel periodo 1991- 2014: si registrano valori molto elevati negli anni ’90 e una diminuzione costante nelle decadi successive anche a seguito del fermo delle attività della centrale Edipower nel 2012 . Lo studio di coorte analitico ha esaminato, nel territorio di sette comuni brindisini (il sul del Brindisi incluso San Vito dei Normanni, Mesagne e Carovigno) , la associazione tra l’inquinamento prodotto dalle emissioni industriali degli impianti energetici e del petrolchimico e la mortalità, i ricoveri ospedalieri e l’incidenza dei tumori.”

“I dati  attuali non sono allarmanti- ha detto il commissario Giuffrè- questo è un tavolo tecnico per illustrare ai sindaci la situazione affinchè siano pronti a rispondere anche alla stampa che in alcuni casi ha dato un ‘informazione forzata”.

Lo stesso concetto è stato ribadito da Giovanni Gorgoni commissario straordinario sanità Puglia: “Al momento attuale- dice Gorgoni- questi dati non supportano alcuna richiesta di chiusura degli impianti. Questi sono dati tecnici, poi spetta alla politica assumere altre decisioni.”  Questo in risposta all’intervento dell’ex consigliere comunale 5Stelle Stefano Alparone che aveva chiesto un tavolo permanente e la chiusura degli impianti.

Critico il sindaco di Mesagne, Pompeo Molfetta, il suo è tra i comuni a più alta mortalità. Il primo cittadino ha chiesto alla Asl quali strumenti intende adottare nelle politiche sanitarie alla luce di questi dati. Ma le risposte sono state vaghe. “Ci chiediamo ora se sia solo sufficiente monitorare- afferma Molfetta- e vorremmo sapere quali strumenti intenda adottare la Asl visto questi dati.”

“Voglio solo rilevare- aggiunge Molfetta- che delle tre centraline che c’erano a Mesagne, ora  ne è rimasta solo una.”

Il direttore generale della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone ha evidenziato come da qualche anno la sanità brindisina abbia fatto degli investimenti sulla prevenzione. “Come Asl abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto, sostenendo questo studio- afferma Pasqualone- ora bisogna monitorare. Nel frattempo abbiamo investito tanto in prevenzione.”

Insomma per il momento non si intende assumere altre iniziative, se non quella di monitorare le emissioni in atmosfera e segnalare le disfunzioni.

Riportiamo qui sotto le conclusioni dello studio Forestiere su Brindisi e i sette comune di riferimento.

Da questo punto di vista si può ragionevolmente ritenere che le emissioni industriali abbiano causato nel tempo un aumento della morbosità e quindi della mortalità. L’associazione con le patologie cardiovascolari e quelle dell’apparato respiratorio si manifesta non solo quando si considera il quadro emissivo del 1997 e quando si utilizza come indicatore di esposizione l’anno corrente (lag 0), ma anche quando si è considerata l’esposizione durante il periodo più recente, di gran lunga più contenuta rispetto agli anni ’90, anche a causa dell’intervenuto fermo della centrale Edipower nel 2012. L’aver evidenziato effetti sanitari anche nell’ultimo periodo, presumibilmente a causa delle più elevate concentrazioni del passato, supporta la necessità di interventi per l’ulteriore contenimento delle emissioni industriali a tutela della salute pubblica dei residenti nell’area. I risultati relativi alle malformazioni congenite in rapporto con le emissioni del petrolchimico, nonostante l’associazione non si osservi più nel periodo 2010-2013, suggeriscono l’opportunità di un esame più approfondito della salute riproduttiva in rapporto con le emissioni industriali nel territorio. I risultati relativi alla mortalità/incidenza per tumore, per cui le esposizioni rilevanti sono quelle del passato a causa dei lunghi tempi di latenza, sono ovviamente suggestivi di un ruolo causale delle emissioni industriali per il tumore del polmone; per i tumori della vescica e per la leucemia diversi studi hanno riconosciuto un ruolo dei fattori ambientali ed occupazionale. Meno chiari sono i risultati per il tumore del pancreas. In sintesi, lo studio ha ben caratterizzato l’area dal punto di vista ambientale, evidenziando le profonde modifiche intervenute nel tempo, ha reclutato una coorte di popolazione di sette comuni dell’area di Brindisi che potrà essere seguita nel tempo, e ha messo in rilievo un importante impatto sulla salute delle emissioni industriali, in particolare nel primo periodo in studio. I risultati evidenziati indicano la necessità di proseguire la sorveglianza epidemiologica, garantendo contestualmente l’attuazione di tutte le misure preventive atte a tutelare la salute della popolazione residente in questo territorio, compresa l’adozione delle migliori tecniche disponibili per il contenimento delle emissioni industriali.

Lucia Portolano

Giovanni Gorgoni, commissario straordinario agenzia regionale sanitaria Puglia: "studio epidemiologico Brindisi i dati oggi non sono allarmanti"

Nai-post ni Brindisi Oggi noong Miyerkules, Hulyo 19, 2017

Giuseppe Pasqualone, direttore generale Asl su inquinamento e malattie: "Stiamo già investendo da anni per la prevenzione "

Nai-post ni Brindisi Oggi noong Miyerkules, Hulyo 19, 2017

1 Commento

  1. Prima di lanciare proclami, a destra e a manca, di chiusura dei siti produttivi con conseguente aggravio delle condizioni, già precari, dei livelli occupazionali sul territorio brindisino, è sempre opportuno documentarsi in quanto potrebbe accadere che successivamente è necessario smentirsi e ciò si scontra con la credibilità. Vedi esempio l’articolo pubblicato il 4 luglio 2017 con questa testata “Aumentano i tumori, leucemie e malattie respiratorie, dati shock dello studio epidemiologico”. L’articolo odierno attenua i timori iniziali e ci mette con i piedi per terra. D’altronde con l’era industriale bisogna convivere e magari migliorarla, lo dimostrano i dati sulla qualità dell’aria esistente di oggi, sempre sul territorio brindisino, rispetto ai dati sulla qualità dell’aria relativa ad tre/quattro di lustri orsono
    Già nel 2007 i dati sulla qualità dell’aria nel territorio brindisino erano migliori delle altre città della Puglia
    Classifica Arpa media annuale PM10 nelle città:in microgr/m3
    1°) Taranto -via Macchiavelli 41 microgr/m3
    2°) Taranto -via Archimede 38 microgr/m3
    3°) Manfredonia -via Michelangelo 36 microgr/m3
    4°) Molfetta – Verdi 35 microgr/m3
    5°) Taranto -via Paolo IV 35 microgr/m3
    6°) Bari -via Cardarola 34 microgr/m3
    7°) Manfredonia-via del Mandorli 31 microgr/m3
    8°) Brindisi -via dei Mille 27 microgr/m3
    9°) Brindisi – Bozzano 22 microgr/m3

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