BRINDISI – Proseguono attivamente le bonifiche al Perrino di Brindisi contro la klebsiella, eppure i visitatori che vogliono attenersi alle disposizioni della Asl brindisina rischiano di far male a sé stessi e agli altri.
In tutti i reparti dell’ospedale di Brindisi, infatti, si stanno approntando le operazioni di bonifica degli ambienti per ridurre a zero la possibilità di contrarre infezioni ospedaliere, come la klebsiella, che avrebbe già provocato la morte di 19 pazienti. Si lavora duramente per mettere tutti i reparti a regime e rendere più salubre la permanenza nel nosocomio.
Dopo il cambio dei filtri di aerazione per garantire aria pulita a chi transita e resta per molto tempo nei reparti, anche nel reparto di Neurochirurgia sono state installate diverse macchinette erogatrici di liquido sanificante per le mani. I piccoli distributori sono stati fissati al muro, accanto agli stipiti delle porte delle camere di degenza dei pazienti.
Gli erogatori di liquido disinfettante si attivano attraverso un sensore. E qui c’è la prima difficoltà: l’erogazione non scatta, come dovrebbe, col passaggio delle mani nella zona inferiore del distributore, bensì nella parte frontale della stessa macchinetta. Così è capitato che i pazienti che sono usciti dalle loro stanze avvicinandosi di molto all’erogatore abbiano inconsapevolmente attivato il sensore, che ha rilasciato il liquido disinfettante.
Che cade prima sui corrimano, poi per terra: ai distributori non sono state apposte, infatti, delle ciotole per evitare che il prodotto sanificante finisca sul pavimento. Cosa che accade puntualmente: essendo un liquido viscoso e trasparente, diventa un pericolo anche per chi si muove nei mille corridoi del Perrino. Non solo pazienti, ma anche infermieri, medici e portantini inclusi.
A questo piccolo disagio si aggiunge quello ormai annoso degli ascensori. Salire ai piani per chi deve far visita ad un parente o raggiungere gli ambulatori è un’impresa: scale, elevatori che funzionano solo per alcuni piani o per nulla funzionanti, con il disagio più pesante per gli operatori dell’ospedale. Spesso, infatti, gli ascensori ad uso esclusivo dei pazienti da condurre in sala operatoria e terapia intensiva vengono occupati dalle persone che vi si riversano, poiché sono gli unici funzionanti.
BrindisiOggi
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