BRINDISI – Erano stati arrestati per alcuni fatti emersi durante l’indagine per l’omicidio di Giampiero Carvone, il 19 enne brindisino ammazzato a settembre del 2019. Fatti che potrebbero essere comunque legati alla morte del giovane. Sei persone erano state arrestate dagli agenti della Squadra Mobile di Brindisi per alcuni episodi di violenza, tra questi una sparatoria, scaturiti dal furto di un’auto di cui si sarebbe reso responsabile il giovane Carvone. I sei erano indagati a vario titolo per detenzione illegale di arma comune da sparo in concorso, alterazione di arma in concorso, esplosione pluriaggravata in concorso, minaccia pluriaggravata in concorso e tentata estorsione. Fu la stessa dirigente della Squadra Mobile di Brindisi, Rita Sverdigliozzi, a dichiarare durante la conferenza stampa che: “Il movente della morte di Carvone era maturato nello stesso contesto del furto d’auto”.
Nella giornata di ieri sono arrivate le condanne di primo grado per i sei imputati. Pene più basse rispetto a quelle richieste dal pm Raffaele Casto: Stefano Coluccello, 7 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione e 9mila e 900 euro di multa per lui il pm aveva chiesto 9 anni; Aldo Bruno Carone, 3 anni e 6 mesi e 4mila euro di multa la richiesta era di 4 anni e 4mila; Eupremio Carone, 2 anni e 10 mesi e 3mila euro di multa la richiesta era stata di 3 anni e 6 mesi; Giuseppe Lonoce, 6 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione e 5.900 euro di multa la richiesta era di oltre 10 anni; Giuseppe Sergio, 5 anni, un mese e 20 giorni e 8.600 euro di multa, la richiesta per lui era di 7 anni; Alessandro Coluccello, 2 anni di reclusione e 5mila euro di multa la richiesta del pm era di 4 anni e 3 mesi. Stefano Coluccello e Aldo Bruno Carone sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni, mentre Giuseppe Lonoce è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.
Intanto il responsabile dell’omicidio di Carvone non ha ancora un nome, nessuno ha ancora pagato per la sua morte. Nel giorno dell’udienza in cui il pm ha formulato le richieste di condanna per i nove imputati, sono emersi nuovi particolari utili per le indagini sull’omicidio. Una testimone, dopo aver smontato l’alibi di uno degli indagati, che aveva sostenuto di essere in sua compagnia, ha anche dichiarato di essere a conoscenza di come si sarebbero svolti i fatti che hanno portato all’uccisione del giovane 19enne. Si tratterebbe di una confidenza fatta proprio da uno degli imputati. Ovviamente queste dichiarazioni sono ora al vaglio degli inquirenti, così come l’attendibilità del teste. La famiglia di Giampiero continua a lottare nella speranza che finalmente si faccia luce su questa tragedia.
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