
BRINDISI- Perse la vita un anno fa sul cavalcavia tra La Rosa e Bozzano, il conducente dell’auto sulla quale viaggiava condannato a due anni pena sospesa, la rabbia dei genitori della vittima: “Nostro figlio morto due volte”.
Matteo Machì, 20 anni, mori alla vigilia di ferragosto dello scorso anno, era la notte del 14 agosto 2018 quando l’auto a bordo della quale viaggiava si cappottò sulla strada che collega il quartiere La Rosa a quello di Bozzano. Il giovane era seduto sul sedile posteriore , con lui in auto due amici, uno di 22 anni che era alla guida e uno di 23 seduto lato passeggero. Matteo nell’impatto morì sul colpo mentre gli amici restarono feriti. Il conducente trasportato in ospedale fu trovato positivo ad alcool e droga. A distanza di un anno il giudice del Tribunale di Brindisi ha condannato il giovane alla guida a due anni pena sospesa e a quattro anni di sospensione della patente. I genitori di Matteo, Salvatore Machì e Lucia Gullotta, non si capacitano della sentenza che a loro dire sarebbe ingiusta e sono pronti a ricorrere in appello tramite i loro legale Maurizio Salerno.
“Quando il giudice ha pronunciato la sentenza ne io e ne mia moglie potevamo crederci- racconta papà Salvatore- mio figlio è morto e chi quella notte era alla guida dell’auto è stato condannato a soli due anni pena sospesa. Senza considerare che potrà tornare a guidare tra quattro anni”.
La rabbia è tanta per questi genitori che dicono di aver perso il figlio due volte con questa sentenza. “Un ragazzo di 20 anni ha perso la vita per colpa dell’irresponsabilità alla guida di un incosciente che si considera “amico” . Il responsabile ha avuto una condanna a due anni con pena sospesa- prosegue il padre del giovane Matteo- Come famiglia Machì siamo considerati dal Giudice “Parte offesa” ma con questa sua sentenza siamo stati offesi ben due volte, e per la memoria di nostro figlio ucciso così due volte. Per noi la sua perdita è stata fatale che ha scolpito un grande solco nel nostro cuore spezzato e ferito pieno di dolore, ferita questa che non si rimarginerà mai e ancor di più per questa irriguardosa sentenza”.
Al dolore della perdita di un figlio si aggiunge anche il dolore di una bambina che crescerà senza un padre. Matteo Machì morendo ha lasciato una bimba di soli due anni che ora vive con i nonni.
BrindisiOggi
Capisco bene la rabbia e la delusione di questi genitori,ho perso anche io da tre mesi mia figlia di anni 18 in un incidente stradale.Il destino,la fatalità,doveva andare così,era destinata,parole senza senso e a volte inopportune,quando sai che il destino di tua figlia è deciso dal comportamento incosciente di chi quella sera conduceva la macchina, è proprio vero oltre al danno anche la beffa,quando sai che questa gente rimarrà impunità ,la colpa è di ha perso la vita entrando in macchina e fidandosi dei propri amici…..così funziona la legge italiana.
qual’è il dispositivo della sentenza? non è configurabile come omicidio stradale? e la guida in stato di alterazione psico-fisica dovuto all’assunzione di alcool e droga non viene punita con l’arresto a + anni che quelli comminati in sentenza? o no?