BRINDISI- Inchiesta sui fanghi del porto di Taranto smaltiti nelle campagne tra Brindisi e Mesagne, assolta una delle sei aziende indagate “perché il fatto non sussiste”.
La ditta individuale di Montanaro Vincenzo, difesa dall’avvocato Massimo Manfreda, è uscita dal processo poiché il D.lgs sulla responsabilità degli enti non si applica alle ditte individuali.
Il procedimento aveva avuto inizio il 20 gennaio dello scorso anno quando i carabinieri del Noe eseguirono un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip Maurizio Saso su richiesta del pm della Procura di Brindisi Giuseppe De Nozza, di un impianto di recupero di rifiuti che si trova nella zona Pip di Mesagne, intestata a Vincenzo Montanaro, 51 anni mesagnese.
Contestualmente furono stati notificati 13 avvisi di garanzia, indagate 9 persone e 4 società, oltre a quella di Mesagne, nel mirino aziende di autotrasporti di San Vito dei Normanni, Massafra e Taranto. Furono sequestrati anche 17 autotreni con i quali , secondo le indagini , furono trasportati i fanghi.
Secondo le indagini dei Noe i fanghi del porto di Taranto venivano smaltiti nelle campagne di Mesagne dopo essere stati miscelati con altri rifiuti, tutto questo su di un terreno di 70 mila metri quadrati.
La ditta Montanaro esce così definitivamente dal procedimento penale, assolta perché il fatto non sussiste.
BrindisiOggi
Controllate bene i cognomi… perché da Mesagne già abbiamo assistito alla gioco alla rincorsa a coprire questi personaggi che ricordiamolo: HANNO PURE VENDUTO FANGHI TOSSICI PER CONCIME A DEI VECCHI! visto che il termine va tanto di moda ultimamente… unico calcolo non fatto… avere sepolto rifiuti tossici a cavallo di 3 comuni.