CAROVIGNO. Incendio a Torre Guaceto, e si pensa alla mano dell’uomo. Non ci sono molti dubbi sull’origine dolosa. Erano circa le 17.30 di oggi quando qualcuno si è introdotto nell’area protetta ed ha appiccato il fuoco.
I balordi si sono mossi dalla stradina sterrata che collega la zona in uso all’aeronautica militare al Centro Recupero Tartarughe Marine “Luigi Cantoro”, da qui hanno innescato l’incendio che si è propagato tra la vegetazione fino ad arrivare alla macchia mediterranea.
Questa è un’area in corso di rinaturalizzazione da tre anni a questa parte. Area di proprietà dell’Agenzia del demanio e concessa in fitto a questo Consorzio, ben lontana da campi agricoli e non fruita da turisti, quindi a riparo dal rischio di incendi provocati da agricoltori intenti a dare fuoco a stoppie o da visitatori che gettano mozziconi di sigaretta ancora accesa a terra.
Le fiamme si sono sprigionate dalla strada fino a quasi lambire le case di privati che sorgono sulla via di Punta Penna Grossa. Sono andati a fuoco circa 2 ettari di vegetazione. Fortunatamente la macchia mediterranea è stata solo scalfita.
Decisivo il tempestivo intervento degli uomini del comando provinciale dei vigili del fuoco che hanno domato il rogo prima che fosse troppo tardi.
“E’ inutile che un’azione criminale di questo tipo merita un’estrema condanna da parte dell’ente che presiedo – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Vincenzo Epifani -, se solo la segnalazione alle autorità non fosse scattata subito, la situazione sarebbe potuta degenerare. Fortunatamente possiamo contare sull’apporto di uomini estremamente professionali. Ora attendiamo che le indagini dirette dal comando dei carabinieri forestali già presenti sul posto ad incendio ancora in atto diano un esisto. Nel frattempo mi preme sottolineare che chi danneggia l’ambiente, danneggia anche se stesso”.
BrindisiOggi
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