TUTURANO – E’ stato inaugurato tra non poche polemiche il nuovo centro polifunzionale per immigrati regolari a Tuturano. Una grande struttura di oltre 1500mq, costata al Ministero degli Interni 1milione 620mila euro, e che oggi alla presenza di istituzioni e giornalisti si presentava in condizioni davvero indecorose. Muffa sulle pareti e su alcuni arredi, ragnatele, polvere e cattivo odore l’hanno fatta da padrone. E il Sindaco è stato chiaro: “Non è tollerabile. Non escludo la possibilità di revocare il servizio di gestione ad una delle due cooperative operanti all’interno della struttura”.
Andiamo per ordine. La struttura, bene confiscato alla mafia qualche anno fa su provvedimento dell’allora questore Francesco Forleo (il terreno era riconducibile all’esponente della Scu Giorgio Felline), è stata affidata al Comune di Brindisi un paio d’anni fa appena con l’intento di renderla uno spazio rivolto all’integrazione e all’accoglienza di alcuni immigrati del territorio brindisino. Non a caso, il Ministero degli Interni per tali finalità ha messo a disposizione ben 1milion e 620mila euro, utilizzati oltre che per la riqualificazione dell’edificio anche per la dotazione di arredi e strumentazione necessaria allo svolgimento di corsi e attività sia ludiche che lavorative.
L’edificio, che conta la presenza di 9 monolocali, 2 case bifamiliari e diversi posti letto adibiti a dormitorio, è gestito attualmente da due cooperative: la Cooperativa Sociale Onlus “La Città dei Servizi” e la “Solidarietà e Rinnovamento”, che però hanno compiti e competenze differenti. La prima, stando alle dichiarazioni della presidente Adriana Tagliente, secondo il bando di gara, dovrebbe attenersi alla sola gestione di 6 monolocali, degli spazi ricreativi, dei corsi di italiano, informatica e falegnameria, e della gestione di alcune aree ufficio destinate, nel loro caso, alla documentazione della cosiddetta “ospitalità” per gli immigrati con scadenza di permesso di soggiorno. La seconda cooperativa, presieduta da Maurizio Guadalupi, si occupa invece attraverso il servizio SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (finanziato da fondi europei rivolti esclusivamente all’accoglienza integrata degli immigrati), della gestione di tre monolocali, due bifamiliari e di un ufficio nel quale si sbrigheranno le pratiche dei nuclei famigliari o degli immigrati facenti a loro riferimento.
Chi si debba occupare della manutenzione e della pulizia della struttura pare non sia ancora molto chiaro. Certo è che questa mattina lo stato in cui è stata presentata e inaugurata questa struttura, inoltre non ancora fruibile del tutto, era davvero indecoroso. Fatta eccezione per la scelta degli arredi, sicuramente di grande qualità, ciò che vi era di contorno non era un bello spettacolo. Le pareti erano inumidite, e in più parti ammuffiti a causa della condensa venutasi a creare, probabilmente a causa anche di mancata areazione dei locali. Vi era muffa persino sulle sedie e sugli attrezzi ludici (un biliardo, un tavolo da ping pong e un calcio balilla) acquistati, con i fondi ministeriali, per l’allestimento dell’area relax. Le case, nelle quali non manca alcun genere di comfort (cucina, letti, bagni con doccia o vasca, e piccole poltrone), avevano ancora un cattivo odore di umido.
La sala falegnameria, che vanta la presenza di strumentazione d’alto livello e sarà utilizzata con l’aiuto di gente specializzata al termine dei corsi di formazione, sembra lasciata abbandonata a se stessa. Stessa cosa dicasi per il primo piano dell’edificio, adibito a sala mensa e dormitorio. La sala mensa, oltretutto, non sarà utilizzabile poiché nessuno pare abbia peso in carico la gestione del servizio. Tutto nell’incredulità del Sindaco, dell’assessore D’Angelo presente all’inaugurazione, e del Prefetto che si è detto al quanto stupefatto. “Se questo è il modo in cui s’intende gestire una struttura di questo tipo, costata al Ministero oltre un milione e mezzo di euro, io non ci sto assolutamente e non escludo a questo punto la possibilità di revocare la gestione alla cooperativa responsabile ed affidarla, secondo graduatoria, alla successiva. Qui c’è strumentazione – ha commentato il Consales visitando il centro polifunzionale – di alto livello e che oltre che a disposizione degli immigrati sarà messa a disposizione dell’intera frazione di Tuturano attraverso progetti di integrazione sociale. Non possiamo lasciarla così abbandonata altrimenti i nostri sforzi non saranno valsi a nulla”. Il tono polemico con il quale il primo cittadino si è lasciato sfuggire certi commenti lascia presagire provvedimenti neanche troppo lontani.
Di contro, la responsabile della cooperativa “Città dei Servizi”, indirettamente chiamata in causa, ci tiene a precisare: “Nel bando di gara che ho firmato qualche mese fa non è previsto che sia io o i miei volontari, ad occuparsi della pulizia o della manutenzione della struttura. Negli obiettivi presenti nel bando si parla di gestione degli uffici, della realizzazione di progetti di lingua italiana, informatica e falegnameria, dell’organizzazione delle attività ludiche e della messa a disposizione di un centro d’ascolto. Il resto non è di nostra competenza”. E pare non lo sia nemmeno dell’altra cooperativa che a detta del presidente Guadalupi si occuperà della gestione degli ospitanti facenti riferimento allo SPRAR (famiglie di immigrati regolari o rifugiati politici che avranno ospitalità per sei o dodici mesi al massimo).
Insomma, un’inaugurazione nata nella polemica e che al momento parrebbe una sola formalità considerato che, una volta tagliato il nastro e visitata la struttura, i cancelli e tutte le aree sono stata nuovamente chiuse a chiave, e quindi rese off limits agli immigrati occupanti già qualcuno degli appartamenti.
Intanto, il prossimo 11 luglio, a Tuturano in piazza Regina Margherita, l’associazione Solidarietà e Rinnovamento, insieme con alcune associazioni della frazione brindisina, hanno organizzato una festa interculturale per informare i cittadini dell’utilità di questo nuovo centro polifunzionale e sensibilizzare la cittadinanza tutta all’integrazione degli stranieri al suo interno presenti.
Francesca Valletta
Foto di Gianni Di Campi
Ricordate bene i nomi degli artefici alle prossime – speriamo vicinissime – elezioni.
Mi avete censurato un mio commento precedente. Forse non del tutto “allineato” e abbastanza ironico ( MA VERITIERO) su questa faccenda. Una faccenda che è, ricordando il vecchio Cinghialone, un bellissimo “PIATTO RICCO MI CI FICCO”. E gli avvenimenti di Roma ( mafia) Capitale ci insegnano. E’ inutile fare manifestazioni melense e lacrimevoli su argomenti fatui ed evanescenti ( ma non in senso “monetario”)come presunte “sensibilizzazioni all’integrazione”: forse qualche scimmia ammaestrata radicalchic ci crederà, ma il resto del popolo, benché bue, non ci crede proprio più. Si facciano manifestazioni “interculturali” per i brindisini che crepano di fame, disoccupazione e mancanza di casa.
La muffa e chi ha fatto aprire questo locale per gli immigrati
Una vergogna. Una vergogna inaccettabile. Non hanno dotato gli appartamenti di : TV led 3D da 60 pollici a alta definizione 4K, superfrigoriferi a doppia porta con scorta di bevande e superalcoolici di marca, effetti letterecci e coperte firmate, impianti di climatizzazione automatica, mobili in stile di alto artigianato, piatti posate e pentolame di fine porcellana, acciaio 18/10, ampie scorte di cibi quali caviale, aragoste, formaggi pregiati etc. E poi , vergogna della vergogna, NIENTE PISCINA con allegate vasche Iacuzzi per idromassaggio, piano bar a bordo piscina, campi di tennis e polo, maneggio cavalli, solarium e centro benessere con spa e zona massaggi, idroterapia, colorriterapia, etc. Inqualificabile poi il fatto che non vi siano verdi prati con sdraio ed ombrelloni e camerieri di colore ( bianco, naturalmente) che servono bevande esotiche e spuntini “etnici”. E niente piazzola di atterraggio per elicotteri privati e assoluta mancanza di un garage con Mercedes, Audi, Bmw, Maserati per consentire agli ospiti di potersi fare un giretto fuoriporta.Uno schifo MAI visto la mancanza di tutto ciò. Ma che buonisti siamo?
Come enunciato nel precedente articolo, il “centro” è dotato di tutto… anche di penicillina allo stato primordiale. A parte l’ironia, è vergognoso che, almeno per rispetto dei presenti non sia stato fatto un controllo preventivo.
Poveri noi in che mani siamo. Chi controlla? C’è troppa ignoranza.