TORCHIAROLO – Prosegue la lotta senza sosta dei proprietari terrieri degli uliveti in agro di Torchiarolo, che hanno impugnato dinanzi al Tar le eradicazioni previste dal Piano Silletti per debellare la presunta diffusione del batterio Xylella. E
Questa mattina (19 ottobre) in piazza sono scesi gli alunni delle scuole medie che, insieme ai genitori e agli insegnanti, hanno voluto manifestare la loro vicinanza a chi si è visto recapitare la ormai nota lettera di avviso di eradicazione. Sui terreni, non mancano mai i proprietari né i comitati spontanei, che stanno assicurando le ronde notturne sugli appezzamenti interessati dal piano Silletti.
Intanto, stride fortemente con questo scenario di lotta la nota firmata da Agrinsieme Puglia, coordinamento cui fanno capo CIA, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci ) e Copagri.
“È necessario attuare immediatamente, senza perdere altro tempo, il Piano Silletti, approvato dal Dipartimento della Protezione civile. Il piano – dichiarano da Agrinsieme – va attuato senza creare alibi, anche se nello stesso si riscontrano delle criticità, soprattutto relativamente alla delimitazione delle aree e alla quantificazione degli indennizzi agli agricoltori.”
Per il coordinamento, sembrerebbe che il problema maggiore per gli agricoltori interessati non sia perdere per sempre la loro fonte di sostentamento, sebbene chiedano un aiuto concreto anche in quel senso, bensì avere un indennizzo “equo” per ogni pianta strappata dal terreno. “E’ necessario che gli indennizzi vengano concretamente rideterminati considerando la perdita per gli agricoltori non solo della pianta, ma anche il mancato reddito per gli anni successivi, ed il valore che ogni pianta di ulivo riveste per ciascun proprietario e possessore – dichiara Agrinsieme, che prosegue – Gli indennizzi complessivi destinati a ciascun azienda agricola non possono essere legati al cosiddetto “de minimis” (l’indennizzo non può essere confuso con un contributo), e chiede al Ministro Martina di riconsiderare tale assurda imposizione”.
La necessità di Agrinsieme è “che si applichi subito il Piano, dunque, e che si proceda, appena possibile, alla sua rimodulazione tenendo conto delle criticità evidenziate”, ma anche che vengano stanziate dalle istituzioni preposte “consistenti risorse economiche da destinare anche al sostegno delle attività di ricerca finalizzate a combattere meglio l’infezione e a ricercare specie resistenti”. Per la serie, prima abbattiamo, poi combattiamo la Xylella: eppure, per Agrinsieme, il riferimento per le organizzazioni che la compongono “rimane la scienza e, dunque, quello che la scienza, attualmente, impone di fare per contenere l’avanzamento del batterio. Obiettivo prioritario deve essere quello di scongiurare che l’infezione si propaghi ad altre zone della Puglia per evitare di compromettere ulteriormente l’intera economia agricola e non solo dell’intera regione. Il Piano Silletti va applicato e vanno messi in mora tutti coloro i quali non lo applicano o non lo fanno applicare.”
Al mondo politico ed economico, Agrinsieme Puglia lancia un invito. “Si inizi subito a discutere del futuro da assicurare alle aziende agricole e ai territori danneggiati dal batterio, in termini di reimpianto di nuove specie o varietà coltivabili al fine di evitare la desertificazione, consentendo agli agricoltori danneggiati di poter continuare a ricavare un reddito dai loro terreni”, scrivono dal coordinamento, aggiungendo in conclusione di un lungo comunicato, che è necessario intervenire “sul blocco dell’esportazioni delle barbatelle perché le evidenze scientifiche, come i test di patogenicità, hanno dimostrato che il ceppo del batterio non attacca la vite. Bisogna sbloccare una misura drastica e ingiustificata che sta generando solo danni su danni.”
A.P.
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