In casa col fratello disabile, le staccano l’acqua: «La burocrazia non sia cieca di fronte ai bisogni dei cittadini»

BRINDISI – «La burocrazia dovrebbe venire incontro ai bisogni, almeno a quelli essenziali, dei cittadini. Non dovrebbe mostrarsi insensibile nei confronti di chi ha necessità particolari a causa delle sue condizioni». È questo l’amaro sfogo di una donna residente in un condominio di via Materdomini, a Brindisi, insieme al fratello disabile di cui si prende cura, a 3 giorni dalla visita di due tecnici dell’Acquedotto Pugliese che, a causa della morosità di alcuni residenti, hanno chiuso le tubature, isolando dalla rete idrica l’intero stabile.

Erano le 16 di venerdì quando i due dipendenti dell’Aqp hanno suonato alla porta dell’inquilino del primo piano del palazzo che ospita anche il portatore di handicap, annunciando l’interruzione del servizio. La notizia ha preso alla sprovvista tutti i condomini che, ignari della situazione, si sono ritrovati senz’acqua. La situazione più problematica, ovviamente, si è registrata nell’appartamento al terzo piano che il portatore di handicap divide con sua sorella. «Eravamo all’oscuro di tutto, non sapevamo ci fosse questo rischio – spiega la signora – Noi siamo dei buoni pagatori e, quindi, non pensavamo di correre questo pericolo».

L’acqua corrente è indispensabile per far funzionare le macchine di cui ha bisogno il disabile e l’impossibilità di spostarsi rende la situazione ancor più problematica. «Non possiamo trasferirci, neanche temporaneamente, dai nostri parenti: i servizi dei nostri famigliari non sono attrezzati per i bisogni di mio fratello e ci troviamo nella condizione di dover andare a prendere in continuazione l’acqua dalla fontana pubblica, cosa che, comunque, oltre a essere difficoltosa, non è neanche sufficiente a coprire le necessità di mio fratello».

L’uomo, divenuto paraplegico due anni fa a causa di un incidente stradale, ha bisogno di alcuni macchinari collegati alla rete idrica per espletare le normali funzioni fisiologiche in igiene e sicurezza: nelle ultime ore, probabilmente a causa dell’interruzione del servizio dell’acquedotto, è insorta anche un’infezione e, ai problemi di cui l’uomo già soffre a causa della sua condizione, s’è aggiunta anche la febbre. «Ci siamo attivati già sabato mattina, chiedendo lumi all’azienda. Per tutta risposta, i funzionari che abbiamo contattato hanno negato di aver mai disposto un simile provvedimento».

Sono stati interpellati anche altri dipendenti dell’Aqp che hanno esplicitamente affermato che l’unico modo per ripristinare il servizio, problema risolvibile in una manciata di minuti, è saldare i conti. Anche il sindaco della città, Mimmo Consales, è stato informato della situazione ma, a lunedì pomeriggio, ancora nulla è cambiato. «L’amministratrice del condominio non ci ha mai convocato per avvisarci di quello che sarebbe potuto succedere – prosegue nel racconto la signora – Anzi, al momento è ancora irreperibile e l’unica cosa che ci ha saputo dire è di prendercela coi morosi. Non abbiamo assolutamente intenzione di procedere su questa strada.

Non sappiamo chi, tra i condomini, sia in arretrato coi pagamenti: essendoci, però, delle realtà problematiche, con gente che ha perso il lavoro da un giorno all’altro e famiglie da mandare avanti, il problema non sono certo i morosi. In questi casi, si dovrebbe garantire almeno il servizio minimo o, quantomeno, bisognerebbe venire incontro a chi ha problemi simili a quelli di mio fratello, colpito una prima volta dall’incidente che ha subito e, nuovamente, da una burocrazia cieca e sorda ai bisogni dei più deboli».

Maurizio Distante

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