In arrivo la nave con i 105 naufraghi, saranno accolti nel capannone ex Montcatini

BRINDISI- Arriveranno domani mattina alle 8.30 nel porto di Brindisi i 105 naufraghi provenienti dalla Libia a bordo della nave Life Support . L’imbarcazione attraccherà al molo di Sant’Apollinare dove la macchina del soccorso e dell’accoglienza sarà già operativa. Nei giorni scorsi, sotto l’egida della Prefettura di Brindisi in coordinamento con la Questura e tutte le altre forze dell’ordine, sono stati effettuati dei sopralluoghi. In particolare è stato effettuato un sopralluogo all’interno del Capannone ex Montecatini dove in prima battuta saranno accolti i naufraghi per espletare tutte le operazioni di screening. L’ufficio Immigrazione, il Servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica e la Polizia Scientifica della Questura di Brindisi si occuperanno dell’identificazione dei 105 naufraghi. I sanitari con l’ausilio della Asl, Croce Rossa e la Protezione Civile si accerteranno delle condizioni di salute di uomini, donne e bambini. Sarà importante distinguere chi dei minori arriverà accompagnato o meno. Quelli che saranno soli verranno trasferiti nel Cara di Restinco mentre gli altri che avranno la tutela di un adulto saliranno sui pullman per raggiungere il centro di accoglienza individuato nella provincia di Taranto. Nel frattempo in queste ore i medici a bordo della Life Support stanno costatando le condizioni di salute dei 105 naufraghi: c’è uno stato generale di disidratazione e diversi casi di ustioni cutanee causate dalla miscela tra acqua di mare e carburante. «Non abbiamo rilevato casi di gravità clinica particolare, c’è uno stato generale di disidratazione – spiega Roberto Maccaroni, responsabile sanitario Life Support . Occorre considerare che queste persone arrivano alla partenza già in una situazione di alimentazione e di idratazione del tutto inadeguata, che viene aggravata da un viaggio in mare, in questo caso di 12-14 ore, senza bere». Oltre ai diversi casi di ustione, «per fortuna circoscritti ad alcune aree cutanee», sottolinea Maccaroni su alcuni naufraghi sono visibili ferite riconducibili a possibili violenze subite. «In alcuni pazienti abbiamo rilevato delle condizioni di deflessione del tono dell’umore dovuto a riferite violenze subite e anche dei segni fisici che lascerebbero pensare proprio a violenze. Nelle prossime ore approfondiremo questo aspetto con l’aiuto dei nostri mediatori culturali e nel pieno rispetto della volontà dei naufraghi. Il nostro ruolo di sanitari non è solo quello di prenderci cura della patologia preminente – conclude il responsabile sanitario di Life Support -, ma anche quello di rilevare e comunicare la presenza di traumi pregressi specialmente quando sono riferibili a potenziali violenze subite». I naufraghi sono 59 uomini, 17 donne, di cui una al settimo mese di gravidanza, quattro bambini accompagnati e 25 minori non accompagnati e  provengono da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Sudan, Camerun, Mali, Mauritania, Sierra Leone, Chad, Eritrea, Burkina Faso.

BrindisiOggi

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