BRINDISI- “Ho visto la morte in faccia, c’era fumo dappertutto, donne e bambini che piangevano. Ho temuto di non farcela” così Mino Roma, imprenditore brindisino di 43 anni racconta, gli attimi di terrore vissuti questa notte sul traghetto Euroferry Olympia andato a fuoco poco dopo la partenza da Igoumenitsa. “Eravamo partiti da meno di un’ora- dice- dopo aver mangiato un panino stavamo andando a dormire quando qualcuno ha bussato alla mia cabina. Ho sentito urlare: fuori, fuori. Ho aperto la porta e ho visto la gente con il giubbino di salvataggio correre verso il ponte. C’era fumo, tanto fumo. Poi ho sentito anche la voce del comandante che dall’altoparlante diceva: abbandonate la nave”. Roma con un amico ha raggiunto il ponte della nave mentre in mare venivano calate le scialuppe, due però hanno preso fuoco e tutti i passeggeri sono stati costretti a salire sulle uniche due imbarcazioni rimaste. “Eravamo circa 150 persone per scialuppa, ammassati come animali- racconta- ad un certo punto abbiamo persino cominciato ad imbarcare acqua. C’erano persone che vomitavano, donne che urlavano e persino qualche bambino di pochi mesi che piangeva disperato. Se non fosse stato per le motovedette della Guardia di Finanza io non so se saremmo sopravvissuti. E’ stato impressionante, la nave bruciava, le fiamme l’avevano avvolta per quasi la metà”. I soccorsi sono arrivati praticamente subito, fortunatamente le motovedette della Guardia di Finanza di Brindisi hanno raggiunto il traghetto in poco tempo e si sono fatte carico dei passeggeri che si trovavano sulle scialuppe. “Sembrava un film, nella fuga dalla cabina ho preso con me solo il telefonino e il portafoglio- dice Roma- in pratica abbiamo perso tutto. Penso anche agli autotrasportatori che hanno perso carico e mezzo. Una volta che ci hanno soccorso siamo stati portati prima in una struttura nel porto di Igoumenitsa, dove ci hanno dato acqua e cibo. Poi ci hanno trasferiti in albergo. Qui stiamo aspettando di essere nuovamente imbarcati per Brindisi. E’ stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente e che non auguro a nessuno”.
Lu.Pez.
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