Imprenditore ammazzato: autopsia conferma morte per emorragia, 9 colpi, utilizzate due armi

GERARDO vero
Gerardo Vero

BRINDISI – Gerardo Vero, l’imprenditore di Tuturano sparato la vigilia dell’Immacolata mentre era nel letto di casa, è morto per un choc emorragico. E’ questo l’esito dell’esame autoptico eseguito oggi dal medico legale Antonio Carusi su richiesta del pm Luca Buccheri che coordina l’inchiesta. Inoltre, sono stati confermati i nove colpi d’arma da fuoco sul corpo della vittima: cinque sulla gamba destra, quattro su quella sinistra e uno sul gomito sinistro. Sono stati anche rinvenuti e prelevati diversi frammenti metallici all’interno delle gambe, poi consegnati agli uomini della Scientifica presenti durante l’autopsia. Si è potuto arguire, anche, che a colpire il 73nne siano state due armi, una 7.65 e un revolver calibro 38, così come ipotizzato fin da subito dagli investigatori.

L’ex imprenditore tuturanese Gerardo Vero è morto nell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi dopo essere stato, la sera precedente, crivellato di colpi mentre si trovava nel letto della sua abitazione. Il delitto si è consumato poco dopo le 20.30 nella villa in via delle Pesche alla periferia di Tuturano, nei pressi della strada per San Pietro Vernotico. In casa con l’uomo c’era solo il figlio Giuseppe di 35anni.

Quando il 73enne è giunto nel nosocomio brindisino le sue condizioni non sono apparse gravissime. L’ex imprenditore, infatti, è stato prima medicato, i medici hanno tamponato le emorragie e poi è stato ricoverato nel reparto di Ortopedia. I suoi parametri, però, sono crollati durante la notte. Infatti, Gerardo Vero è morto dopo circa nove ore dall’agguato per uno choc emorragico, così come dichiarato sul referto medico. Prima di chiudere per sempre gli occhi, però, Vero avrebbe pronunciato queste parole: “Hanno sbagliato, hanno sbagliato”, riferendosi molto probabilmente ai suoi assassini.

gerardo vero
Il letto dove si trovava l’imprenditore

L’autopsia eseguita alle 14 di oggi pomeriggio ha quindi confermato anche le prime ipotesi formulate dagli agenti della Squadra mobile che stanno indagando sull’omicidio. A colpire mortalmente Gerardo Vero sono state due pistole: una 7.65 e un revolver. Nove i colpi in totale che hanno raggiunto l’uomo soprattutto alle gambe, un solo proiettile ha trafitto il braccio sinistro, sfiorando poi il torace.

Le indagini proseguono senza sosta. A setaccio tutta la vita privata e professionale di padre e figlio così come la situazione economica attuale della famiglia. Ultimamente, le società Vero non erano più quelle di un tempo. I soldi non giravano così facilmente, anzi. Gerardo Vero, più di dieci anni fa cadde nell’inchiesta della tangentopoli brindisina, quando furono arrestati diversi imprenditori locali per un importante giro di mazzette. Negli anni a seguire fu anche condannato. Non si conosce, ancora, il movente dell’omicidio, ma dovrebbe essere legato a motivi strettamente economico-finanziari.

Intanto, l’unica versione a restare in piedi dell’accaduto continua ad essere quella fornita agli investigatori dal figlio della vittima, che al momento della sparatoria si trovava in una stanza attigua a quella dove era invece il padre. “Ho udito prima gli spari e poi le urla di mio padre, ma poi quando sono corso fuori da casa a controllare cosa fosse avvenuto non ho trovato nessuno” avrebbe dichiarato Giuseppe Vero. E’ stato lui il primo a soccorrere l’anziano che si trovava in un lago di sangue. Secondo la ricostruzione degli investigatori, a sparare sarebbero state più persone, pare due, che sono riusciti a fare irruzione nella villa in via delle Pesche, molto probabilmente, scavalcando il muro di cinta e poi introducendosi dalla porta d’ingresso principale.

Gli agenti della Mobile, diretti dal vice questore Alberto Somma, continuano a non escludere  nulla, ma avrebbero già in mano elementi importanti per dare risposte certe alla morte di Gerardo Vero. Intanto, il pm  Buccheri ha disposto la riconsegna della salma dell’uomo alla famiglia.

Maristella De Michele

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