Impianti rifiuti: “La corruzione non c’entra nulla, il sindaco vuol solo giustificare la sua incapacità”

INTERVENTO / Fanno ancora discutere le dichiarazioni del sindaco Rossi che in Consiglio Comunale ha attribuito la mancata riduzione della TARI solo ed esclusivamente alla “corruzione” delle vecchie amministrazioni che avrebbe portato al sequestro degli impianti di trattamento dei rifiuti e all’aumento dei costi di smaltimento. In realtà la presunta corruzione di alcuni amministratori (c’è ancora un processo in corso e noi siamo garantisti convinti) con la chiusura degli impianti c’entra come il cavolo a merenda! Quello di ergersi a paladino della legalità è un facile espediente dietro cui celare la propria insipienza continuando ad agevolare lobbies dei rifiuti ben mascherate dietro presunte vesti progressiste. Il sindaco Rossi dovrebbe semmai dire alla città cosa stà concretamente facendo affinché
gli impianti riaprano e la loro gestione resti in mano pubblica. In realtà la presunta corruzione che avrebbe caratterizzato le amministrazioni del passato nulla ha a che vedere con il sequestro della discarica di Autigno, dell’impianto di CDR/CSS e con il non funzionamento dell’impianto di compostaggio,
Sono i fatti a dimostrarlo! La discarica di Autigno è stata sequestrata dall’Autorità Giudiziaria in data 04/05/2015 e
successivamente, in data 22/09/2015, la Procura di Brindisi ha emesso degli avvisi di garanzia
nei confronti del “gestore/conduttore” della discarica e di dirigenti comunali, provinciali e di altri
Enti ma non di amministratori! I motivi del sequestro e degli avvisi di garanzia sono tutti di carattere tecnico e riguardano le modalità di conduzione della discarica e lo stato di inquinamento della falda. Il sindaco si vanta adesso di aver ottenuto il dissequestro della discarica senza menzionare il fatto che l’aspetto più grave che portò al sequestro, ossia lo stato di “contaminazione” della falda, è stato stralciato dal procedimento giudiziario. Grave anche il fatto che nulla dica il sindaco in merito alle prescrizioni riportate nel “decreto di dissequestro” che fanno riferimento alla situazione di “lagunaggio” fra percolato ed acque di pioggia, ancora sussistenti, e allo scarso
emungimento del percolato dai pozzi. Il sindaco tace sulla circostanza che la riapertura della discarica, che porterebbe ad una sensibile riduzione dei costi di smaltimento e, quindi, ad una diminuzione della TARI, può avvenire solo se il Comune attiva la procedura autorizzativa di AIA: cosa che non ci risulta sia
stata fatta! La stessa futura gestione della discarica pare avvolta nella nebbia. In campagna elettorale Rossi
sosteneva che questa dovesse essere affidata ad una società partecipata dal Comune, soluzione che ci vede assolutamente favorevoli. Oggi nulla dice pubblicamente in merito salvo far riferimento, nella istanza di dissequestro, all’affidamento a società terza! Circa l’impianto di CDR/CSS, sfugge a Rossi che il “gestore/conduttore”operava non in virtu’ della gara vinta ma della “Ordinanza Sindacale” n. 35 del 06/11/2013 che il Sindaco dell’epoca fu costretto ad adottare per evitare di dover restituire i finanziamenti ricevuti dalla Amministrazione per la realizzazione dell’impianto. Del resto fù la stessa Amministrazione a disporre la
interruzione della gestione in data 15/11/2015 ed a seguito della “Determina Dirigenziale” n. 95 del 09/11/2015.
A seguito di questa ultima Determina l’impianto doveva essere attivato e gestito dalla società AMIU di Bari, designata dal Presidente della Regione: cosa mai avvenuta, lasciando a casa 41 lavoratori e provocando un incremento incredibile della TARI. Solo in data 06/02/2016 l’impianto venne posto sotto sequestro giudiziario senza che nel provvedimento si facesse alcun riferimento ad eventuali forme di “corruzione”. Infine, un cenno va fatto all’impianto di “compostaggio” dei rifiuti “organici” (FORSU), mai sequestrato dall’Autorità Giudiziaria ma chiuso con Ordinanza sindacale a causa di una abbondante fuoriuscita di “percolato” dallo stesso impianto che, pure, era stato oggetto di un revamping milionario non certo nel periodo di governo delle cosiddette amministrazioni corrotte. Oggi quell’impianto viene utilizzato dalla società che gestisce il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti per l’attività di “trasferenza” della FORSU dai mezzi utilizzati per la raccolta ad un mezzo con maggiore capacità di trasporto senza che si conoscano le autorizzazioni rilasciate dal competente ufficio provinciale e le eventuali prescrizioni poste. E’ certo il sindaco Rossi che tale operazione, ormai nota a tutti, sia regolarmente autorizzata e
che non sussistano perdite di “colaticcio/percolato” che possano indurre “contaminazioni” alle matrici ambientali ed alla salute dei lavoratori? Farebbe bene a fare un sopralluogo per accertarsene… In definitiva, è giunto il momento che il sindaco Rossi smetta di ergersi a paladino della “legalita” solo ed esclusivamente per giustificare la sua incapacità di gestire un fenomeno complesso come quello della raccolta e trattamento dei rifiuti riducendo le imposte che sono costretti a pagare i cittadini.

Francesco Magno e Vito Birgitta

Partito repubblicano

2 Commenti

  1. Sono, invece, d’accordo con le affermazioni date dal Sindaco. Il malaffare ha regnato sovrano in tutti questi anni. Altroche’!

  2. Visto che il sindaco parla di trasparenza, legalità e quant’altro, mi chiedo ma è sicuro di quello che dice oppure mente sapendo di mentire, continuando a manifestarsi come un Santone rispetto ad altri del passato ?. E’ palese quanto sta accadendo nella nostra città riguardo le pseudo gestioni affidate alle varie aziende che vengono ad operare nel nostro territorio. Sannio benissimo cosa e chi c’è dietro alle varie società che si sono susseguite da un bel po di anni a questa parte. Mi auguro tanto che che anche a Brindisi scoppi questa tanto attesa BOMBA GIUDIZIARIA che da tempo attendiamo. Tutti sanno e tanti sono affiliati !!!!!!!!

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