Il settore aeronautico perde 338 posti di lavoro in un anno, lunedì sciopero, Zizza: “Non ci arrendiamo”

BRINDISI- “In un solo anno il settore aeronautico brindisino ha perso 338 posti di lavoro e per il futuro non si intravedono spiragli a meno di un cambio di rotta da parte del gruppo Leonardo Finmeccanica” così il senatore dei Conservatori e Riformisti, Vittorio Zizza, interviene sulla nuova politica industriale del gruppo Leonardo che ha fortemente penalizzato le professionalità brindisine.

vittorio zizza senato“Un bilancio drammatico che ha colpito indistintamente grandi aziende come : Agusta Westland, De-Ma, Comer Calò, Processi Speciali, GSE, Tecnomessapia, HG Tecnology- dice Zizza- e le prospettive per il prossimo anno non sono migliori soprattutto da quando è stato annunciato lo spostamento della produzione degli elicotteri AW169 in Polonia”

“Lunedì i lavoratori aderiranno ad uno sciopero di due ore indetto dalla Rsu di Leonardo Divisione elicotteri di Brindisi (ex Agusta Finmeccanica) ed io non posso che essere al loro fianco prima di tutto come cittadino di questa terra, troppe volte penalizzata –  sottolinea Zizza- poi come componente della Commissione Lavoro al Senato”.

“Il governo ha perso troppo tempo senza fare nulla per difendere i lavoratori- dice il senatore dei CoR- Lo scorso 3 novembre ho chiesto ai Ministri dello Sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali, dell’economia e delle finanze e della difesa, un tavolo tecnico con la partecipazione dello stesso gruppo Leonardo Finmeccanica per approfondire e risolvere anche con ciascuna azienda del settore aeronautico le perplessità e i rischi legati alle scelte aziendali della stessa Leonardo Finmeccanica, oltre che salvaguardare i posti di lavoro”.

“Lo scorso gennaio, come gruppo dei Conservatori e Riformisti , abbiamo intrapreso questa battaglia, salvaguardare la produzione e le professionalità di uno dei comparti più importanti dell’economia – conclude Zizza- ho intenzione di andare avanti. E’ arrivato il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità soprattutto davanti alle logiche industriali che penalizzano il nostro territorio”.

BrindisiOggi

 

5 Commenti

  1. Se il neo presidente USA terrà fede al suo programma elettorale, possiamo dire che il peggio deve ancora venire. Trump promette che la produzione USA dovrà essere fatta negli USA. Lo stabilimento di Grottaglie, sorto grazie alla partecipazione dell’Italia alla missione in Bosnia, lavora soprattutto per la Boing, che già da un anno circa si lamenta della scarsa qualità della produzione.

  2. Suppongo che se alll’avvovato Indraccolo fosse permesso di ritornare in vita, metterebbe da parte il suo aplomb signorile,indosserebbe un paio di scarpe antiinfortunistiche(quelle con la punta in acciaio) e le consumerebbe a forza di calci sul deretano,iniziando dagli onorevoli Leccesi per finire a quelli brindisini,continuando col management aziendale locale e i vari sindacati.In ultimo,con le ultime forze,calci più lievi,ma frontali a mezza altezza,,a tecnici,impiegati e operai.

  3. Il problema della Leonardo sono anche i troppi sprechi di denaro all’interno degli stabilimenti c’è più gente seduta dietro le scrivanie a giocare con il mouse che operai.poi non ne parliamo dei soldi sporchi che girano intorno a queste piccole aziende.e uno schifo che continuerà per anni e anni e la gente che non sa paga a caro prezzo le proprie tasse per mantenere tutta quella gente che lo stipendio non se lo guadagna affatto.sfoltiamo un po’ l’ingenieria e via dicendo che non è possibile che sono più del doppio le persone in giro a non fare nulla.

    • E’ vero ciò che dice aw139. E’ notorio da sempre che nelle aziende di stato il 50% ed oltre dei dipendenti NON FA UN BENEAMATO C…O DI NULLA NELL’ARCO DELL’ORARIO DI LAVORO. E a Brindisi, sin dai tempi della famosa ( o famigerata IAM) tale percentuale di vagabondi e lavativi saliva a circa il 60%. Raccomandati dai politici ( tipo quest’altro individuo, come nell’articolo, che si strugge grottescamente per i destini di quattro azienduncole presunte aeronautiche), protetti dai sindacati, sindacalisti , finti invalidi , incompetenti , figli o nipoti o amanti di politici : tutta una fauna di zavorra umana che gravava, e grava, sui bilanci di questi carrozzoni. In aggiunta un management su cui è meglio calare un velo pietoso per non scadere, seppur a buon diritto, nella volgarità. E poi ruberie, appalti manipolati, mazzette, lavori e forniture assegnati solo alle ditte “amiche degli amici” . Oramai la cloaca massima dell’impresa di stato è esplosa. La fine è vicina. Decenni di farabutteria, incapacità e incompetenza stanno dando il loro frutto. Si chiuderà, non ci sono alternative: non ci sono programmi, nuovi progetti con un minimo di credibilità, ma solo propaganda di regime che cerca di edulcorare, con menzogne e panzane, una realtà ( quella dell’industria aeronautica nazionale) che si sta dissolvendo come neve al sole. E preghiamo Iddio che la Boeing non si incazzi ancora, altrimenti a Grottaglie tra qualche anno ci faranno un gigantesco parco divertimenti al coperto.

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