BARI- E’ sconsigliabile trainare il relitto della Norman Atlantic a Bari, questa la conclusione dell’ingegnere del Rina (Registro navale, ndr) dopo il sopralluogo di oggi sul traghetto ormeggiato a Brindisi a Costa Morena. “Il Rina ci ha sconsigliato di trainare il relitto a Bari”, afferma il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, dopo il vertice convocato in Procura per discutere delle ispezioni fatte, dei risultati e delle aree che restano da visionare.
Intanto ieri sia il sindaco di Brindisi Mimmo Consales che il presidente dell’Autorità portuale Hercules Haralambides hanno sottolineato la necessità che il relitto non occupi la banchina del porto di Brindisi. Da aprile questa dovrà ospitare le navi crociere, inoltre farebbe da intralcio alla movimentazione delle navi merci già presenti. L’Authority potrebbe anche chiedere i danni economici.
Alla riunione hanno partecipato anche il pm Ettore Cardinali, i comandanti delle Capitanerie di Porto di Bari e di Brindisi e il comandante dei vigili del fuoco di Brindisi che con personale del Nucleo investigativo Antincendi lavorano alla messa in sicurezza del traghetto. All’interno del quale vi sono ancora troppi focolai, alcune zone, come la stiva non sono raggiungibili. L’attività investigativa sulla nave oggi si è parzialmente fermata perchè le zone rimaste non sono in sicurezza.
In queste ore ritorna in auge la questione della competenza territoriale della Procura che deve indagare sul naufragio. La Procura di Bari dovrà rispondere entro dieci giorni ad un’istanza che solleva nuovamente la questione della competenza territoriale della Norman Atlantic. Il difensore d’ufficio di alcuni indagati, l’avvocato Filippo Racanelli, ha depositato formale richiesta di trasferimento del fascicolo d’indagine alla Procura di Brindisi, città dove è avvenuto lo sbarco più consistente di naufraghi e dove è attualmente attraccato il relitto. Se la Procura di Bari dovesse rigettare la richiesta della difesa, a dirimere la questione potrebbe essere la Procura Generale della Corte di Cassazione.
La Norma Atlantic continua a bruciare, le fiamme si innescano non appena nei locali arriva l’ossigeno. Nei quartieri della città a ridosso della zona industriale si percepisce un forte e fastidioso odore di bruciato. Il vento da Nord porta con se il fumo e lo cosparge in diverse zone.
Intanto continua incessante il lavoro dei vigili del fuoco per raffreddare la temperatura della nave e spegnere i vari incendi.
BrindisiOggi
La sciagura della Norman Atlantic inizia ad avere tutti i connotati dell’ennesima storiaccia brutta della repubblica delle banane. Una nuova Moby Prince, una nuova Costa Concordia, e perché no, quasi una nuova Ustica. Si profilano all’orizzonte tutte le liturgie e le sceneggiate già viste, trite e ritrite in precedenti e simili occasioni: processi dai tempi biblici, centinaia di udienze, perizie e controperizie, ricorsi e controricorsi, eccezioni, decreti e postille, rinvii e sopralluoghi, memorie e testimonianze, richieste (legittime) di danni, conflitti di competenza, interviste ai Tg, partecipazioni ai talk-show, e perché no, anche “ lectio magistralis” di qualche potenziale plurindiziato assassino invitato da professori “democratici” di qualche Ateneo ancora più “democratico”. Verranno individuati i colpevoli? Si saprà con certezza chi sono i responsabili? Qualcuno pagherà per i suoi errori mortali? Le vittime avranno giustizia? E poi mi domando una cosa: si è parlato che a bordo vi erano dei TIR cisterna pieni di olio di oliva. Ma dove andavano? Forse presso qualche impresa italiana che smercia olio con marchio “Made in Italy”? Anche questo sarebbe un argomento molto interessante…….