“I dati provvisori per il 1965, dimostrano che Brindisi è il Porto Adriatico di maggiore traffico passeggeri superando a volte anche Ancona, Venezia e Trieste.”…Qual è realmente il “ruolo assegnato al Porto di Brindisi”?“Porto: … questa immensa risorsa è stata asservita allo sviluppo della grande Industria e degli interessi economici di alcuni operatori locali, con la conseguente rottura della identità fondativa fra città costruita e mare, tra Porto e comunità locale.”
“Non ci si può farci fagocitare dai settori di base a basso valore aggiunto (petrolchimica, energetica), indotti da sempre a tentare la trasformazione delle infrastrutture in uso riservato ed aziendalistico.”
Con queste meravigliose frasi del 2011, contenute negli atti preliminari al nuovo Piano Regolatore, qualcuno ha riavuto il coraggio di formalizzare nient’altro che tutta la verità sul condizionamento storico che Brindisi ha subìto negli ultimi cinquant’anni ed ancor’oggi, più che mai, subisce.
“Interventi realizzati dall’Autorità Portuale hanno annullato il vecchio rapporto identitario tra città e porto, mare e comunità”
(per leggere tutto il dossier:)
http://www.scribd.com/doc/117246260/il-Porto-Hub-una-chiavica
Pierpaolo Petrosillo
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