Il Pd in guerra con se stesso, Amati: “Siamo contro chi nel partito sostiene politiche distruttiviste”

BRINDISI – (da il7 Magazine) Il Partito democratico contro se stesso. Le divisioni interne sui temi dello sviluppo del territorio e sul metodo delle nomine in questi giorni sono venute tutte alla luce. La Federazione provinciale del Pd contro il Pd della città di Brindisi, ed in particolare contro il sindaco Riccardo Rossi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nomina dell’avvocato Vittorio Rina a presidente dell’Asi ( consorzio delle aree industriali). Rina è un dirigente del Pd cittadino e la sua nomina arriva a pochi giorni dalla costituzione della nuova giunta del Comune di Brindisi, nella quale il Pd ha tre assessori ed ora anche la presidenza di un ente. Nell’assemblea dell’Asi Rossi rappresentava due soci, sia il Comune di Brindisi che la Provincia. E così la nomina di Rina è passata con tre voti a favore su sei soci. Fasano, Ostuni e la Camera di commercio hanno votato contro. La nomina di Rina è il risultato di un chiaro accordo politico nelle regole di spartizione nella coalizione di centrosinistra che governa la città di Brindisi. Insomma un accordo tra il sindaco e il Pd cittadino. Rossi  nel corso degli anni sull’Asi ha improvvisamente cambiato idea. Era il 2011 quando il sindaco, allora consigliere di opposizione, definì  l’Asi come un luogo opaco di decisione e incarichi. “Aboliamo l’Asi  – disse – e portiamo le funzioni  all’interno del Comune”. Ma poi quando si è al governo la storia cambia.

Dopo la nomina di Rina tutta l’opposizione, dal centrodestra al movimento 5Stelle, ha fortemente attaccato Rossi e il segretario cittadino del Pd Francesco Cannalire. Ma a fare più male è stato il fuoco amico, quello arrivato dall’intera Federazione del partito democratico provinciale, che da tempo ormai sulle scelte brindisine è diventata una pentola a pressione. Il Pd provinciale ha contestato a Rossi il mancato confronto e coinvolgimento degli altri soci dell’Asi. “Avevamo chiesto a Riccardo Rossi, nella sua veste di presidente della Provincia e di rappresentate della quota più importante in seno all’assemblea dei soci Asi – affermano dalla Federazione dei democratici – la possibilità e il tempo di istruire un percorso trasparente e aperto per l’individuazione del profilo più adeguato a gestire il consorzio in una fase come questa. Si è scelto, invece, di procedere speditamente verso una nuova nomina, che  la federazione provinciale del PD non ha in alcun modo concorso ad individuare. Prendiamo  atto, pertanto, delle decisioni dell’assemblea dell’ASI, assunte senza il voto favorevole di tre soci su sei e con due dei soci favorevoli rappresentati dalla stessa persona, a conferma che il metodo con cui  si è giunti a tale decisione è quanto meno discutibile”. Insomma una netta presa di posizione che indebolisce il sindaco di Brindisi e il partito del capoluogo.

Da tempo ormai i conflitti all’interno del Pd e le contestazioni alle politiche di Rossi sono palesi, non si fa nulla per nasconderli. A ricordare la differenza ci pensa costantemente il consigliere regionale democratico Fabiano Amati che da quando è stato rieletto interviene in maniera dirompente in molte questioni della città di Brindisi. Se qualcuno sino a qualche mese si era lamentato della sua assenza nel capoluogo da consigliere regionale, ora certamente non potrà più dirlo. “Non c’è un problema nel Pd – dice Amati – e non ci sono due Pd. La differenza è che il vero Pd è un partito ambientalista mentre il Pd di Brindisi sostiene politiche distruttiviste e decrescitiste delle quali la città non ha bisogno. Questa è la ragione per cui stiamo entrando in conflitto. Non ci sono questioni personali, ma lo scontro è sui temi dello sviluppo. Il Pd è per il gas, e per l’idrogeno e quindi per le rinnovabili; è per il risanamento dei luoghi, e quindi per risolvere i problemi di fogna e acqua nelle contrade, inoltre sostiene gli investimenti portuali per il gigantismo navale. Noi stiamo combattendo quel Pd che appoggia politiche diverse da queste”. Ma Amati non si ferma qui, ed anche sulla nomina di Rina all’Asi contesta il Pd cittadino. “Il Pd provinciale – dice ancora – sostiene che le istituzioni vengano prima dell’interesse di bottega. Tu puoi anche mettere un tuo rappresentante ma devi confrontarti con gli altri soci. La partitocrazia è una cosa che va respinta. La provincia di Brindisi è la somma di 20 comuni, prima di spendere la quota per un tuo uomo devi confrontarti con gli altri. È una questione di legalità”.

Attaccato da più fronti il Pd cittadino ha replicato insieme agli assessori e al gruppo consiliare. Una risposta all’opposizione, dimenticando che le critiche più aspre siano arrivate proprio dall’interno. Nel frattempo Giampaolo D’Onofrio lascia l’incarico di capogruppo e al suo posto è stato nominato Maurizio Pesari e sua vice Nadia Fanigliulo. “Esprimiamo vivo rammarico per il clima di insulti e per gli attacchi che il Partito Democratico di Brindisi ha ricevuto in queste ore – dicono i democratici di Brindisi – Ricostruzioni degne delle migliori soap opera hanno caratterizzato i comunicati stampa di quelli che evidentemente temono il protagonismo e la centralità del Partito Democratico della città. Negli ultimi anni infatti il partito ha saputo rinnovarsi, promuovendo sia nelle istituzioni che nel lavoro politico una nuova classe dirigente, che andrà ulteriormente aperta e rafforzata, respingendo i tentativi maldestri di quanti hanno sempre inteso la politica come esercizio di potere personale e dopo il fallimento di esperimenti minoritari e autoreferenziali vorrebbero reimpossessarsi di una grande forza politica plurale e aperta come la comunità del Pd locale, ricorrendo sempre più all’insulto e alla denigrazione quale cifra di testimonianza della loro esistenza.

Lucia Portolano

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